L’economia europea avanza e le Borse, oggi orfane di Tokyo e di Wall Street, seguono con prudenza. Piazza Affari segna un progresso dello 0,12%, indice Ftse Mib un filo sotto quota 22.400 punti. Variazioni simili per Parigi e Madrid. Ancora in ribasso Francoforte (-0,1%), il mercato più legato all’industria, meno a banche e petrolio.
La circostanza stupisce visti i nuovi primati della manifattura europea, come emerge dall’andamento degli indici Pmi, basati sugli acquisti delle imprese. La lettura “flash” dell‘indice elaborato da Ihs Markit per l‘intero blocco ha evidenziato questo mese un balzo a 57,5, al massimo dall‘aprile 2011, oltre le attese degli economisti. “Pensavamo di aver raggiunto un picco qualche mese fa, pertanto siamo di fronte a una sorpresa. Sembra avere le caratteristiche di una ripresa ad ampio spettro”, spiega Chris Williamson, economista di Ihs Markit. Anche per dicembre le prospettive sembrano rosee.
Non sembra pesare invece il brusco tonfo dei listini cinesi. Stamattina l’indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen ha chiuso in calo del 3%: per trovare una variazione giornaliera così negativa bisogna tornare ad agosto.
Il dollaro si indebolisce contro euro: cross 1,183, +0,2%. Il mercato obbligazionario è in lieve calo a metà seduta, con spread e rendimenti a 10 anni che restano poco oltre i minimi da circa un anno toccati un paio di settimane fa, in attesa dei resoconti del consiglio di politica monetaria della Banca centrale europea.
Il tasso del decennale italiano si attesta a 1,774% da 1,763% del finale di seduta di ieri; lo spread con l’analoga scadenza del Bund si attesta a 142 punti.
Il petrolio Brent passa di mano a 63,20 dollari, Wti a 57,90 dollari, ieri la tipologia statunitense si è spinta sui nuovi massimi dal 2015 a 58,10 dollari. A Piazza Affari Saipem -0,96%. Stamattina Credit Suisse ha ribadito la raccomandazione Underperform (farà peggio della borsa), ritoccando il target price a 2,75 euro da 2,55 euro. Un prezzo obiettivo molto al di sotto dell’ultima quotazione. Invariata Tenaris. Eni -0,14%: ieri la procura di Roma ha fatto sequestrare i sistemi di misurazione del petrolio in 13 regioni; l’azienda si ritiene parte lesa.
Sul listino italiano la miglior blue chip è Telecom Italia (+4%). L’ad Amos Genish ha ribadito la disponibilità a collaborare con qualsiasi controparte, compresa Open Fiber, per portare alla creazione dell’infrastruttura di rete. Telecom poi intenzione di adeguarsi alla decisione sulla Golden Power. Infine, gli investimenti previsti dal nuovo piano industriale saranno focalizzati sulle nuove tecnologie.
A questo si aggiunge che Mediobanca Securities (rating outperform, prezzo obiettivo a 1,30 euro) cita da un lato le indiscrezioni secondo cui il dossier sulla rete (e sull’eventuale scorporo) potrebbe approdare al Cda del gruppo del 5 dicembre, dall’altro riprende le parole di ieri dell’ad Amos Genish, che ha parlato per l’appunto di “piena collaborazione con il Governo riguardo alle implementazioni del Golden Power”. Piazzetta Cuccia calcola che la rete vale come base 15 miliardi di euro.
Partita debole, Stm accelera in rialzo dell’1,2%. Stamattina JP Morgan ha rafforzato la raccomandazione Overweight, alzando il target price a 26 euro da 22,50 euro. Nel corso delle ultime due settimane sono fioccate le promozioni delle agenzie di rating. S&P ha alzato l’outlook a positivo da stabile, confermando il rating BBB-. Moody’s ha alzato a Baa3 da Ba1 il rating su Stmicroelectronics con outlook “stabile”.
Allunga ancora Leonardo (+3%), in recupero dopo la frana seguita al profit warning su Agusta Westland. Tra gli industriali, debole anche Fiat Chrysler (-0,47%).
Esordio boom di Equita Sim all’Aim. I titoli della società hanno avviato le contrattazioni in rialzo del 9,3% a 3,17 euro. Durante la cerimonia di ingresso a Piazza Affari, il presidente di Borsa Italiana Andrea Sironi ha ricordato che Equita ha stabilito “il record assoluto di raccolta sull’Aim se si escludono le Spac, 45 milioni con richieste da 80 investitori italiani e del resto del mondo”. Al debutto hanno assistito l’ad di Mediobanca Alberto Nagel e Urbano Cairo, presidente di Rcs +1,09% dopo le sue dichiarazioni sull’andamento della raccolta pubblicitaria n crescita del 4% a ottobre e del 7% a novembre.
Nel comparto del credito, Mediobanca (-0,1%) ha annunciato stamattina l’acquisizione di Ram Active Investments, società finanziaria della Svizzera con 4,3 miliardi di euro di fondi in gestione. L’operazione si mangia 30 punti base a livello di Common Equity Tier 1. Il titolo è invariato.
Ancora in discesa Banca Carige (-3,5%). L’amministratore delegato Paolo Fiorentino ha escluso un nuovo aumento di capitale, ipotesi contenuta nel prospetto. Al contrario continua la ripresa di Creval (+5%). Banca Monte dei Paschi -0,3%. Le adesioni totali all’offerta di scambio azioni/bond senior si attestano all’83,5%. Unicredit +0,5%.
È tornata su livelli record la raccolta del risparmio gestito. Il saldo è quasi raddoppiato, salendo a 6,8 miliardi di euro da 3,6 miliardi e il totale da inizio anno raggiunge il salutare livello di 87,4 miliardi. Il patrimonio è salito al nuovo massimo di 2.079 miliardi.
Tra le medium cap sale ancora Astaldi (+7%) grazie alle nuove commesse.
In fermento i titoli immobiliari dopo che la commissione Bilancio del Senato ha respinto tutti gli emendamenti che miravano a modificare la norma che estende a tutte le società immobiliari i benefici fiscali previsti dai Pir: Aedes +4%, Risanamento +6%, IGD +0,6%.