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Piazza Affari rimbalza sull’onda dei petroliferi: è la miglior Borsa d’Europa

I petroliferi e le utilities trascinano su Piazza Affari che rimbalza più degli altri listini europei – Male invece l’industria con vendite su Buzzi, Recordati, Ferragamo e Moncler.

Piazza Affari rimbalza sull’onda dei petroliferi: è la miglior Borsa d’Europa

Piazza Affari chiude la settimana con un po’ di energia, +0,93%, 22.672 punti, centrando un buon rimbalzo dopo le perdite di ieri, accentuate dai timori di Juncker sulle elezioni italiane.

In cima alla classifica delle blue chip, si collocano stasera petroliferi e utility com Snam +3,86%, Italgas +2,82%, Saipem 2,53% e Terna +2,53%. Positive le banche a partire da Bper +3,8. In controtendenza Banca Generali -0,37%. Fuori dal paniere principale affonda Mps -2,8%. Più freddi gli altri listini europei: in calo Londra -0,11%; e Madrid -0,55%; timidi guadagni per Francoforte +0,18% e Parigi +0,15%.

Wall Street, dopo un’apertura in rialzo, prosegue la seduta in territorio positivo, mentre resta alta l’attenzione sulle mosse della banca centrale. Oggi sono attesi i discorsi di alcuni membri della Federal Reserve, come Dudley, Rosengren, Mester e Williams da cui si spera emergano ulteriori spunti sullo stato dell’economia Usa e sulle strategie di politica monetaria, dopo la pubblicazione, mercoledì, dei verbali dell’ultima riunione e delle parole rassicuranti, sul ritmo degli aumenti del costo del denaro, da parte di James Bullardche.

Tassi alti e debiti alti fanno paura, avverte l’Ocse, che ricorda: il debito nei paesi dell’organizzazione è quasi raddoppiato in 10 anni, arrivando a 45.000 miliardi di dollari, dai 25.000 miliardi del 2008. Se i tassi aumenteranno, un po’ dappertutto come sembra, i costi per rifinanziarlo saliranno, pesando sui bilanci, con pericoli per la ripresa economica.

Seduta a due facce per il secondario italiano, con il decennale stabile su un rendimento del 2,07%, ma lo spread con l’omologo tedesco sale a 141.30 punti base (+2,91%). I Btp, continuando a sottoperformare la carta ‘core’ in una delle peggiori settimane degli ultimi quattro mesi. A zavorrare i titoli di Stato italiani più che l’incertezza per l’esito del voto contribuiscono le aste di fine mese, le ultime prima delle politiche del 4 marzo.

Il dollaro prosegue la fase ben intonata e il cambio con l’euro scende appena sotto 1,23. Il dollaro più forte penalizza leggermente l’oro, che scende a 1328,12 dollari l’oncia. Il petrolio resta tonico, dopo il dato sulle scorte Usa di ieri; Brent 66,69 dollari al barile (+0,88%). l’inclinazione positiva dell’oro nero, contribuisce a spingere i titoli petroliferi di Piazza Affari, inoltre Saipen è stato incluso da Morgan Stanley fra i titoli da avere in portafoglio, con revisione del target price da 5,5 a 6 euro, mentre Tenaris è premiata dagli analisti dopo i risultati trimestrali diffusi ieri.

La parte rossa del Ftse MIb è guidata da Buzzi -1,93%. Le prese di beneficio penalizzano Ferragamo -1,26%. Debole il settore auto, Fiat -0,81%. Recordati cede lo 0,82%. Rcs guadagna il 4,6%, con l‘azionista di maggioranza Urbano Cairo ottimista sui conti.

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