Continuano a metà giornata le prese di beneficio sui titoli di Piazza Affari, che dopo il rally di ieri oggi è tra le peggiori d’Europa, con l’indice Ftse Mib che perde mezzo punto intorno alle 12,30. A tirare il fiato sono soprattutto le banche, grandi protagoniste della giornata di ieri: da Mps -2,8% (ieri aveva chiuso a +1% dopo l’assemblea e i conti) a Banco Popolare -1,3%, che ieri ha chiuso con successo l’aumento di capitale da 1,5 miliardi ed era stato il miglior titolo del listino milanese, guadagnando il 5%.
A suggerire cautela ai mercati è soprattutto l’attesa per le decisioni della Federal Reserve (previste nella serata italiana) sulla prosecuzione o meno del tapering: gli analisti pronosticano una sforbiciata da 10 miliardi agli acquisti di bond. Nel frattempo, al di qua dell’Atlantico, ondata di dati macroeconomici in chiaroscuro: mentre in Germania migliora l’occupazione e la Spagna vede il proprio Pil crescere come non faceva da 6 anni, in Italia la disoccupazione è stabile al top (12,7%). In lieve discesa lo spread Btp-Bund, che dopo mezzogiorno scende sotto la soglia dei 160 punti base.
Torna invece a crescere, ma meno delle attese, l’inflazione sia in Italia sia nel resto dell’Eurozona: il rialzo era atteso per via delle festività, che accrescendo la domanda, impattano positivamente sui prezzi. In Italia secondo l’Istat il dato è +0,6% ad aprile, in crescita dopo 10 mesi dallo 0,4% di marzo, mentre per Eurostat nell’area euro il tasso d’inflazione è in accelerazione allo 0,7% in aprile dallo 0,5% di marzo, anche se gli analisti avevano previsto un balzo allo 0,8%.
Come agirà ora la Bce? C’è il rischio che, passato aprile, l’inflazione torni a scendere, ancorando le aspettative dei mercati ai livelli attuali, dimezzati rispetto a quelli obiettivo dell’Eurotower (“vicino, ma inferiore al 2% annuo”). Difficile, tuttavia, che la Bce intervenga già a maggio con un nuovo taglio dei tassi. Ma se a maggio, come prevedibile, tornerà la tendenza deflattiva, dovrebbe intervenire il board di giugno.
In mattinata si è tenuta a Trieste l’assemblea delle Generali, durante la quale il titolo ha viaggiato in territorio negativo in Borsa, perdendo alle 12 lo 0,65% a 16,87 euro. L’amministratore delegato Mario Greco si è detto fiducioso sul futuro: “Siamo sulla strada giusta. Il 2014 sarà uno anno complesso, ma guardiamo agli sviluppi del 2014 e del 2015 con fiducia”. Greco ha anche voluto commentare la decisione di Standard & Poor’s di togliere il creditwatch negativo, ricordando che è tratta di una decisione non consueta e che, in caso contrario, si sarebbe trattato di una decisione “ingiusta”.
Soprattutto Greco ha parlato a investitori e azionisti di utili e dividendo: “Noi contiamo di essere molto avanti nel piano di sviluppo, contiamo di raggiungere gli obiettivi di capitale che per noi è un obiettivo prioritario prima del tempo e di poter rivedere la politica del dividendo in termini migliorativi per gli azionisti. La società deve fare più utili, li farà già nel 2014 e negli anni successivi”.