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Piazza Affari frena con l’industria, ma Mediaset e Fca decollano

Imagoeconomica

Dai dati della produzione industriale italiana emergono nuovi motivi di allarme per la congiuntura. Ma Piazza Affari, uno dei pochi listini europei aperti nel giorno di Pentecoste, si mantiene in terreno lievemente positivo (+0,07%) in linea con le borse asiatiche. Sono chiuse per festività Francoforte, Vienna, Zurigo così come i mercati di Norvegia, Ungheria e del Lussemburgo. L’indice EuroStoxx +0,2%.

In aprile la produzione industriale è diminuita dello 0,7% su mese e dell’1,5% su anno. Il dato di marzo è stato rivisto al ribasso da -0,9% a -1,0% su mese. La produzione è diminuita per quattro mesi consecutivi tra settembre e dicembre 2018, poi è rimbalzata bruscamente a gennaio e a febbraio prima di ridiscendere.

Risale il rendimento del Btp al 2,42%, dal 2,35% della chiusura. Per l’oro, in calo dell’1% a 1.328 dollari l’oncia, potrebbe arriva la prima giornata di ribasso dopo otto consecutive di rialzo. 

Petrolio WTI in rialzo dello 0,6% a 54,3 dollari. La scorsa settimana l’attività esplorativa, sintetizzata nel numero degli impianti di trivellazioni attivi, è scesa negli Stati Uniti sui minimi degli ultimi quindici mesi.

A Piazza Affari si distingue Tenaris (+3%), presente con più stabilimenti in Messico, che dovrebbe beneficiare del congelamento dei dazi sulle merci importate dagli Stati Uniti. Avanza anche Saipem (+1%): Jefferies alza il giudizio a Hold.

In grande evidenza Mediaset (+6,45%) che stamane ha presentato agli analisti il riassetto delle partecipazioni in una holding olandese, battezzata Media For Europe. I soci delle società italiana e spagnola riceveranno azioni MFE, quelli di Mediaset in rapporto uno a uno. Ammesso che il recesso sia zero, Fininvest avrà il 35,4% del capitale di MFE, Simon Fiduciaria il 15,4% e Vivendi il 7%. La società francese, per effetto di quanto stabilito nelle clausole sul recesso, potrebbe bloccare l’operazione. Sulla base delle sinergie annunciate, la fusione dovrebbe avere un primo impatto positivo sull’utile per azione a partire dal 2020.

Il nuovo polo tv sarà il secondo broadcaster europeo per raccolta pubblicitaria con 3,1 miliardi di euro nel 2018, appena dietro i 3,2 miliardi di Rtl Group, e il terzo per capitalizzazione di mercato (3,9 miliardi di euro in base ai prezzi del 27 maggio) dopo Rtl e Itv (rispettivamente, 6,5 e 4,9 miliardi). Nei prossimi quattro anni (2020-2023), sono previste efficienze industriali per un valore di 100-110 milioni di euro.

Fiat Chrysler (+2,18%) e Renault stanno cercando, secondo Reuters, un modo per riprendere in mano il progetto di fusione e ottenere il via libera di Nissan Motor, partner della casa automobilistica francese. Nissan intende chiedere a Renault di ridurre in modo significativo la quota del 43,4% detenuta nel gruppo giapponese in cambio del suo appoggio all’alleanza FCA-Renault, sostiene Reuters. Resta ancora poco chiaro se questi sforzi potranno portare a buon fine un accordo complesso e politicamente teso, complicato dalle obiezioni francesi alla nuova governance del gruppo nipponico.

Bene le banche. Unicredit e Ubi Banca +1%. Nexi (+1%) sale a un nuovo massimo storico in vista dell’ingresso nel FtseMib, previsto per lunedì 24 giugno.

Tod’s +1%: oggi ha avuto effetto la maggiorazione del diritto di voto per 20,3 milioni azioni ordinarie del gruppo in capo alla famiglia Della Valle, che corrispondono al 30,7% del capitale.

Fincantieri +0,5%. Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri, dice che spera in una risposta Ue sull’accordo con la francese STX prima che scada la Commissione guidata da Juncker.

Tiscali +5%: Amsicora, che fa capo a Claudio Costamagna, Manilo Marocco e Alberto Trondoli, si riserva di acquistare altre azioni e/o obbligazioni Tiscali, si legge in un filing Consob.

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