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Pil, Bankitalia riduce a +0,5% la stima 2020

Imagoeconomica

Un po’ meglio quest’anno, un po’ peggio l’anno prossimo. E’ questa la stima aggiornata sul Pil italiano da parte di Bankitalia, che rivede in “marginale” rialzo allo 0,2% (da +0,1%) il dato per il 2019, mentre si indebolirebbe nel biennio successivo, portandosi allo 0,5% (da +0,8%) nel 2020 e allo 0,9% nel 2021, per poi risalire all’1,1% nel 2022. Rispetto alle precedenti proiezioni di luglio, la stima risente per il 2020 della più accentuata debolezza del quadro internazionale in larga parte, ma non interamente, compensata dallo stimolo proveniente dai più bassi tassi di interesse.

La Banca d’Italia ha aggiunto che alla crescita del prodotto contribuiranno sia i consumi delle famiglie sia gli investimenti in beni strumentali, spinti da condizioni di finanziamento favorevoli. Ma la crescita resterà più moderata rispetto a quella osservata nell’ultimo triennio, riflettendo l’accresciuta incertezza sulle prospettive della domanda. Le esportazioni aumenterebbero in linea con la crescita moderata della domanda estera per i prodotti italiani, mentre per quanto riguarda l’occupazione si espanderebbe in media a tassi lievemente inferiori a quelli del prodotto. Il tasso di disoccupazione medio annuo è visto al 10% (10,2 la stima di luglio) per il 2019, al 9,7% (10,2) nel 2020 e al 9,6% (10,0) nel 2021.

Lo scenario macro della Banca d’Italia si basa sull’ipotesi di un rafforzamento molto graduale del commercio mondiale, dopo la battuta di arresto osservata nel corso del 2019. Il profilo dei tassi di interesse e del prezzo del greggio è quello implicito nelle quotazioni dei mercati nelle dieci giornate lavorative terminanti il 19 novembre ed incorpora un rendimento dei titoli di Stato decennali più basso che nell’esercizio previsivo di luglio (di circa 50 punti base nel 2019 e 90 punti base nel biennio 2020-21), grazie alla politica monetaria più espansiva e alla riduzione dei premi per il rischio sovrano.

In accordo con le linee guida dell’Eurosistema lo scenario non incorpora gli effetti dell’aumento delle imposte indirette previsto dalle clausole di salvaguardia ancora attive per il biennio 2021-2022. Lo scenario delle nuove proiezioni macroeconomiche, osserva infine Bankitalia, è soggetto a vari rischi: l’incertezza globale, le tensioni commerciali e l’andamento dell’attività economica dei nostri principali partner europei, che potrebbero ripercuotersi sulle nostre esportazioni e sulla propensione a investire delle imprese, nonchè alla possibilità che nuovi episodi di volatilità finanziaria si riflettano sui costi di finanziamento di famiglie e imprese.

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Categories: Economia e Imprese