Dopo un’apertura positiva che lasciava ben sperare in scia al rimbalzo del petrolio, Wall Street vira in negativo portandosi indietro i listini europei, in primis Piazza Affari che a meno di un’ora dalla chiusura cede il 3,08% a 17.369 punti, dopo aver sfiorato un ribasso del 4%.
Attualmente il Dow Jones cede l’1,04%, mentre lo S&P 500 e il Nasdaq lasciano sul terreno rispettivamente l’1,44% e l’1,79%.
Ad affossare gli indici americani ha contribuito la pubblicazione dell’indice ISM dei servizi che nel mese di gennaio ha rallentato ancora la corsa fermandosi a 53,5 punti, in pesante ribasso rispetto a dicembre (55,8 punti) e mancando le previsioni degli analisti che si aspettavano un risultato a 55,1 punti. Il dato rafforza la convinzione dei mercati che la Federal Reserve possa evitare un nuovo rialzo dei tassi a marzo e parallelamente indebolisce il dollaro, riportando denaro sui Treasury i cui rendimenti a 10 anni scivolano ancora più in basso ai minimi da aprile.
Il rosso di Wall Street amplia le perdite dei listini del Vecchio Continente: Londra perde il 2,04%, Francoforte il 2,2%, Parigi il 2,27.
Ma la maglia nera d’Europa viene indossata ancora una volta dal Ftse MIB, il cui ribasso sfiora ormai il 4%.A spingere il ribasso è sempre il settore bancario guidato da Banco Popolare in rosso del 10,14%. Male anche UbiBanca (-7,96%), Banca Pop Milano (-6,82%) e Banca Pop Emilia Romagna (-6,80%). Mps non riusciva a fare prezzo e cede adesso il 6,67%,
Ennesimo crollo per i diritti dell’aumento di capitale di Saipem che, a meno di un’ora dalla chiusura segnano un ribasso del 37,67%.