Borse europee in ribasso dopo un tentativo di rimbalzo in apertura. Resiste in terreno positivo Piazza Affari (+0,2%), sostenuta dai buoni risultati delle trimestrali e di alcune banche. Intanto, la produzione industriale italiana torna a salire a settembre: lo certifica l’Istat secondo cui l’indice destagionalizzato è aumentato dello 0,2% rispetto al mese di agosto.
Sul fronte dei titoli di Stato, si riduce il tasso sul Btp a 10 anni a 1,65% dal 1,67% della chiusura di ieri. Parallelamente, il differenziale di rendimento tra Btp e Bund decennali stringe a 98 punti base dai 100 dell’ultima chiusura.
A Milano avanza Banca Popolare di Milano (+2,2%) dopo indiscrezioni sugli incontri con i vertici d Ubi: si tratta per una fusione strutturata come un’acquisizione di Bpm da parte di Ubi (+0,46%), che include uno scambio carta contro carta.
Poste Italiane (+2,4%) ha chiuso i primi nove mesi del 2015 con un utile netto quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2014, a fronte di ricavi in crescita del 6% e un risultato operativo che balza del 26,9%.
Brillante anche Unicredit (+1,3%) alla vigilia della presentazione del piano strategico: Bank Pekao, la controllata polacca, ha registrato nel terzo trimestre utile netto in calo del 13% annuo, ma sopra le attese degli analisti.
Intanto il Financial stability board ha reso noto il piano da presentare al G20 che prevede il requisito patrimoniale aggiuntivo Tlac (Total loss absorbing capacity), che porterà le 30 banche più grandi del mondo, con Unicredit unica italiana, a rafforzare il patrimonio. L’istituto risulta già in linea con il livello minimo previsto al 2019 grazie agli strumenti già emessi.
Intesa sale dello 0,4%, Monte Paschi -0,4%. Nel risparmio gestito spicca Anima (+1,5%), che ha presentato un’offerta non vincolante da 700-800 milioni per Arca.
Tra le note positive figura anche Moncler: +2,7% dopo l’annuncio dei conti. La società ha chiuso i primi nove mesi con ricavi in crescita del 25% a 561,5 milioni (+17% a tassi costanti) e con un Ebitda adjusted di 174,5 milioni, da 136,1 milioni. Il trend in Asia è nettamente migliorato in ottobre, vanno bene la Cina (meno Hong Kong) e il Giappone, ha detto il Ceo Remo Ruffini. Ferragamosale dell’1,1%.
Situazione delicata per Fincantieri (-2,73%): Andrea Mangoni ha rassegnato le dimissioni dal consiglio di amministrazione e dalla carica di direttore generale. Oggi il Cda, oltre ad approvare il resoconto al 30 settembre, affronterà il tema di un possibile aumento di capitale da 500 milioni di euro. Banca Imi ha messo sotto revisione rating e target price, Mediobanca si attende un aumento del debito netto del 47% a 325 milioni.
Nell’automotive debole Fiat Chrysler (-0,15%). Risale invece Porsche (+0,38%). L’azionista di maggioranza di Volkswagen ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto più che dimezzato per i costi dello scandalo delle emissioni diesel. L’utile netto è sceso a 1,19 miliardi di euro da 2,5 miliardi dello stesso periodo 2014.
StM +0,5%, Finmeccanica +0,8% dopo un commessa Agusta negli Emirati Arabi. Petroliferi contrastati: Eni +0,8%, Tenaris -0,7% spinta all’ingiù dalle perdite di Valllourec a Parigi (-0,8%). Telecom Italia +0,5%.