L’attesa per la riunione della Bce di domani e la buona intonazione di Wall Street spingono le Borse europee e riducono gli spread sul debito dell’Eurozona. Il Ftse Mib chiude in rialzo dell’1% trainato dalle banche popolari e dal calo dello spread che ha infranto in mattinata la barriera storica del 2% di rendimento con spread sceso a 123 punti, al minimo dal 2011. Il decennale ha poi chiuso con spread a 126 punti base e rendimento attorno al 2%. In mattinata la discesa a 51,1 a novembre da 52,1 di ottobre dell’indice Composito Markit Pmi della produzione della zona Euro (con il calo degli indici anche per Francia e Germania) e indebolito rispetto alla precedente stima flash (51,4) ha rafforzato le attese per un Qe di Mario Draghi.
Il cambio euro dollaro ha chiuso a 1,2310 (-0,59%) e il rublo continua la sua discesa sui mercati in scia al crollo del prezzo del petrolio: in mattinata è salita a 67,64 sull’euro e a 54,7 sul dollaro. Da inizio anno la svalutazione è stata rispettivamente del 40% e del 60%. Il petrolio Wti sale dell’1,06% sebbene ancora ben sotto soglia 70 dollari, a 67,59 dollari al barile.
Madrid +1,18%. Più caute invece le altre Borse europee: Parigi +0,08%, Francoforte +0,38% mentre Londra cede lo 0,38%. ll primo ministro Osborne ha annunciato una nuova tassa per i gruppi multinazionali che cercano un modo per evadere il fisco: una tassa al 25% sugli utili generati dalle multinazionali con le attività generate nel Regno Unito e che “fanno uscire dal Paese” con artifizi. Sempre oggi la Gran Bretagna ha aggiornato al rialzo le proprie stime sul Pil che prevedono per il 2014 una crescita del 3% e del 2,4% nel 2015 con il tasso di disoccupazione atteso in discesa al 5,4% nel 2015.
Positiva anche Wall Street (Dow Jones +0,06%, Nasdaq +0,21% e S&P500 +0,64%) in una giornata densa di dati macro: l’indice Ism servizi di novembre ha battuto le attese a 59,3 da 57,1; la produttività del terzo trimestre è salita del 2,3% anziché del 2%; delude però le attese il dato Adp sugli occupati del settore privato che si è fermato a 208mila nuovi posti contro i 223mila stimati e anche l’indice Pmi servizi di Markit sceso a 56,2 punti da 57,1.
A Piazza Affari in evidenza sul Ftse Mib le banche popolari: Bpm +2,69%, Banco popolare +2,61%, Bper +2,59%. Miglior titolo è però Fca che sale del 4,19% al massimo storico all’indomani della diffusione dei dati sulle immatricolazioni di Chrysler in America. Telecom Italia dale del 3,03%. Accelera il lavoro di analisi sul dossier Oi: nella nuova entità Telecom punta ad avere almeno il 51%. Il presidente Giuseppe Recchi ha detto che non ci sarà un Cda sul tema Brasile prima di Natale. In fondo al Ftse Mib c’è invece Mps che cede l’1,73%, Enel Green Power -1,44%, Buzzi Unicem -1,28%, Moncler -0,52%