Le Borse europee sposano l’ottimismo in vista del round più delicato delle trattative tra Cina e Usa sui dazi. Piazza Affari, la migliore d’Europa, alle 13 e 59 avanza dell’1,6% attorno a 19.600 sotto la spinta delle banche. S’indebolisce l’euro a 1,13 sul dollaro, positivi anche gli altri listini dell’Eurozona: Parigi, Francoforte e Madrid segnano rialzo superiori allo 0,8%. Sale Londra +0,6% nonostante che l’economia della Gran Bretagna si avvicini alla Brexit col freno tirato: solo un +0,2% il pil nell’ultimo trimestre del 2018, il tasso di crescita più basso da sei anni a questa parte.
Il rendimento del Btp decennale scende a 2,89%, da 2,96% di venerdì. Lo spread si porta a 278 punti base.
Fioccano i giudizi preoccupati sull’economia della Penisola. Secondo JP Morgan, nel 2019 il Pil registrerà un calo dello 0,3% affiancato da una crescita del deficit/Pil al 2,8% e del debito/Pil al 133,5%. A prevederlo è Jp Morgan in un rapporto firmato dall’economista Marco Protopapa. “Bisogna vedere se i leader politici italiani a un certo punto riconosceranno che la nuova recessione italiana è ampiamente un derivato della loro politica economica incostante e di un approccio poco prudente”.
I prezzi del Brent si muovono in lieve calo, tra il sostegno fornito dalla fermezza mostrata nel taglio alle forniture da parte dei Paesi Opec, il balzo nelle trivellazioni Usa e i timori sulla domanda globale. Il contratto sul Brent sale di 22 centesimi a 61,88 dollari il barile. Il Wti cede 49 cent a 52,23 dollari.Eni +1%. Saipem +2%.
A dare una spinta al listino italiano sono le banche, promosse sul patrimonio e galvanizzate dal superamento degli esami della Vigilanza Ue che ha comunicato le soglie minime del Common Equity Rier 1 delle grandi banche.
Dalla pubblicazione “banche e moneta di Banca d’Italia” emerge che a dicembre 2018 le sofferenze del sistema bancario italiano sono diminuite del 34% per effetto di alcune cartolarizzazioni.
Unicredit avanza dell’1,4%. Il CET 1(Common Equity Tier 1) è al 10,07%, contro il 12,13% di fine dicembre. Jp Morgan abbassa il target price a 15 euro.
Fa ancor meglio Banco Bpm +7,213%. CET1 a 9,25%, contro il 12,1% di fine maggio.
A ruota segue Bper Banca +5,2%. Kepler Cheuvreux e KBW alzano il target price, il primo a 4,5 euro ed il secondo a 4,3 euro.
Ubi Banca +3,8%. CET1 a 9,25%, contro 11,3%. Intesa Sanpaolo +2,1%. JP Morgan abbassa il target price a 2,3 euro.
Bene anche gli altri finanziari: Azimut +3,7%, è disponibile a prendere in considerazione ipotesi di aggregazione, lo dice il presidente Pietro Giuliani in un’intervista. FinecoBank +1,3%.
Tra le assicurazioni Generali +0,8%. UnipolSai +1,1% rimbalza dopo la cessione di Unipol Banca a Bper.
Raffica di segni più anche nel resto del listino: nessun titolo del paniere principale è in terreno negativo.
- Tim +1,9%. Il fondo Brandes incrementa la sua quota al 2,4%, dal precedente 0,1%. Lo stesso soggetto detiene il 6,61% delle azioni risparmio.
- Leonardo +2%. La controllata Agusta Westland starebbe ricevere un ordine da 900 milioni di dollari dalla marina degli Stati Uniti. Fiat Chrysler +1,6%, prova a rimbalzare dopo aver perso il 14% la scorsa settimana. Cnh Industrial +2%. Dopo l’incontro a Londra con il Cfo Palmer molte case di investimento sono tornate oggi a fare il punto sul titolo e i giudizi si dividono. Equita e Mediobanca sono caute, mentre per Fidentiis il mercato sottovaluta le prospettive del secondo semestre e la solidità del bilancio.
- Juventus +3,5%. Bene anche Pirelli +1% e Recordati +1,5%.
Fuori dal paniere principale da registrare il tonfo de Il Sole24Ore -1,95% a 0,35 euro, nuovo minimo storico.
D’Amico perde un quinto del suo valore (-10%).