X

Piazza Affari miglior Borsa del 2017 grazie al risveglio delle banche

Sembra un sogno di mezza estate: Piazza Affari, sotto la spinta di Unicredit, conquista il primato di Borsa migliore del 2017 superando di slancio Madrid. Nello stesso girono il rendimento dei Btp torna sotto la barriera del 2%: il temuto aumento del costo del debito per ora non si è realizzato. Al contrario, il bollettino della Bce segnala che la congiuntura sembra volgere al bello. Certo, a minacciare il quadro c’è la forza dell’euro, che già comincia a far sentire i suoi effetti sull’export. Ma, d’altro canto, la rivalutazione della moneta unica allontana il rischio di una stretta del denaro in Europa. Per ora, il bilancio per il Bel Paese è largamente positivo. Poi si vedrà. Gli operatori, insomma, possono partire per un week end assolato senza particolari ansie. Anche a Wall Street, almeno in apparenza, regna la calma piatta nonostante una situazione politica più rovente del clima di quest’estate africana.

Il Wall Street Journal ha rivelato ieri che Robert Mueller, il procuratore speciale per il Russiagate, ha convocato un grand jury nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte interferenze russe nelle elezioni americane del 2016 . Si stringe così il cerchio intorno a Donald Trump: l’impeachment resta un’ipotesi remota, ma lo spazio per le riforme si rimpicciolisce ogni giorno di più. Eppure, le vie della politica sono piene di sorprese. Ieri notte il Presidente ha incassato il sostegno del governatore della West Virgina, Jim Justice, convinto dalla politica pro-carbone di Trump.

ASIA DEBOLE, IL DOW RESTA SOPRA QUOTA 22 MILA

Debole il listino giapponese (-0,3%), frenato dalla ripresa dello yen. In ribasso anche Shanghai (-0,3%). Bene Hong Kong (+0,4%). Dopo il tonfo di giovedì segnali di recupero del Kospi coreano (+0,3%). La Borsa americana è rimasta alla finestra in attesa del dato di oggi sull’occupazione. Il Dow Jones ha guadagnato un impercettibile 0,04%, arrivando così al settimo record consecutivo (22,026,1 punti). S&P500 in calo dello 0,2% e Nasdaq dello 0,4%.

La notizia dell’insediamento del Gran Jury, che ha già iniziato a lavorare, interrogando testimoni sotto giuramento e sequestrando documenti, ha pesato sui risultati di fine seduta. Il dollaro ha perso altro terreno a seguito delle indiscrezioni sulle indagini riguardanti le interferenze della Russia nelle ultime elezioni presidenziali. Cambio euro dollaro a 1,187 da 1,185 del giorno prima.

A NEW YORK BRILLA TESLA, TONFO DI TENARIS A MILANO

Sul listino ha brillato solo Tesla (+6,5%). La società delle auto elettriche fondata da Elon Musk ha chiuso il secondo trimestre del 2017 con una perdita di 336,4 milioni di dollari, peggiore di quella da 293,2 milioni dello stesso periodo del 2016. Al netto di voci straordinarie, tuttavia, la perdita per azione è migliorata arrivando a 1,33 dollari da quella di 1,61 dollari dell’anno precedente, meglio del rosso atteso dagli analisti, che si aspettavano 1,82 dollari per azione. I ricavi sono più che raddoppiati, a 2,79 miliardi di dollari, contro gli 1,27 miliardi dello stesso periodo del 2016 e i 2,51 miliardi previsti dal mercato. 

Il petrolio Brent ha chiuso in calo dello 0,7% a 52,0 dollari al barile. A Piazza Affari scendono i petroliferi. Eni perde lo 0,2%. Crolla Tenaris, in ribasso del 7,2%: la società dei tubi per l’industria petrolifera prevede nei prossimi mesi uno scenario difficile a causa del rialzo delle materie prime. 

MILANO +13,2% DA GENNAIO, FRANCOFORTE SOLO +5,9%

Piazza Affari ha consolidato con uno sprint nel pomeriggio il fresco primato di miglior Borsa europea del 2017. L’indice Ftse Mib è salito ieri dell’1,02%, a 21.793 punti. Tra gli altri mercati avanzano Parigi (+0,55%) e Madrid (+0,31%). Battuta d’arresto per Francoforte (-0,2%).

Sale Londra (+0,89%), sospinta dal calo della sterlina, ai minimi da 9 mesi sull’euro (0,9039) dopo la decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere i tassi d’interesse invariati. La BoE, inoltre, ha ridotto da +1,9%% a +1,7% la stima di crescita del Pil britannico per il 2017 e a +1,6% da +1,7% le previsioni per il 2018. L’incertezza sulla Brexit “pesa sulle decisioni delle aziende e delle famiglie e penalizza al tempo stesso la domanda e l’offerta”, ha detto il governatore Mark Carney.

Da inizio anno il listino italiano guadagna il 13,2% davanti a Madrid (+12,7%), Francoforte (+5,9%) e Parigi (+5,6%).

BENE I PMI EUROPEI. SPREAD A 152 PUNTI

Le imprese della zona euro hanno iniziato il secondo semestre con una crescita robusta anche se ad un ritmo leggermente rallentato rispetto a giugno, complice la perdita di slancio di Francia e Germania. L’indice Pmi composito finale per la zona euro a cura di Ihs Markit si è attestato a 55,7 a luglio dal 56,3 di giugno e rispetto ad una prima stima a 55,8. Il risultato si colloca comunque sopra la soglia di 50, che separa la contrazione dalla crescita, da metà 2013.

