IL TESORO SCACCIA L’ORSO GRAZIE AI BOT. SU FIAT PESA LA VERTENZA COI SINDACATI
Il Tesoro ha venduto Btp con scadenza a 5 e 10 anni per 5,65 miliardi di euro, poco meno del target massimo di 6 miliardi, registrando un calo dei tassi. Il rendimento medio sul decennale è sceso al 5,24% dal 5,82% dell’asta di agosto rivedendo i minimi da marzo. Sul 5 anni il rendimento è sceso al 4,09% dal 4,73% precedente. Il Tesoro ha anche assegnato Cct 2017 per 1 miliardo di euro, (importo massimo prefissato)con un rendimento del 4,56%.
Prima dell’asta lo spread Btp-Bund si è allargato fino a sfiorare i 380 punti base (378,5) a pochi minuti dai risultati dell’asta di Btp del Tesoro. Il rendimento è salito al 5,23%. Piazza Affari ha reagito positivamente all’esito dell’asta di Btp a medio/lungo termine. A Milano l’indice FtseMib sale dello 0,3%, poco prima scendeva dello 0,2%. In leggero rialzo le principali Borse europee, Parigi e Francoforte salgono dello 0,4%, Londra +0,2%. Resta al palo Madrid con un calo dello 0,5%.
La seduta odierna potrebbe riservare qualche sorpresa per l’arrivo di alcuni importanti dati macro dagli Usa e per la nuova legge finanziaria che verrà presentata in Spagna. Il governo spagnolo, alle prese con il malcontento sfociato in manifestazioni di piazza, presenterà oggi una dura legge finanziaria da 40 miliardi di euro con interventi pesanti sul sistema pensionistico. Su Madrid pende la revisione in settimana del rating da parte di Moody’s.
A peggiorare il quadro, la notizia è che la regione spagnola della Castilla La Mancha potrebbe chiedere fondi di emergenza per 800 milioni di euro al governo centrale. Castilla La Mancha sarebbe la quinta regione spagnola che formula una richiesta ufficiale di aiuti. Il governo spagnolo ha predisposto un meccanismo di aiuti da 18 miliardi di euro per risolvere i problemi di finanziamento delle 17 comunità autonome del paese. Catalogna, Valencia, Murcia e Andalusia hanno già dichiarato che faranno ricorso agli aiuti.
L’euro è scambiato a 1,286 contro il dollaro, da 1,287 della chiusura di ieri. Petrolio in ripresa a con il Wti a 90,2 dollari al barile (+0,3%) e Brent a 110,1 dollari (+0,1%). Fiat è in calo del 1,53% a 4,282 euro. Nelle ultime 9 sedute il titolo ha perso l’11% del suo valore. Oggi a frenare le quotazioni è la notizia del mancato accordo tra Fiat e VEBA. Il Lingotto ha esercitato il diritto di acquisto sul 3,3% di Chrysler in mano a Veba, ma i due gruppi non hanno ancora trovato un accordo sul prezzo. Con questo acquisto Fiat salirebbe al 61,8%, l’obiettivo è raggiungere il 100% di Chrysler.
I fronti aperti con Veba, fondo gestito dal sindacato Uaw, United auto worker, in realtà sono due. E’ sempre notizia di ieri del mancato accordo sulle trattative tra il sindacato e Chrysler per copertura sanitaria rivolta ai pensionati del gruppo automobilistico. A Milano i rialzi maggiori far le blue chip sono di Buzzi +1,4% e Campari: quest’ultima guadagna l’1,7% grazie alla promozione di JP Morgan che ha alzato la raccomandazione a overweight.
Fra i titoli legati al petrolio è Tenaris a svettare con un guadagno dello 0,6%. Eni scivola in calo dello 0,3%.