Nel 2015 la ripresa dell’economia italiana prenderà slancio, con il Pil che a fine anno arriverà a far segnare una crescita dello 0,7%. Oltre ai consumi, torneranno a salire gli investimenti (+0,4% quest’anno, seguito da incrementi superiori al 3% sia nel 2016 sia nel 2017), mentre il Jobs act spingerà l’occupazione: se il tasso di disoccupazione rimarrà fermo al 12,58% (frenato dalla crescita dell’offerta di lavoro), nel 2015 si registreranno comunque 110mila occupati in più. Intanto, il quantitative easing della Bce contribuirà a ridurre la spesa per interessi del nostro Paese dal 4,4 al 4,2% entro il 2016. E’ questo il quadro che emerge dal rapporto di previsione presentato questa mattina a Bologna da Prometeia, che in precedenza stimava per quest’anno una crescita del Pil non superiore al mezzo punto percentuale. In tema di titoli di Stato, la società di analisi vede ora lo spread Btp/Bund a 10 anni scendere sotto i 100 punti base nell’autunno 2015 per poi mantenersi a quota 90, mentre il rendimento del titolo 10 anni è atteso a 1,3% a fine 2015.
Nel dettaglio, sul fronte degli investimenti, “la correzione al ribasso nel settore delle costruzioni è attesa proseguire ancora per qualche trimestre – si legge nell’analisi -. La ripresa dovrebbe materializzarsi sul finire dell’anno in corso e procedere nei prossimi due con una relativa gradualità trainata dalla componente non residenziale che beneficerebbe anche del piano messo a punto dalla Commissione Europea”.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, invece, “solo se la ripresa si avvierà con sufficiente vigore e influenzerà positivamente le attese delle imprese – scrive Prometeia – gli incentivi esistenti potranno spostare decisamente le assunzioni verso il contratto dipendente a tempo indeterminato e ridurre veramente quell’elevato grado di segmentazione che è una delle caratteristiche più negative del nostro mercato del lavoro”.
Inoltre, “rimanendo un grado di incertezza ancora molto elevato sull’attuazione della normativa – prosegue il rapporto -, Prometeia continua a prevedere che la forza della ripresa della domanda di lavoro sarà modesta. A partire dal prossimo anno la crescita dell’occupazione potrà divenire più consistente e regolare, nell’ordine di 45/50 mila unità di lavoro a trimestre, ma il riassorbimento della disoccupazione avverrà comunque a rilento. A fronte del milione e 600 mila di unità di lavoro (970 mila occupati) perse dal 2007, nei prossimi tre anni se ne potranno recuperare molti meno, così che la disoccupazione scenderà dai 3.4 milioni attuali a 2.9 milioni alla fine del 2017, l’11.3 per cento delle forze di lavoro”.