Dopo un’apertura nettamente positiva, nel corso della mattinata la Borsa di Milano ha progressivamente ridotto i guadagni e alle 11 fa segnare un modesto +0,4%, in attesa di conoscere l’esito dell’asta dei Btp. Situazione simile anche per lo spread italiano, che dopo essere calato in apertura è tornato a salire fino a superare anche la quota d’apertura. Rendimenti dei decennali al 6,39%.
SITUAZIONE. Capita di rado, ma capita. Oggi i bookmaker non accettano scommesse sul rialzo della Borsa di Milano: il pronostico, dopo l’incarico a Mario Monti, è fin troppo facile. Tanta curiosità, invece, per l’asta dei Btp a cinque anni che si terrà un paio d’ore dopo l’avvio ufficiale dell’avventura del presidente della Bocconi alla guida del governo. Anche in questo caso non si nutrono grossi dubbi sull’assorbimento della domanda. Ma c’è molta attesa sul prezzo: venerdì scorso il titolo, in discesa dai picchi più acuti, veniva trattato ad un rendimento del 6,45%. Tutto lascia sperare che l’aggiudicazione avvenga ad un livello inferiore, forse sotto quota 6%. Sarebbe il miglior biglietto d’auguri per l’esecutivo: entro il 2011 l’Italia chiederà ai mercati 37 miliardi tra Bot, Btp e Btp-i. L’anno prossimo andranno in scadenza titoli per 293 miliardi (al netto di 55 miliardi di cedole) . E lo spread? Il pronostico dice: 25 punti base in meno all’annuncio dell’incarico a Monti, altri 25 con la squadra del nuovo governo, tra domani e mercoledì. Poi verrà il difficile.
PREVISIONE. Bello stabile in apertura, su tutte le piazze. A favorire l’ottimismo sono anche le indicazioni in arrivo dal mercato dei futures: ovunque, in Asia, Europa e Americhe le indicazioni sono al rialzo. A Wall Street i contratti su S&P 500 500 e Nasdaq viaggiano sul 2% di rialzo, quelli sul milanese Ftse/Mib viaggiano sul +3%. In giornata, avvertono i più cauti, non sono esclusi improvvisi temporali: a Milano, nel caso di intralci sulla strada di Monti; a Parigi, nel caso riprenda la pressione sullo spread tra Oat e Bund; sul fronte delle materie prime, soprattutto, nel caso precipiti la situazione in Siria o, peggio ancora, sul fronte dell’atomica iraniana.
FINMECCANICA DAY. E’ il “trimestrale day” per eccellenza: 67 società quotate nella Borsa italiana daranno i numeri dl terzo trimestre oggi, ultimo giorno utile per appovare i conti entro i 45 giorni previsti dalla legge. Un’occasione irripetibile per misurare lo stato di salute dell’economia reale dopo un trimestre da incubo per la corporate Italia. In questa pioggia di numeri spiccano il cda sull’aumento di capitale di Unicredit e l’atteso vertice di Finmeccanica.
In mattinata verrà reso noto il dato sulla produzione industriale dell’area euro nel mese di settembre, un dato atteso con grande attenzione per verificare la profondità della crisi, a partire dalla locomotiva tedesca. Le previsioni parlano di un brusco calo, il peggiore dal febbraio 2009, attorno al 2,5%.
RALLY DELLE BORSE ASIATICHE: HONG KONG +2,40%
IL PIL DEL GIAPPONE + 6%. GOVERNO CONTRO LO YEN FORTE
La prima conferma dell’intonazione toro dei mercati arriva da Oriente; l’indice Nikkei 225 della Borsa di Tokyo segna un rialzo dell’1,22%. Ancora più tonico l’Hang Seng di Hong Kong, in ripresa del 2,40%. In forte ripresa i titoli più legati all’export, come il leader dei semiconduttori, la coreana Hynix +3,4% In buon recupero l’euro a quota 1,3774.
