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Piazza Affari chiude in bellezza, sostenuta dalle rassicurazioni sulla Grecia

Piazza Affari, dopo una seduta all’insegna del Toro, chiude in bellezza: indice Ftse/Mib +1,53 %, a 21.109 punti. Un risultato migliore di Parigi (+0,7% il Cac 40) ma in linea con i rialzi di Londra (Ftse +1,5%) e del Dax di Francoforte (+1,6%). La buona giornata, iniziata sui listini asiatici nonostante il warning di Moody’s del debito giapponese (che non ha frenato il rialzo del Nikkei 225), prosegue ora sui listini americani: il Dow Jones, alle 16 e 30 (ora italiana) è avanti dello 0,8 per cento, S&P 500 e Nasdaq dello 0,7.

Anche in Usa, come in Asia. il Toro ha avuto la meglio sui dati economici di giornata, quasi tutti in “grigio”. Fa eccezione, si fa per dire, l’indice Case-Shiller sulle case di marzo: in linea con le previsioni ma, comunque, con prezzi ancora in rosso del 3,6%. A questi prezzi il mercato immobiliare americano è sceso sotto i livelli dell’aprile 2009. Deludono, invece, l’indice della fiducia dei consumatori di maggio (60,9 contro 66 del mese precedente) e quello dei direttori d’acquisto di Chicago, scivolato a quota 56,6, assai al di sotto delle previsioni (62,2). Ci sono, insomma, nuovi segnali di rallentamento che Wall Street interpreta come buoni auspici per una politica monetaria ancora accomodante, anche se Ben Bernanke non dispone nel Fomc di una maggioranza per far passare un eventuale QE 3.

Ma la vera ragione dei rialzi di ieri, a livello globale, è il sospiro di sollievo per la prospettiva di un lieto fine (almeno per ora) della sindrome greca. Certo, in chiave europea ha anche giocato a favore il calo, inatteso dell’inflazione rilevato da Eurostat (da 2,8 a 2,7 per cento), dato che può allontantare la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse nella prossima riunione di Francoforte, ma il vero propellente per i mercati è la notizia, anticipata da The Wall Street Journal, del via libero tedesco ad una nuova tranche, senza condizioni, di prestiti per Atene nell’ordine di 30 miliardi. Una novità che ha scacciato dall’orizzonte le nubi più fosche: l’euro è in rialzo sul dollaro (a quota 1,4380 contro 1,428) ma, sorpresa, anche sul franco svizzero (1,227 dal precedente 1,217). Ancor più rilevante si stringe a 176 bp la fobice tra i Btp (4,77%) e i Bund tedeschi (3,01%).

In una giornata in rosa è difficile individuare tutti i temi al rialzo. Brilla il settore bancario , con rialzi superiori ai due punti percentuali per Unicredit e Mps, di poco inferiori per Intesa ed Ubi. Altrettanto effervescente la seduta per le Generali (+2%) grazie alla miglior intonazione dei titoli sovrani, mentre si è spento nel corso della giornata il rialzo di Unipol e Fonsai.

Sale ancora la Fiat (+1,4%) alla vigilia del consolidamento di Chrysler. Ma sale anche Finmeccanica e Prysmian, così come Eni e gli altri titoli legati al petrolio mentre non si spegne l’onda verde innescata su Enel Green Power e, di riflesso, sulla casa madre Enel. In gran spolvero anche A2A, dopo la cessione di Metroweb. Doccia fredda, al contrario, per Stm su cui ha pesato il profit warning lanciato da Nokia, anche se il gruppo finlandese non è più (ma molti non lo sanno) il primo cliente della jv guidata da Carlo Bozotti.

Le note negative, in sostanza, si riducono alla lieve flessione di Mediaset ,punita per le disavventure editoriali del premier, anche sulla base di una nota di Bernstein. In gran spolvero, per converso, il titoli de L’Espresso (+2,3%).

 

 

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