Piazza Affari viaggia in carrozza oggi, anzi, in Ferrari (+3,73%) e sfrecciando sul cavallino rampante chiude +0,79%. La casa di Maranello centra risultati superiori a ogni aspettativa nel quarto trimestre 2016 e vede rosa anche per il 2017. Il titolo più attraente però risulta Cnh, +5,39%, che recupera gran parte di quanto perduto in settimana. In rally, Stm, +5%, ancora in scia al boom di ieri del cliente Apple. Arretrano Unicredit, -1,65 e l’indice del bancari a -0,9%. Blu chip peggiore è Saipem: -2,73%.
Gli altri listini europei si fermano in ordine sparso. Il Dax 30 è in coda a -0,27%, penalizzato dal tonfo di Deutsche Bank (-5%), per perdite trimestrali superiori alle attese. Toniche Madrid +0,81% e Londra +0,47%; piatta Parigi -0,01%.
Wall Street apre negativa, col tracollo di Ralph Lauren (-10,4% a metà giornata), causa i deludenti risultati del terzo trimestre e il divorzio dal ceo Stefan Larsson. I tre listini principali vanno un po’ in altalena, restando comunque tiepidi, frenati dalle incertezze geopolitiche e da una tempistica non chiara sui tassi, nell’attesa dei tagli alle imposte promessi da Donald Trump.
L’euro torna sopra quota 1,08 sul dollaro, +0,35%, mentre il petrolio risulta poco mosso +0,18%, a 56,89 dollari al barile. Ora in corsa: +0,68% a 1217,892 dollari l’oncia.
Si attenuano le tensioni sull’obbligazionari italiano, nonostante Bruxelles faccia sapere che attendeva dal governo “risposte più dettagliate” di quelle fornite, sulla richiesta di correzione dei conti per 3,4 miliardi di euro. Lo spread del decennale col bund tedesco si ridimensiona del 2,06%, 180.30, rendimento 2,24%. Dal bollettino della Bce arrivano rassicurazioni sul proseguimento delle politiche in corso: i tassi d’interesse nell’Eurozona resteranno ai livelli attuali, o inferiori, “per un prolungato periodo di tempo” e il quantitative easing, cioè l’acquisto di debito da parte della Bce, continuerà “sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario”. Si allontanano quindi i timori di una stretta, a causa dell’inflazione nell’Eurozona risalita all’1,8%. Intanto Mario Draghi critica le svalutazioni di tipo competitivo, ribadendo l’importanza di una politica incentrata sulle riforme e la necessità del mercato unico.
Tornando in Piazza Affari, fra i titoli in primo piano, troviamo Generali +1,77% e Mediobanca +1,56%, nella speranza di novità, domani, dal cda e dalla conference call dei vertici d’Intesa San Paolo (-0,91%) con gli analisti. La moda divampa con Yoox, +3,68%. Sugli scudi Poste +3,85% e Italgas +2,99%. Non si ferma invece la corsa al ribasso di Saipem -2,75%.
Debole Unicredit, -1,65%. Il cda ieri ha approvato il prezzo e i dettagli dell’aumento di capitale che partirà il prossimo 6 febbraio e ha dato anche il via libera alla mega cartolarizzazione di sofferenze da 17,7 miliardi. Oggi si registra la decisione della Fondazione Cariverona di sottoscrivere fino al 73% della quota di sua pertinenza (2,23%), per un esborso massimo di 211,6 milioni. Fuori dal listino principale si segnalano Creval: -9,81% e Mondadori +5,64%.
Il primo penalizzato da prese di profitto, dopo la crescita superiore al 30% nell’arco di un mese e da un’analisi di Banca Akros, che prevede, per il 2016, una perdita netta di 222 milioni e nessuna distribuzione dei dividendi a seguito della contrazione dei ricavi unita a un amento delle coperture sugli npl.
La casa di Segrate invece continua ad attrarre gli investitori, i volumi tuttavia non registrano i picchi di un mese fa e rimangono intorno all’andamento fisiologico.