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Piazza Affari tiene ma le banche e Leonardo frenano

I listini europei riprendono quota guidati da Madrid – Piazza Affari recupera nel finale (+0,2%) ma viene frenata dalle banche sulla scia degli enigmi Carige e Creval – Giù anche Leonardo – In controtendenza Buzzi, Prysmian, Ferragamo e Mediaset

Piazza Affari centra un rimbalzino +0,22% e chiude a 22.206 punti. Fra le blue chip brilla Buzzi, +3,18%. Bene anche Mediaset +2,16%, nel giorno in cui la Corte d’appello di Milano azzera l’assegno mensile da 1,4 milioni di euro che Silvio Berlusconi doveva versare all’ex moglie Veronica Lario. Appesantiscono il paniere i titoli bancari, con l’indice del settore che cede lo 0,5%. Il peggiore è Creval -19,01%.

Positivi gli altri listini europei, dopo le prese di beneficio delle scorse sedute: Madrid +0,75%; Parigi +0,66%; Francoforte +0,55%; Londra +0,19%. Opening bell intonata a Wall Street, con le richieste settimanali di disoccupazione aumentate più delle attese e la produzione industriale cresciuta dello 0,9% su base mensile. Ieri il Dow Jones ha chiuso la seduta peggiore da circa un mese, mentre al momento viaggia in buon rialzo frazionale. Fa anche meglio il Nasdaq, che guadagna oltre un punto percentuale. Bene in avvio Cisco, Wal-Mart, Apple, Amazon. Poco mosso il cambio euro-dollaro, attorno a 1,176. Arretra lievemente il petrolio, Brent -0,18%, 61,76 dollari al barile. E altrettanto modestamente avanza l’oro, che scambia vicino a 1280 dollari l’oncia.

Stabile il rendimento del Btp 10 anni a 1,84%, ma il Bund rosicchia ancora posizioni e lo spread sale dello 0,34%, 146.00 punti base. Il secondario italiano comincia probabilmente a risentire della massiccia offerta di questa settimana sul primario. Un riflesso rallentato, secondo gli operatori, dall’effetto dell’upgrade di S&P, dalla politica accomodante della Bce e da buone cifre macroeconomiche.

Giornata di passione in Piazza Affari sul fronte bancario, con la doccia fredda di Carige che, in apertura, comunica la mancata costituzione del consorzio di garanzia per l’aumento di capitale da 560 milioni. Il titolo resta sospeso tutta la seduta, ma il settore è sensibile, anche perché il tema delle scelte della Bce sugli Npl resta sempre sullo sfondo. 

Sul Ftse Mib Banco Bpm, -2,86%; Bper -2,72% e Ubi -2,56%, sono fra i titoli peggiori della seduta. Fuori dal listino principale sprofonda Creval (-19,01%), dopo essere rimasto fermo per ore  fermato in asta di volatilità, male Banca Popolare di Sondrio -4,25% e Mps -4,13%. 

Fra le big soffre Leonardo, -3,51%, dopo il parziale recupero di ieri e in una settimana di perdite pesantissime. Debole Tenaris -1,08%.

Gli acquisti premiano Buzzi e Prismyan +3,01%. Rialza la testa Ferragamo, +2,2%. Bene Stm, +1,99%, su cui Moody’s alza a ‘Baa3’ da ‘Ba1 il rating, con outlook che passa a stabile da positivo. Complessivamente ben intonato il settore auto a livello europeo, col dato sulle immatricolazioni in crescita in ottobre del 5,6% rispetto allo stesso periodo 2016. Fca +1,78%; Ferrari +1,63%.  

Fuori dal paniere principale Astaldi guadagna il 7,13%, dopo aver perso circa il 60% nelle scorse sedute, con l’annuncio di un rafforzamento patrimoniale da 400 milioni e in scia all’esposizione al Venezuela in default.

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