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Piazza Affari fa il tifo per la riforma delle Popolari, che il Governo presenta oggi

FIRSTonline

Il Pil della Cina è salito nel 2014 del 7,4%, il risultato più debole dal 1990, quando l’economia del Drago fu condizionata dalla reazione internazionale per i fatti di Tien an Men. Ma la Borsa di Shanghai, che temeva una frenata ben maggiore, ha reagito con un rialzo superiore al 2 per cento. In terreno positivo anche Hong Kong. Shanghai lascia così alle spalle il “lunedì nero” (-7,7%) dovuto alle misure restrittive nei confronti di tre importanti broker. Da segnalare anche un accordo storico: la giapponese Itoche e la thailandese Charoen hanno investito 10,4 miliardi di dollari in Citic, il colosso di Stato cinese. 

Sale anche Tokyo (+1,7%), sulla scia dell’indebolimento dello yen. Oggi è iniziato il meeting della Banca centrale: non si sono escludono nuove manovre espansive. Da notare anche il rialzo della Borsa di Seul: sotto i riflettori un possibile frazionamento dei titoli Samsung per favorire l’espansione del flottante.

A frenare l’ottimismo per i dati cinesi ci ha pensato il Fondo Monetario: la crescita di Pechino nel 2015 rallenterà almeno di mezzo punto, in sintonia con il resto dell’economia globale. Nonostante il forte beneficio del calo del petrolio, si legge nell’analisi del Fondo, il mondo nel 2015 crescerà solo del 3,5%, ad un tasso insufficiente a curare le ferite della recessione 2008/09.

BORSE EUROPEE ALLE STELLE. BTP RECORD

Chiusa ieri Wall Street per la festività del Martin Luther King day, l’Europa ha continuato la sua luna di miele anticipata con il QE. L’indice Eurofirst 300 è ai massimi da sette anni a quota 1409,92. Parigi e Francoforte guadagnano l’1%, Madrid l’1,4%. Rimbalza Zurigo (+4%) mentre il franco si indebolisce sull’euro a 1,01 da 0,994 della chiusura di venerdì sera. In testa alla graduatoria c’è Milano, grazie all’appeal speculativo della riforma delle Popolari: l’indice FtseMib sale dell’1,5%.

Il rendimento del Btp ha toccato nuovi minimi storici e lo stesso è avvenuto per il decennale spagnolo e francese. Il mercato dà per certo l’arrivo del Quantitative Easing. Secondo il consensus degli economisti intervistati da Bloomberg, il piano di riacquisto di titoli di Stato da parte della BCE dovrebbe essere di 550 miliardi di euro. Reuters si spinge fino ai 600 miliardi. Lo Spiegel ha ipotizzato una ripartizione degli interventi tra Bce e banche nazionali: a Banca d’Italia toccherebbe il 12 % degli acquisti.

RIMBALZA L’EURO, PETROLIO ANCORA GIU’

La divisa unica ha messo a segno un moderato rimbalzo a 1,1583 sul dollaro, assai comprensibile alla luce della performance dell’ultimo mese (-8% verso il dollaro) e della modesta correzione del franco svizzero (-2,5% verso euro e dollaro). 

Il petrolio perde ancora: Brent a 48,75 dollari il barile, Wti a 47,37. La settimana scorsa il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti ha registrato un calo di 61 unità, il più forte ribasso, settimana su settimana, degli ultimi 25 anni. 

Dopo una settimana di recuperi, Eni è arretrata ieri dell’1,5% a 14,25 euro. Saipem +0,3%, Tenaris +1,2%.

SCOMMESSA SU BPM/BPER E UBI/MPS. VOLA LA CATTOLICA 

A tener banco in Piazza Affari sono state le banche Popolari, in attesa della “rivoluzione” annunciata: stamani il governo dovrebbe annunciare la presentazione di un disegno di legge che cancella il voto capitario e, di fatto, trasforma gli istituti di credito cooperativo in società per azioni. Immediata e veemente la reazione del mercato. Banca Popolare di Milano +14,9%, miglior titolo dell’Eurostxx 600 e un prezzo di 0,6830 euro che non si vedeva dal giugno 2014. In forte crescita anche i volumi scambiati. Nell’arco della giornata sono transitate circa 382,7 milioni di azioni, un quantitativo mai visto in precedenza e pari a circa l’8,7% del capitale (azioni in circolazione circa 4,39 miliardi).

