La disoccupazione nell’area euro a gennaio è salita ai livelli record dall’inizio delle misurazioni Eurostat: 11,9%. In Italia è all’11,7%. “Un aumento significativo rispetto a un anno fa”, scrive Eurostat, quando nella zona euro era a 10,8% e in Italia a 9,6%. Peggio del nostro Paese solo la Spagna: a gennaio 2013 i senza lavoro sono il 26,2%. In questo quadro l’inflazione è scesa all’1,8%.
Numeri che colpiscono i listini europei. Piazza Affari cede l’1,54%, ancora nella morsa dell’incertezza post elettorale con il Movimento 5 Stelle che rivendica la propria indipendenza e nega la fiducia. Lo spread Btp-bund chiude a 338 punti base.
L’euro scende ai minimi del 2013 sul dollaro, a 1,2983, lasciando oggi sul terreno lo 0,5%. Il petrolio Wti scende a 90,32 dollari al barile (-1,84%). Per Fitch la prospettiva di un periodo prolungato d’instabilità politica dopo le elezioni del weekend aumenta la pressione sul rating sovrano dell’Italia: l’instabilità ha il potenziale per mettere a repentaglio la continuità delle politiche seguite fino ad oggi e pesare ulteriormente su un’economia già in fase d’indebolimento.
Male anche gli altri listini europei, con l’eccezione di Londra (+0,28%): Francoforte -0,43%, Parigi -0,62% . Oltre ai dati macro europei, preoccupa lo spettro dei tagli alla spesa pubblica Usa (il cosidetto sequester). I tagli automatici alla spesa “non sono necessari”, serve “responsabilità”, ha detto oggi il presidente americano Barack Obama a mercati europei chiusi, dopo l’incontro con i leader del Congresso alla Casa Bianca, sottolineando che Washington non sta rendendo facile la vita all’economia. Il conto per il presidente Usa sarà di una perdita di 750 mila posti di lavoro. Dopo l’intervento di Obama gli indici tornano sotto la parità.
La Borsa Usa aveva azzerato le perdite dopo alcuni buoni dati macro: l’indice Ism del settore manifatturiero negli Stati Uniti è salito a febbraio a 54,2 punti da 53,1. Il dato è migliore delle attese, che erano per 52,5 punti. La fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan è salita in febbraio a 77,6 punti dai 73,8 di gennaio. Il dato è migliore delle attese degli analisti che si attendevano un rialzo più contenuto a quota 76,3 punti e rappresenta il livello più alto da novembre.
Non mancano per completare il quadro alcuni dati deludenti. Hanno fatto peggio delle attese le spese per le costruzioni negli Stati Uniti sono calate in gennaio del 2,1% alla quota destagionalizzata di 883,28 miliardi di dollari e i redditi dei lavoratori americani calati in gennaio del 3,6% (-2,5% la flessione del reddito attesa).
A Piazza Affari, dove oggi è partita la Tobin tax, sono i bancari che trascinano al ribasso il listino. L’incertezza elettorale italiana fa stare alla finestra gli istituti di credito europei nella restituzione dei fondi Ltro che continuano a essere di importi limitati. La Banca centrale europea ha annunciato che mercoledì, 6 marzo, 12 banche rimborseranno 4,18 miliardi di euro della prima operazione Ltro e 54 istituti restituiranno 8,32 miliardi della seconda, per un totale quindi di 12,5 miliardi di euro.
In fondo al listino crolla Mediaset, -8,01%, dopo la richiesta di condanna del presidente Fedele Confalonieri per la vicenda della compravendita dei diritti televisivi. Finmeccanica -4,67%, A2A -4,32%, Enel Green Power -4,16%. Fiat Industrial -4,13%. In luce Parmalat, +3,05%, sulla scia della speculazione per un possibile delisting da parte della controllante Lactalis. Luxottica +1,74% in scia ai risultati. Diasorin +1,08%, Prysmian +0,66%, Ferragamo +0,33%.