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Piemonte: imprese prudenti per il terzo trimestre 2024

FIRSTonline - Matteo Lirosi

Dopo un secondo trimestre in recupero, i saldi ottimisti – pessimisti per produzione, ordini e redditività si attestano su valori negativi, mentre le impresi delle imprese piemontesi tornano ad essere prudenti per il III trimestre del 2024. È quanto emerge dalla consueta indagine trimestrale, realizzata a giugno da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, raccogliendo le valutazioni di oltre 1.300 realtà manifatturiere e dei servizi.

Le previsioni sul terzo trimestre 2024

Viaggiano in ribasso anche le previsioni per le esportazioni, mentre si inverte la forbice dimensionate con le imprese di maggiori dimensioni che esprimono attese meno positive, rispetto a quelle più piccole. “Tuttavia, va notato che il dato complessivo piemontese è sintesi di un andamento settoriale divergente. Da un lato il comparto manifatturiero, in sofferenza, con indicatori in calo e cassa integrazione in aumento, soprattutto in alcuni settori. Dall’altro, un terziario che prosegue la crescita iniziata dopo la pandemia e sembra non risentire delle tensioni sui mercati internazionali”, spiega l’indagine.

A livello complessivo si mantengono positivi investimenti, tasso di utilizzo degli impianti e tempi di pagamento, varia poco il carnet ordini. Aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali, soprattutto nell’industria, che resta comunque su livelli storicamente bassi.

A livello settoriale invece, nell’industria si registrano andamenti differenziati. I saldi ottimisti – pessimisti sono sotto la media regionale per tessile, metalmeccanica, gomma plastica, chimica e manifatture varie (gioielli, giocattoli, ecc.). Restano positivi alimentare, cartario-grafico, legno, edilizia. Infine nel terziario tutti i comparti esprimono attese favorevoli; in particolare ICT, servizi alle imprese e trasporti.

“È evidente come pesino sulle previsioni per questo terzo trimestre, da un lato le incertezze legate alle varie tornate elettorali appena concluse, ma soprattutto il rallentamento della produzione industriale sia in Francia che in Germania. E trattandosi dei nostri due principali partner commerciali, l’effetto sulle nostre esportazioni e soprattutto sulle filiere dentro cui operano, è immediato”, analizza Andrea Amalberto, Presidente di Confindustria Piemonte.

“Dai risultati della nostra indagine emerge chiaramente quanto le nostre imprese siano realiste e quindi ben consapevoli che anche nei prossimi mesi la situazione economica non solo del nostro territorio, ma mondiale dovrà attraversare forti turbolenze, nonostante alcuni segnali positivi come la parziale discesa dell’inflazione. Vorrei ribadire che la via d’uscita dalle situazioni di crisi si può e si deve trovare grazie alla stretta cooperazione e al continuo dialogo tra mondo economico-industriale ed istituzioni pubbliche forti ed autorevoli, a ogni livello”, commenta Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali Torino.

Le previsioni delle industrie piemontesi

Passando al Piemonte, per i tre mesi da luglio a settembre, le previsioni risentono dell’incertezza economica e politica globale: il 18,6% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 18,8% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a -0,1% (era 7,7% a marzo). Stesso trend per le attese sugli ordini, (saldo del -1,1%).

Positive le attese sull’occupazione, con il 16,3% delle imprese che ne prevede un aumento, il 9,0% che ne prevede la riduzione e un bilancio ottimisti-pessimisti pari a +7,3% (era 11,6% la scorsa rilevazione).

Come negli ultimi 5 trimestri, restano negative le aspettative sull’export (saldo ottimisti-pessimisti pari a -7,2%), mentre il livello degli investimenti rimane buono (25,9% contro il 24,1% di marzo). In leggero rialzo il ricorso alla cassa integrazione, utilizzata dal 10,4% delle imprese. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (78%). Il calo delle esportazioni incide negativamente sulle attese delle imprese di grandi dimensioni, invertendo la tradizionale forbice rispetto alle aziende sotto i 50 addetti, generalmente più prudenti. Nella rilevazione di giugno, infatti, le grandi imprese registrano un saldo negativo (-3,0%), mentre le piccole esprimono attese più favorevoli (+1,2%).