Ai primi cinque posti dell’indice globale della zona euro oggi compaiono cinque azioni italiane. Oltre alla banca di piazza Meda, figurano nella top five UBI Banca (+9,6%), Bper (+8%), Banco Popolare (+7,7%, è passato di mano quasi il 4% del capitale), B. P. Sondrio +6,6%. La riforma del voto capitario vale anche per le assicurazioni organizzate sotto forma di mutua, come la Cattolica assicurazioni che ha terminato la seduta con un guadagno del 5,8% a 6,02 euro, massimo dal novembre scorso. Nella giornata sono passate di mano 3,87 milioni di azioni pari al 3,7% del capitale sociale.

Buone notizie anche per le banche delle altre categorie: a dicembre gli impieghi verso famiglie e imprese sono tornati a salire, seppur solo dello 01%, dopo due anni e mezzo di calo ininterrotto. Unicredit +3,8%, Intesa+1,3%, Mediobanca +4,8%. MontePaschi è in rialzo del 4%.

LUXOTTICA BATTE LE STIME: AMERICA DA RECORD

Sono stati resi noti in serata i dati preliminari dell’esercizio 2014 di Luxottica, ieri +1,7%. La società ha battuto le attese sui ricavi con un fatturato consolidato di 7,6 miliardi, +6,1% a cambi costanti e +4,6% a cambi correnti e ha annunciato di voler raddoppiare il giro d’affari nell’arco dei prossimi dieci anni. La divisione wholesale ha registrato un aumento dell’8,6% a 3,193 miliardi, mentre quella retail del 4,3% a 4,458 miliardi. Nel solo quarto trimestre i ricavi consolidati sono saliti del 9,3% a 1,890 miliardi, beneficiando del cambio euro/dollaro favorevole. In entrambi i casi i numeri sono stati superiori alle previsioni degli analisti che in media stimavano un giro d’affari di 7,649 miliardi nell’intero anno e di 1,854 miliardi nell’ultimo quarto.

Mediobanca Securities (rating neutral e prezzo obiettivo a 42 euro confermati), sottolinea come la società abbia messo in atto una strategia di copertura naturale dalle fluttuazioni della valuta, registrando sia i ricavi sia i costi in dollari. Il Cda di ieri ha nominato Adil Mehboob-Khan amministratore delegato mercati e Massimo Vian amministratore delegato prodotto e operations.

FERRAGAMO TRAINA I TITOLI DEL LUSSO 

Grande giornata per altri titoli del lusso. Moncler sale dell’1,8%. Guida però la corsa Salvatore Ferragamo con un +4,4% a 23,10 euro, prezzo che non vedeva dallo scorso mese di settembre. L’amministratore delegato, Michele Norsa, ha dichiarato a margine delle sfilate milanesi, che le vendite del mese di dicembre sono state superiori alle attese aggiungendo che “un dollaro forte è un’opportunità per l’Europa, soprattutto per chi produce al 100% in Italia e quindi in euro”. 

Per la casa fiorentina il mercato Usa rappresenta circa il 20% del fatturato. Norsa non ha manifestato grande preoccupazione per la crisi della Russia, anche perché’ “il mercato russo, come mercato domestico ha un peso limitato, inferiore all’1% e dunque non suscita grandi preoccupazioni. Dispiace di più non vedere i consumatori russi, che sono grandi spender, in tutti i mercati”. Ma secondo il manager “i russi viaggiano nella stessa misura in cui viaggiavano prima; lo fanno su diverse destinazioni, più in Turchia che in Europa, ma le previsioni in generale relative ai passeggeri in Europa sono tra il 5 e il 7% di crescita”.

Sale anche Tod’s: +3%, ad un prezzo che non vedeva dal 2 ottobre scorso. Da inizio 2015 il titolo ha messo a segno un guadagno del 9%, che ricuce solo in minima parte il -40% subito nell’arco del 2014. Tra gli analisti prevale però lo scetticismo. Solo 2 analisti sui 26 censiti da Bloomberg suggerisce di comprare il titolo. Il target price medio è fissato a 71 euro. Mediobanca ha ribadito la raccomandazione Neutral, target 76 euro, mentre i francesi di Oddo sono più pessimisti con un giudizio Reduce, target 66 euro.

DB SPINGE MEDIASET. ATLANTIA FRENATA DAI DATI SUL TRAFFICO 

Buona performance di Mediaset (+2,1%): Deutsche Bank ha alzato la stima di utile per azione 2014 del 10%, limando del 2% la previsione sul 2015. In attesa del dato preliminare sul fatturato dello scorso esercizio.

Atlantia +0,4% dopo la diffusione dei dati di novembre sul traffico sulle autostrade italiane, il mese si è chiuso con un calo dello 0,6% anno su anno: -0,3% le automobili e -1,3% i camion. Fra gli industriali, Finmeccanica +0,2%, StM +0,4%, Fiat Chrysler +1%.

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