Frena più del previsto l’economia della Cina, a conferma delle difficoltà a superare gli scompensi provocati dal contagio, nonché gli effetti della crisi immobiliare aperta dalla frana di Evergrande, anche se il governatore della Banca centrale ha garantito che la situazione è “controllabile”. L’incremento del 4,9% del Pil nel periodo luglio-settembre si confronta con il +7,9% del secondo trimestre: gli analisti avevano messo in conto il rallentamento ma erano più ottimisti, il consensus era +5,2%. A settembre, poi, la produzione industriale è aumentata del 3,1%, rispetto al +3,1% del consensus. I consumi resistono, le vendite al dettaglio sono salite del 4,4%, in miglioramento dal +2,5% di agosto: gli analisti si aspettavano +3,5%. Il governo ostenta tranquillità: a fine anno, una volta eliminato il rischio Covid -19, la crescita del Pil potrebbe centrare l’obiettivo del 6%. I dati in arrivo da Pechino hanno comunque rallentato i listini asiatici dopo il fine settimana.
UN MISSILE CINESE SUI MERCATI: SHANGHAI PERDE L’1,4%
Stamattina l’indice Bloomberg APAC è in flessione dello 0,4%, mentre l’MSCI Asia Pacific è al primo calo dopo quattro giorni di rialzo. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1,4%. Hang Seng di Hong Kong -0,3%. Nikkei di Tokyo -0,3%, Kospi di Seul -0,1%, BSE Sensex +0,7%.
La notizia del rallentamento dell’economia del Drago cade all’indomani di una nuova inquietante conferma dell’ascesa della potenza tecnologica e militare della Cina. Ad agosto, rivela il Financial Times, la Cina ha collaudato un nuovo missile ipersonico in grado di trasportare a lunghissima distanza una testata nucleare senza farsi intercettare. Il velivolo planante è stato agganciato a un missile “Long March” e ha percorso a bassa orbita tutta la superficie del pianeta prima di raggiungere il luogo designato per l’impatto, poi mancato di appena 24 miglia.
PETROLIO: C’È CHI SCOMMETTE SUI 200 DOLLARI A FINE 2022
Non solo Cina. Ad accendere i riflettori sull’inflazione è la corsa dell’energia che si riflette in nuove e azzardate incursioni speculative sul petrolio. Il Wall Street Journal rivela stamane che sono stati stipulati contratti derivati sull’oro nero che scommettono su un prezzo di 200 dollari al barile entro la fine del 2022. Per ora, comunque, le quotazioni si mantengono sui massimi: il greggio texano tratta oltre gli 83 dollari, il Brent a 85,58 dollari il barile.
FUTURE S&P IN CALO, T-BOND DEBOLE
Il future dell’indice S&P500 di Wall Street è in lieve calo. Il Treasury Note a dieci anni si indebolisce a 1,61% di rendimento, +4 punti base. Ha destato più di un timore stanotte il dato sui prezzi al consumo in Nuova Zelanda: nel terzo trimestre l’incremento è stato del 4,9%, dal +3,3% del secondo trimestre. Per trovare un aumento di questa portata si deve andare indietro di dieci anni.
Tuttavia, negli Stati Uniti la curva dei tassi non registra alcun surriscaldamento dell’inflazione: lo spread tra il Treasury a cinque anni e quello a trent’anni scende a 90 punti base, sui minimi da aprile 2020.
OGGI AL VIA IL PRIMO ETF SUL BITCOIN
Grande fermento attorno alle valute virtuali. Oggi è previsto il debutto del primo Etf in Bitcoin che dovrebbe prendere il via tra stasera e domani con il tacito benestare della Sec. Nell’attesa, la criptovaluta è tornata ai massimi da aprile, sfiorando i 62mila dollari. Sempre oggi Riot blockchain presenterà quella che dovrebbe essere la più importante miniera di Bitcoin del mondo, destinata a prendere il posto di quelle cinesi dichiarate fuori legge da Pechino.
RIFLETTORI SULLE TRIMESTRALI. DOMANI TOCCA A NETFLIX
Al centro dell’attenzione dei mercati restano, dopo l’esordio scintillante, le trimestrali Usa, che per ora oscurano le preoccupazioni per l’aumento dell’inflazione, le tensioni sull’energia e i problemi della distribuzione ben illustrati dal numero record delle navi container in attesa di sbarcare merci nei porti (572 nel fine settimana).