A livello territoriale, si osservano attese positive per la maggior parte delle province. Sono superiori alla media regionale per Verbania (+19,4%), Cuneo (+7,2%), Novara (+4,0%), Canavese (+3,3%), Torino (+3,1%) e Alessandria (+2,4%). In difficoltà, con saldi negativi, Biella (-23,8%), Vercelli (-13,6%) e Asti (-11,1%).

A livello settoriale, il calo più consistente riguarda: il tessile-abbigliamento (-32,2%), in crisi da 5 trimestri, la gomma-plastica, che registra un saldo pari a -9,8%, la chimica (-6,1%) e manifatture varie (gioielli, giocattoli, ecc.), con un bilancio del -5,9%. Segno negativo anche per la metalmeccanica (-12,0%), soprattutto automotive (-31,1%), metallurgia (-15,9%), meccatronica (-11,8%). Buona performance per alimentare (+6,5%), edilizia e impiantisti (+6,1%), cartario – grafico (+16,7%) e legno (+15,8%%).

Torino si conferma al di sopra della media regionale

A giugno 2024 le indicazioni delle imprese torinesi risultano nuovamente, nel complesso, più favorevoli rispetto a quelle dell’intero campione piemontese. Le attese per occupazione, ordini e produzione sono ancora positive anche se, differenziando per settore, si osserva una dicotomia tra un terziario in espansione e una manifattura ancora in assestamento, dopo un 2023 di incertezza.

Come per il Piemonte, restano negative le previsioni sull’export, con scambi commerciali resi difficoltosi dal rallentamento dell’economia tedesca e dalle guerre commerciali in atto tra Usa, Cina ed Europa. Rimane contenuto il ricorso alla cassa integrazione: in aumento nell’industria, ma comunque ancora al di sotto della media storica. Varia poco il tasso di utilizzo delle risorse. Come prevedibile, gli investimenti rallentano leggermente, dopo l’aumento registrato a marzo. Circa un terzo delle imprese ha ordini garantiti per oltre 6 mesi. Rimane buona la redditività, soprattutto nel terziario, analogamente a quanto osservato a livello regionale.

Parlando in termini percentuali, per il terzo trimestre 2024 il 20,5% delle aziende torinesi prevede un aumento della produzione, contro il 17,5% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +3,1%, resta positivo, pur in calo di oltre 11 punti percentuali rispetto alla rilevazione di marzo. Confrontando la situazione con quella piemontese, dove il bilancio è quasi nullo, Torino mostra un vantaggio di 3 punti. Trend analogo si osserva per gli ordinativi, con un saldo del 5,4% in calo di oltre 7 punti rispetto alla scorsa rilevazione. 

Positive le attese sull’occupazione, che registrano un bilancio pari a +9,0%. Varia poco la propensione ad investire, con il 22,2% di imprese con programmi di spesa significativi. Tale quota risulta inferiore di oltre 3 punti rispetto alla media piemontese. Aumenta il ricorso alla cassa integrazione, che interessa il 9,3% delle imprese (il 14,7% nell’industria). Invariato il tasso di utilizzo di impianti e risorse (79%), che rimane sui valori medi di lungo periodo. Come a livello regionale, nel capoluogo si registra il calo delle esportazioni (-9,4% il saldo ottimisti – pessimisti). Si inverte la tradizionale forbice tra imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti) e imprese di minori dimensioni (sotto i 50 addetti), con attese sulla produzione rispettivamente pari a -2,0% e +5,8%, per il prossimo trimestre.

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Categories: Economia e Imprese