L’economia dell’Eurozona continua a crescere a ritmo sostenuto e manterrà questo ritmo anche nel prossimo trimestre. Lo afferma la Bce nel bollettino mensile: “Nell’area dell’euro prosegue l’espansione economica generalizzata e consolidata, trainata dalla domanda interna. Il Pil ha continuato a salire nel primo trimestre del 2017 rispetto a quello precedente sospinto dal miglioramento della domanda interna e, in misura minore, dalle variazioni delle scorte”. L’istituto centrale ha ribadito l’impegno, in caso di necessità, ad aumentare l’entità e la durata del Quantitative easing.

Scendono i tassi in Europa. Il secondario italiano chiude la seduta recuperando il lieve calo registrato nella prima parte della giornata. Il rendimento del Btp 10 anni è calato sotto la soglia del 2%, a 1,98%, mentre lo spread con il Bund risulta stabile a 152.80 (-0,07%).

Il tasso del decennale di riferimento tedesco è sceso ai minimi del mese, 0,456%, sulla scia dei governativi britannici, dopo la riunione della BoE, il cui messaggio è stato interpretato come leggermente più “colomba” del previsto. Ieri sul mercato primario si sono mossi Francia e Spagna. Parigi col collocamento di 6,5 miliardi di euro su tre Oat, e Madrid con l’assegnazione di 4,122 miliardi su tre titoli nominali e un indicizzato.

UNICREDIT SUPERSTAR TRASCINA IL LISTINO: BANCHE+3%

Il volo di Piazza Affari è legato al formidabile balzo di Unicredit (+7,2%) ai massimi da maggio 2016. L’istituto ha battuto le attese nel secondo trimestre (utile netto di 945 milioni di euro) grazie a rettifiche su crediti più basse, al contenimento dei costi e al rafforzamento dell’attività commerciale nelle principali aree di business. La Banca ha confermato che pagherà un dividendo in contanti sui risultati 2017. Jean Pierre Mustier ha precisato che per il 2017 si aspetta una cedola cash Unicredit pari al 20% dell’utile normalizzato. Il piano Transform prevede un payout tra il 20% e il 50% a partire proprio dal bilancio 2017.

Per quanto riguarda l’eventuale cessione della quota in Mediobanca, Mustier ha precisato che Unicredit non potrà cedere il suo 8,68% di Mediobanca (che a sua volta ha il 13% di Generali) finché i valori di mercato (circa 8,9 euro) saranno sotto i 10,1 euro di carico.”Siamo contenti di restare azionisti, sosteniamo il management – ha aggiunto precisando però che “è una partecipazione puramente finanziaria”.

Il comparto bancario italiano sale del 3%, contro il +0,27% dell’eurostoxx di settore. Nella scia di Unicredit hanno seduta positiva per Mediobanca (+1,4%). Avanza anche Ubi (+1,7%). Chiude invariata Intesa. Bper Banca +1,9%. La banca ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 119,1 milioni di euro condizionato “da rilevanti componenti non ricorrenti”: le svalutazioni sulla quota del Fondo Atlante per un importo di 61,5 milioni e il badwill generato dall’acquisizione di Nuova Carife pari a 130,7 milioni. È in fase di analisi un intervento straordinario sugli accantonamenti, da effettuarsi all’inizio del 2018, per un importo lordo nell’ordine di un miliardo.

Stabile Generali (+0,13%). Kepler Cheuvreux ha ribadito la raccomandazione Buy, alzando il target a 18 euro da 17 euro. Più prudente Credit Suisse, che lo ha portato a 16,50 euro da 15,70 euro. Giudizio Neutral confermato. Seguono a ruota con ritocchi verso l’alto del prezzo obiettivo: Banca Imi, Dz Bank, Natixis, Macquarie.

BRUSCO STOP PER POSTE. TELECOM SEGNA IL PASSO

Brusca frenata di Poste Italiane (-2,8%) dopo l’uscita della trimestrale. Tra gli industriali in evidenza Ferrari (+2,34%) che ha recuperato quasi per intero le vendite della vigilia, effetto della delusione per la mancata revisione al rialzo dei target 2017. Fiat Chrysler +0,8%. Positivi Stm (+1,1%) e Buzzi (+1,6%). In calo Prysmian (-1,7%).

Arretra Telecom Italia (-0,1%). Il mercato attende indicazioni concrete sull’ipotesi scorporo rete e possibile vendita del Brasile. Pesano anche le questioni di governance. La separazione tra infrastrutture e operatori aumenta l’efficienza e quindi va applicata dove possibile, ha detto ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

ATLANTIA SBARCA ALL’AEROPORTO DI BOLOGNA, SALE ANCORA PRELIOS

Bene Ynap (+1,5%) dopo la trimestrale: Citigroup e Kepler Cheuvreux hanno confermato il rating buy. Ferragamo +1%. Avanza Atlantia (+0,8%). La società ha acquistato ieri per il 164 milioni il 29,38% degli Aeroporti di Bologna (+10% a 15,43 euro per azione). Il calo dei tassi favorisce il rimbalzo delle utility. Enel sale dell’1,2%. Terna +0,9%. Arretra invece Campari, -1,8% dopo i risultati.

Prelios avanza del 4% circa a 11,72 centesimi, sopra il nuovo prezzo annunciato da Burlington a 11,6, che pareggia quello dell’offerta della cinese Cefc. Il nuovo contratto firmato Intesa SP, Unicredit, Pirelli e Fenice non prevede la possibilità di recesso per i venditori.

Safilo -2,07% dopo i risultati in linea con le attese. Il management ha parlato di debolezza degli ordini nei mesi estivi ma di una ripresa attesa da settembre grazie principalmente alla nuova collezione di Smith e di Dior.

Categories: Finanza e Mercati