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Pil, Istat: Italia in recessione tecnica, pesano industria e consumi

Dopo l’anticipazione del premier Conte sono arrivati i dati ufficiali. In base alle stime preliminari, nel quarto trimestre 2018 il Pil è calato dello 0,2% – La flessione fa seguito al -0,1% registrato fra luglio e settembre – Male l’agricoltura, ristagna il terziario – VIDEO COMMENTO DI ERNESTO AUCI

L’Italia è ufficialmente in recessione tecnica, espressione che gli economisti usano quando l’andamento del Pil è negativo per due trimestri consecutivi. E’ stato il premier Giuseppe Conte, davanti agli industriali milanesi, ad anticipare la notizia che oggi, giovedì, l’Istat avrebbe ufficializzato. E lo ha fatto, come previsto, aggiungendo una serie di precisazioni che – però –  contraddicono le conclusioni a cui era arrivato il premier.

L’Istat ha comunicato le stime preliminari relative al quarto trimestre 2018, chiuso con una flessione del prodotto interno lordo pari allo 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti (su base annua, invece, la variazione è positiva dello 0,1%). La contrazione fa seguito al -0,1% registrato fra luglio e settembre (+0,6% su base tendenziale) ed è peggiore delle attese. In media, gli economisti avevano previsto un calo dello 0,1% anche nel periodo ottobre-dicembre. Nella sostanza dunque l’Istat ha dato ragione alla Banca d’Italia che, per prima, aveva avvertito sulla recessione in arrivo.

“La variazione congiunturale – spiega l’Istat – riflette dal lato dell’offerta un netto peggioramento della congiuntura del settore industriale a cui si aggiunge un contributo negativo del settore agricolo, a fronte di un andamento stagnante delle attività terziarie. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta”.

Queste precisazioni dell’Istat contraddicono le parole pronunciate mercoledì dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Secondo il Premier, infatti, “l’ulteriore contrazione del Pil” nel quarto trimestre “non dipende da noi” ma dal rallentamento “della Cina e della Germania, che è il nostro primo paese per l’export”.

In seguito, fonti di Palazzo Chigi avevano sostenuto che “la manovra è arrivata da poco”, quindi i dati negativi “sono il frutto di politiche economiche scellerate degli anni passati e di dati congiunturali non favorevoli (vedi la Germania)”.

Rabbiosa la reazione dell’ex titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan: “Sono dichiarazioni infami e ignoranti. I dati parlano chiaro: l’andamento negativo è cominciato con la nuova maggioranza e con l’impatto dello spread”.

Intanto, prende il via la girandola di reazioni ai nuovi dati negativi sul Pil. Fra le prime ad arrivare, quella del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: “L’Italia deve reagire quanto prima – ha detto il numero uno degli industriali – Stiamo dicendo da tempo di aprire immediatamente i cantieri. Ci sono risorse già stanziate per oltre 26 miliardi, che superano i 30 miliardi se consideriamo anche la Tav”.

Luigi Di Maio dà la colpa ai governi precedenti: “I dati Istat sul Pil testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi”, ha affermato il vicepremier in conferenza stampa.

Nel frattempo reagisce anche la Borsa, con il Ftse Mib che amplia le perdite (-0,6%). Dopo un’apertura positiva il comparto bancario ha invertito la rotta, andando sempre più giù col passare dei minuti. Banco Bpm è la peggiore (-4,24%). In forte ribasso anche Bper e Unicredit che cedono entrambe il 3,24%. -3,15% per Ubi, -2,86% per Intesa Sanpaolo.

IL VIDEO COMMENTO DI ERNESTO AUCI

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