Giornata di riscossa per quella che, nel gergo impietoso della finanza, è nota come la periferia d’Europa.
Prende quota, infatti, il rimbalzo di Piazza Affari, seguita a distanza dalla Bolsa de Madrid. L’indice Ftse/Mib sale del 2,36%, Madrid guadagna l’1,8%. A distanza, recuperano Parigi +1,16% e Francoforte +1,22%. Londra segna +0,6%.
Ancor più importante, scende la febbre del debito sovrano. Il rendimento del Btp decennale cala al 5,50% e si restringe lo spread a 374 punti base (-20 punti base). L’asta dei Bot è stata accolta con un sospiro di sollievo, nonostante il forte aumento dei rendimenti. E’ un buon segno che l’Italia abbia collocato tutti i Bot offerti per un quantitativo sensibilmente superiore ai titoli in scadenza.
Il Tesoro ha infatti collocato 3 miliardi di Bot a tre mesi con un rendimento dell’1,249% con una domanda pari a 1,81 volte l’offerta. Lo stesso titolo tratta sul secondario a 1,12%. Nell’ultima asta di marzo, il Tesoro aveva collocato Bot a tre mesi con un rendimento dello 0,49%. Collocati anche 8 miliardi di Bot a un anno con un rendimento del 2,84% sopra al 2,6% del mercato secondario. La domanda è stata pari a 1,51 volte l’offerta.
La tenuta della diga del Tesoro ha impegnato a fondo, al solito, il sistema bancario, come sottolineato dal direttore generale dell’Abi. Non stupisce perciò che la modesta ripresa dei titoli di Stato (comunque arretrati di 110 bp in quanto a spread sui Bund in meno di due settimane) si sia riflessa nel rimbalzo delle banche.
Guida la corsa Unicredit +5,4% (che ha perso circa un quarto del suo valore in cinque sedute). Seguono Intesa Sanpaolo +5,3%, Ubi Banca +5%, Banco Popolare +5%.
In rialzo anche Generali +2,9%. Tra i petroliferi sale Saipem +1,6%, arretra Eni -0,5%.
Si riprende Fiat +3,7%, seguita da Fiat Industrial +2,3% Continua il galoppo di Rcs Mediagroup +7%.