Crollano le Borse e fioccano gli acquisti su Treasury e Bund. Non si spengono i timori sulla crescita mondiale dopo l’infilata di dati negativi pubblicati in questi giorni, a cui oggi si sono aggiunti i dati americani deludenti su vendite al dettaglio e prezzi alla produzione. Wall Street ha così aperto in forte calo trascinando con sé i listini europei, già in rosso mentre il petrolio denuncia le fosche attese sulla crescita: il Wti scambia attorno agli 83 dollari al barile e il Brent è sceso ai minimi da quasi quattro anni per risalire poi leggermente sopra gli 84 dollari.
Parallelamente è scattata la corsa ai beni rifugio: il tasso sul decennale statunitense è sceso di 26 punti base all’1,94%, sotto la soglia del 2% e ai minimi dal maggio 2013 e il Bund ha aggiornato il minimo storico allo 0,7835% (con rendimento negativo in termini reali a fronte di un tasso di inflazione dello 0,8%). Ne risente lo spread Btp-Bund che risale a 165 punti. Insieme a Tresury e Bund, torna l’interesse anche sull’oro che sale dello 0,44% a 1.239,70 dollari l’oncia.
Piazza Affari ruzzola giù del 4,44% trascinata a fondo dal comparto bancario ai minimi dal dicembre 2013. In attesa della legge di stabilità, che in queste ora sta subendo le ultime limature per arrivare oggi sul tavolo del Cdm, l’Istat ha reso noto che il livello del Pil nel secondo trimestre del 2014 è calato fermandosi a 385,776 miliardi di euro, il valore più basso dal primo trimestre del 2000, ovvero da 14 anni.
Crolla anche il resto dell’Europa sebbene con perdite più contenute: Parigi -3,6%, Francoforte -2,8%, Londra -2,8%, Madrid -3,73%.
AUMENTA LA VOLATILITÀ
ANCHE GRECIA ED EBOLA AGITANO I MERCATI
La volatilità, misurata dall’indice Vix, sale del 12% riportandosi su livelli che non si vedevano dall’aprile 2012. Una volatilità che però non deve dispiacere ai colossi finanziari di Wall Street che in questi giorni stanno pubblicato trimestrali spesso con utili sostenuti ancora dal “provvidenziale” trading. Da ricordare che nei mesi scorsi, nonostante gli scossoni geopolitici, i mercati hanno continuato a viaggiare su livelli molto contenuti di volatilità rispetto ai dati storici, guastando così la festa ai trader. Oltre al peggioramento dell’economia e al crollo del petrolio, la speculazione cavalca anche il pericolo Ebola e il rischio di fallimento delle banche greche agitato da Fitch.
L’agenzia di rating ha rilevato che gli stress test della Bce del 26 ottobre potrebbero evidenziare la necessità di fondi supplementari per capitalizzare i principali istituti. Allo stesso tempo il governo ha indicato la volontà di anticipare a fine anno il termine del programma di aiuti concordato con la Troika, attualmente previsto terminare nel 2016. la Borsa di Atene crolla del 9,3%%. Anche i ministri italiani si allertano per il caso Ebola: oggi prima del Cdm è previsto un vertice sugli interventi preventivi per far fronte all’allarme internazionale sull’ebola.
DELUSIONE PER I DATI USA
Alla chiusura delle Borse europee Wall Street conferma il sell off: il Dow Jones cede l’1,33%, il Nasdaq lo 0,82% e l’S&P500 l’1,06%. Le vendite al dettaglio di settembre scendono dello 0,3% contro alle attese per un calo dello 0,1%. Hanno deluso le attese anche le scorte delle imprese manifatturiere e della distribuzione che sono salite dello 0,2% ad agosto, contro lo 0,4% stimato. meno delle attese che pronosticavano una crescita dello 0,4%. I prezzi alla produzione hanno i poi sperimentato il primo calo dall’agosto 2013 registrando a settembre un calo dello 0,1% (+0,1% le attese).
L’euro ha ripreso vigore sul dollaro superando in giornata quota 1,28. La moneta unica ha poi chiuso in rialzo dello 0,93% a 1,2776.
A MILANO IL SELL OFF COLPISCE TUTTE LE BLUE CHIP
A Piazza Affari vendite sulle banche penalizzate dal pessimismo sulla ripresa e dalla speculazione, anche perché il mercato è ancora in attese dell’Aqr e degli stress test di Draghi. E’ débacle per il Banco Popolare (-8,09%), Bper (-7,7%), Mps (-7,64%) e Bpm (-7,59%).
Tra i peggiori titoli del Ftse Mib c’è anche Mediaset (-6,37%). Il sell off trascina l’intero paniere delle blue chip: non ci sono titoli che chiudono in territorio positivo. L’umore dei mercati incide sul tentativo di rimbalzo di Luxottica che chiude ancora in calo, seppur secondo miglior titolo dell’indice (-1,38%). Miglior titolo è Gtech che limita i danni sotto l’1% con un calo dello 0,87%. Frenano la caduta anche Tod’s (-2,3%) ed Exor (-2,41%).