Dopo tre trimestri consecutivi all’insegna della contrazione, le aspettative delle imprese piemontesi tornano in territorio positivo. È quanto emerge dall’ultima indagine congiunturale condotta a marzo dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino, che ha coinvolto circa 1.300 aziende manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale regionale. Un segnale importante, che arriva nonostante le incognite di uno scenario economico globale ancora instabile, aggravato dall’introduzione – poi posticipata di 90 giorni – dei dazi statunitensi.
Produzione, occupazione e ordini in ripresa
Le aziende esprimono fiducia per il secondo trimestre del 2025: migliorano le attese su occupazione (+7,0%), produzione (+4,4%) e ordini (+2,9%). Restano invece negativi i saldi relativi all’export (-3,6%) e alla redditività (-5,2%), condizionati dalla prospettiva dei nuovi dazi. Nonostante queste ombre, gli investimenti non rallentano: oltre il 70% delle imprese prevede spese in capitale fisso, con un quarto che punta all’acquisto di nuovi impianti, in crescita rispetto al trimestre precedente.
L’indice di utilizzo degli impianti rimane stabile al 77%, mentre cala leggermente il ricorso alla cassa integrazione, attivata dal 10,5% delle imprese, con un’incidenza maggiore nel manifatturiero (14,1%).
Manifattura cauta, terziario in slancio
Il quadro settoriale è tutt’altro che omogeneo. Nella manifattura prevale la prudenza (saldo sulla produzione a +1,7%), mentre il terziario continua a beneficiare della dinamica espansiva post-pandemia, con un saldo positivo del +10,4%. La minore esposizione all’export rende il comparto dei servizi meno vulnerabile alle tensioni internazionali.
Nel dettaglio, nel manifatturiero migliorano le previsioni per alcuni settori: cartario-grafico (+24,1%), edilizia e impiantisti (+15,3%), chimica (+10,4%) e tessile-abbigliamento (+5,9%). Al contrario, permane la crisi della metalmeccanica (-6,1%), con un picco negativo nell’automotive (-24,6%) e segnali sfavorevoli anche nella meccatronica (-2,7%).
Tutti i comparti del terziario esprimono ottimismo, in particolare l’Ict, che registra un saldo del +23%.
Grandi imprese più fiduciose, l’export continua a pesare
Si conferma il divario strutturale tra le grandi imprese e quelle di dimensioni ridotte. Le aziende con meno di 50 dipendenti mostrano un saldo di fiducia sulla produzione del +3,2%, contro il +7,2% di quelle con oltre 50 addetti. A pesare è soprattutto la quota di export sul fatturato: le imprese più orientate ai mercati esteri hanno aspettative più caute. Quelle che esportano meno del 10% registrano un saldo del +7,3%, che scende progressivamente fino al -0,5% tra chi esporta oltre il 60%.
Preoccupano, a livello generale, i possibili rincari su energia, materie prime e logistica. Resta stabile la dinamica dei tempi di pagamento, mentre cresce il numero di imprese con ordini a medio-lungo termine.
Il dettaglio territoriale: luci e ombre tra le province
A livello territoriale, le attese sulla produzione si presentano eterogenee. Positiva la situazione a Verbania (+15,7%), Asti (+11,4%), Biella (+7,5%, dopo sette trimestri in negativo), Cuneo (+6,7%) e Torino (+4,5%). Più contenuto l’ottimismo ad Alessandria (+3,5%) e Novara (+2,5%). Male invece Vercelli (-4,8%) e il Canavese (-7,1%).
Torino, segnali di tenuta nonostante l’automotive
Nel capoluogo piemontese, il 22,2% delle imprese prevede un aumento della produzione nel secondo trimestre, contro il 17,6% che ne prevede una riduzione. Il saldo, pari a +4,5%, migliora nettamente rispetto allo 0,3% del trimestre precedente.
Il manifatturiero torinese resta però in sofferenza (-1,8%), penalizzato dalla crisi dell’automotive. Migliorano gli ordinativi (+1,6%) e le attese sull’occupazione (+4,3%). Buona la propensione agli investimenti, con il 23% delle aziende che ha in programma l’acquisto di nuovi impianti. La cassa integrazione riguarda l’11,1% delle imprese (16,9% nell’industria), mentre l’utilizzo degli impianti scende lievemente al 76%. Come a livello regionale, l’export registra un saldo negativo (-4,7%).
“I dati congiunturali relativi al secondo trimestre del 2025 sorprendono in positivo, segnalando una tenuta migliore delle attese per l’economia piemontese. Un risultato tutt’altro che scontato, soprattutto dopo mesi di annunci sui dazi che espongono a notevoli rischi il nostro export. L’andamento che registriamo dalle risposte che compongono questa indagine conferma, invece, la resilienza del nostro sistema produttivo, capace di adattarsi rapidamente a scenari altamente complessi grazie alla forza delle filiere, alla qualità del ‘Made in’ e alla capacità di presidiare mercati strategici a livello globale. Si tratta di un segnale importante, che va colto per continuare a investire, innovare e rafforzare la competitività per trasformare questa ripresa in crescita strutturale” ha commentato Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.