L’esame dei conti delle corporation Usa, dopo gli ottimi risultati di Goldman Sachs (+3,8%) e delle altre grandi banche Usa, torna nel vivo domani con le aziende dell’industria e dei consumi come Johnson&Johnson, Procter & Gamble e Philip Morris. Un’attenzione particolare merita Netflix, in grande spolvero grazie al successo planetario del coreano “Squid Game” (111 milioni di spettatori nelle prime due settimane in 80 Paesi). Mercoledì toccherà a Tesla e a Verizon. Giovedì toccherà invece ad At&t, Intel e Snap. In attesa dei conti, invece, Amazon e Google dovranno fare i conti con l’iniziativa di legge antitrust che sarà presentata in settimana contro i big di Internet da parte di una pattuglia di senatori bipartisan.
In attesa del più volte anticipato “tapering”, la scena macro sarà occupata dalla presentazione del beige book, dai dati sulla produzione industriale e sull’impiego della capacità produttiva. Importante anche l’indice del mercato immobiliare Nahb e gli acquisti netti di attività finanziarie.
LA RUSSIA AUMENTA I TASSI
Intanto non mancano le novità sul fronte delle banche centrali. Dopo l’aumento del costo del denaro a Singapore, è previsto in settimana un ritocco al rialzo dei tassi in Ungheria e, soprattutto, in Russia, a fronte della forte crescita dell’export di energia. In contro tendenza la Turchia: Erdogan, che licenzia governatori come un presidente di Serie A si libera di allenatori, giovedì chiederà all’ultimo banchiere centrale un nuovo taglio, convinto com’è che l’inflazione si combatta con la ripresa a ogni costo, anche deprimendo la lira.
LA BCE PREPARA NUOVI INTERVENTI, IN ARRIVO I DATI PMI
Mercoledì saranno pubblicati i dati Ue e britannici sull’inflazione a settembre, giovedì quelli europei sulla fiducia dei consumatori a ottobre. Intanto la Bce sta pensando a un innalzamento del limite sugli acquisti di obbligazioni emesse dall’Ue, con una mossa che aumenterebbe la flessibilità negli schemi di acquisto.
La pubblicazione venerdì dei dati Pmi dell’Eurozona, del Regno Unito e dell’Australia consentirà di avere un quadro più preciso dei danni provocati dalla crisi delle catene produttive e distributive nell’economia globale.
AL VIA LA MANOVRA DRAGHI, UN TESORETTO DA 25 MILIARDI
Sul fronte italiano l’attenzione è rivolta alla prima finanziaria dell’era Draghi. Oggi sarà spedito alla Commissione di Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, con la griglia delle misure che finiranno nella Finanziaria. Entro mercoledì dovrebbe essere varata la manovra vera e propria, ma tutto fa pensare che ci sarà uno slittamento, d’altra parte la scadenza del 20 ottobre non è perentoria. Le risorse in campo saranno di poco superiori a un punto di Pil, fino a circa 25 miliardi. L’obiettivo è spingere la crescita dell’economia.
Riflettori accesi anche sulla possibile seconda proroga del governo degli aiuti fiscali alle fusioni bancarie: scadono a dicembre, ma potrebbero arrivare fino a metà 2022. In ballo c’è il negoziato ancora in corso tra il Tesoro e Unicredit.
DIVIDENDI: PAGANO GENERALI, INTESA E MEDIOLANUM
Giornata di cedole a Piazza Affari. Nel listino principale pagano i dividendi Banca Mediolanum (0,75333 euro – seconda tranche), Generali (0,46 euro – seconda tranche), IntesaSanpaolo (0,0996 euro – esercizio 2019) e Unipol (0,28 euro – esercizio 2019); tra le MidCap, Banca Ifis (1,1 euro – esercizio 2019); nel segmento Star, Marr (0,35 euro – esercizio 2019); infine, nell’Aim Italia, Ilpra (0,03 euro).
ACCORDO SULLE BATTERIE TRA STELLANTIS E LG
Da segnalare stamane l’accordo tra Stellantis e Lg per la creazione di una jv per produrre batterie per auto elettriche rivolta al mercato americano.