Il Giappone, intanto, torna a crescere. Grazie alle esportazioni, tornate ai livelli pre-tsunami, il pil del terzo trimestre è cresciuto ad un tasso del 6 per cento, il più elevato da un anno e mezzo a questa parte, dopo quattro trimestri in rosso. Ma la frenata della domanda europea minaccia di interrompere la ripresa: il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, ha rilevato che il Giappone deve aumentare la spesa per la ricostruzione.
Nel frattempo il premier Yoshihiko Noda ha sottolineato che il governo “farà il possibile per evitare la rivalutazione speculativa dello yen”; l’appello cade alla vigilia della riunione della banca centrale che, probabilmente, si pronuncerà per massicci acquisti di dollari.
IL D DAY DI GHIZZONI: OGGI AL VIA LA NUOVA UNICREDIT
AUMENTO PER 7,5 MILIARDI, ESUBERI, E SOCI (RUSSI?) IN VISTA
Napoleone premiava solo i generali fortunati, Se la regola vale ancora i soci di Unicredit faranno bene a tenersi stretto Federico Ghizzoni. L’ad di piazza Cordusio non poteva scegliere un giorno migliore per il lancio dell’aumento di capitale da 7,5 miliardi: il probabile recupero dei Btp permetterà all’istituto di recuperare parte del terreno perduto (-46% in Borsa da inizio anno), il miglior spot possibile per l’operazione che sarà sottoposta all’assemblea forse già il 9 dicembre mentre l’aumento potrebbe prendere il via il mese dopo (ma c’è tempo fino ad aprile). Fino a pochi giorni fa un’operazione del genere sembrava impossibile. Poi è arrivato l’ok di Berlino, dopo una visita di Ghizzoni ad Angela Merkel e, non meno importante, il sì delle tre Fondazioni più impegnate in Unicredit: Crt, Verona e Carimonte cui, più per obbligo che per convinzione, s’aggiungeranno Banco di Sicilia, Manodori e Cassa Marca entrambe solo in parte). Ma la vera benedizione sta nell’evoluzione improvvisa ed imprevedibile del quadro politico italiano che rende possibile il recupero dei titoli sovrani in magazzino e aumenta l’appeal di Unicredit verso i potenziali investitori internazionali, dalla Cina al Medio Oriente. Ma Ghizzoni punta in particolare verso la Russia, dove il gruppo ha ormai una presenza consolidata.
Ma la giornata degli annunci non si esaurisce nella componente finanziaria. Al contrario, Unicredit volta pagina soprattutto sul piano industriale. Ghizzoni ha operato con il machete, svalutando gli avviamenti della maggior parte delle acquisizioni dell’era Profumo: una sforbiciata da 8-10 miliardi che impatterà sugli utili. Non meno rilevante il capitolo esuberi: 5 mila in tutto, con eliminazione di doppioni (in Italia), taglio di sedi non profittevoli nei Paesi dove Unicredit non dispone di reti o di una presenza consolidata (Polonia e Turchia non si toccano). In vita anche la vendita della divisione analisi e ricerca azionaria con base Londra: 500 persone in tutto, l’unità più consistente per la ricerca in mano alla finanza italiana.
FINMECCANICA, UN MILIARDO IN ARRIVO DALLE VENDITE
OGGI IL PARTNER PER ANSALDO-BREDA (BOMBARDIER?)
Facile che la suspence sui conti di Finmeccanica duri fino a domattina. Il cda della holding pubblica, infatti si riunirà solo alle 17.30. L’intenzione è di rimandare gli annunci sulle decisioni a martedì, prima dell’ apertura dei mercati che attendono con vivo interesse la lista delle vendite decise dall’ad Giuseppe Orsi l’importo dovrebbe aggitrasi sul miliardo di euro, grazie in particolare a dismissioni sul fronte Usa oltre che dell’operazione Ansaldo Breda: pare favorita la soluzione Bombardier. Tutto rinviato per la cessione di Ansaldo Sts. A confermare la scelta attendista contribuisce la crisi di governo: sono usciti dalla scena sia gli sponsor della vecchia Finmeccanica, cioè Pier Francesco Guarguaglini, che della nuova, visto che escono di scena l’ex ministro Giulio Tremonti e la Lega, presunto padrino della nomina di Orsi-