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Pil 2020: Italia (-8,2%) e Germania (-4,3%) meglio delle attese

Imagoeconomica

Alla fine il Pil italiano perderà nel 2020 “solo” l’8,2%, facendo meglio di quasi tutti i nostri partner europei. A fare la stima è l’Istat, che ha anche pubblicato un primo dato sul terzo trimestre da poco concluso: la ripresa delle attività dopo il crollo nel secondo trimestre (-18%) ha riportato il prodotto interno lordo ai livelli della prima metà del 2015, con un balzo del 16,1% sul trimestre precedente, anche se ovviamente in calo rispetto allo stesso periodo del 2019, del 4,7%. Il terzo trimestre ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente. “La ripresa – dice l’Istat – è diffusa a tutti i comparti economici e dal lato della domanda è trainata sia dalla componente nazionale (al lordo delle scorte), sia dalla componente estera”.

“Il notevole rimbalzo del Pil nel terzo trimestre, superiore a quanto stimato dalla maggior parte dei previsori e da noi stessi – è il commento a caldo del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – testimonia la capacità di risposta dell’economia e la correttezza ed efficacia delle misure adottate. L’entità dell’aumento del Pil è tale che la previsione della Nadef per il 2020 resterà valida anche nell’eventualità che ci sia una flessione nel quarto trimestre, se ci saranno misure più restrittive, il Pil 2021 potrebbe essere inferiore allo scenario della Nadef, cioè +6%, ma la ripresa sarebbe solo rinviata non pregiudicata”.

Istat ha diffuso anche i dati dell‘inflazione e dell’occupazione. Nel mese di ottobre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e una diminuzione dello 0,3% su base annua (da -0,6% di settembre). “Anche a ottobre l’inflazione al netto delle componenti più volatili, tra le quali quella degli energetici – caratterizzati dalla persistenza di tendenze negative dei prezzi – pur accelerando, rimane modesta”, scrive l’istituto di statistica. Segnali di ripresa pure dall’occupazione, con la disoccupazione che a settembre è scesa rispetto ad agosto al 9,6% (anche se rimane superiore ai livelli pre-Covid di febbraio) e sotto il 30% tra i giovani. Nel complesso il tasso di occupazione è salito al 58,2% (+0,1 punti percentuali).

Cosa succede invece in Europa? Secondo Eurostat, a settembre il tasso di disoccupazione nell’area euro è risultato stabile all’8,3% rispetto ad agosto e in rialzo dal 7,5% rispetto a un anno prima. Ad ottobre invece una stima flash ha rilevato che il tasso di inflazione annuale nell’area euro è stabile a -0,3%, rispetto a settembre. Quanto ai Pil dei singoli Paesi, la Francia rimbalza più di noi nel terzo trimestre (+18%), ma chiuderà l’anno con una perdita dell’11%, un punto in più rispetto al -10% precedentemente stimato. In Spagna il Pil è rimbalzato del 16,7% nel terzo trimestre rispetto al trimestre precedente, e la stima sull’intero 2020 parla di un -8,7%. Meglio di tutti fa la Germania, che nel terzo trimestre batte le attese con un +8,2% (ci si aspettava meno del 7%) e che soprattutto limiterà di parecchio i danni sull’anno solare, visto che l’economia dovrebbe cedere solo il 4,3% contro attese per un -5,7%.

Il rimbalzo dei Pil nel terzo trimestre in qualche misura ha rianimato le Borse che rimangono, però prudenti. A Milano Ftse Mib +0,09%, Parigi +0,05%, Madrid +0,21%, Londra-0,28%, Francoforte – 0,45%.

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Categories: Economia e Imprese