Acune sue sculture adornano ancora oggi i parchi e i giardini così come le strade di Parigi, come la Fontaine Avril situata nei giardini del Palais Galliera. Un artista dell’Art Noveau formatosi in pittura da Gervex e Roll poi in scultura da Dalou, l’artista è un vero tocco che riguarda l’esperienza. Si interessò alle arti decorative ma anche all’incisione per la quale inventa nuove tecniche. Questa mostra è resa possibile dalla donazione da parte della sua famiglia di un eccezionale set di 4.000 pezzi provenienti direttamente dal suo studio, è suddivisa in 7 capitoli intorno a un centinaio di opere. Il permesso di presentare le diverse sfaccettature e l’originalità del suo lavoro.
Durante la sua carriera di artista, Pierre Roche non smette di viaggiare: in Svizzera, in Inghilterra, attraverso la Francia, ma anche in Oriente (Egitto, Algeria). Disegna e dipinge ad acquerello ciò che vede nei quaderni o su fogli liberi. Costituisce una somma di motivi che poi declina in varie forme. Le sue gipsografie (rilievo o stampa a sbalzo ricavate da una matrice in gesso), da Fez a Parigi, dall’Egitto a Maiorca, testimoniano il suo appetito per nuovi orizzonti. Fauna e flora L’arte di Pierre Roche è al crocevia di Art Nouveau, Giaponismo e Simbolismo. Forme animali e vegetali popolano il suo universo artistico e invadono le sue stampe, compresi i menu delicati e gli inviti che compone. Questa ispirazione che trae dalla natura si trova anche nei suoi alguiers (erbario delle alghe) la cui raccolta di forme e colori funge da ispirazione diretta per molti disegni e stampe.
Loie Fuller “Pierre Roche era molto vicino al ballerino lui ha rappresentato nel disegno, nella scultura, nel restauro modo virtuoso il dispiegarsi dei suoi veli completo da uomo. Il Petit Palais possiede entrambe le copie Il lavoro di Pierre Roche e le sue prove di layout e colorazione, ma anche la copia autografa di Loïe Fuller “al mio grande amico Pierre Roche”. Poster in lamina d’oro Per il Salon des Cent dedicato alle arti grafiche, organizzato dalla rivista La Plume, Pierre Roche ne crea due manifesti spettacolari per i quali usa la foglia D’oro. Questi poster sono rappresentativi del suo gusto per materiali rari e la ricerca di processi creativi innovativo come l’eglomizzazione, una tecnica che sovrappone il pergamena, carta o fogli di mica a fogli oro o argento per creare opere fragili.”
Le sue opere sono spesso destinate ai suoi amici collezionisti, critici d’arte o artisti; la produzione di Pierre Roche aveva un carattere confidenziale che spiega sicuramente rimase sconosciuto al grande pubblico. Tra i suoi parenti ci sono Aimé-Jules Dalou, Siegfried Bing, Jean-Paul Laurens, Paul Vitry, Roger Marx, Louis Vauxelles o Joris-Karl Huysmans, di cui scolpisce il busto e illustra per lui il frontespizio della Cattedrale (1897).
La morte e la guerra occupano un posto importante nella produzione dell’artista, dove sono illustrati figure mitologiche e allegoriche come L’Ankou, personificazione della morte in Bretagna e The Reaper. L’artista ha anche lavorato in un registro commemorativo della prima guerra mondiale, creando medaglie dalla potente composizione declinate gispografie e gipsotipi. Crea così la Storia metal of War, una collezione di circa un centinaio medaglie dal 1914 al 1918 e persino tenuto una conferenza sull’argomento al Petit Palais da poche settimane prima di morire.