X

Piazza Affari arriva prima ma un po’ stanca al giro di boa del semestre. Continua la corsa ai bond

FIRSTonline

PIAZZA AFFARI ARRIVA STANCA AL GIRO DI BOA
TOKYO IN RIBASSO, CONTINUA LA CORSA AI BOND

Tokyo -0,2% apre in lieve ribasso, condizionata dalla forza dello yen sul dollaro. Salgono, senza grande entusiasmo, gli altri listini asiatici: Shanghai + 0,5%, Seul +0,4%.

Il copione previsto per l’ultima seduta di giugno non cambia: mercati sostenuti dalla convinzione che i tassi resteranno bassi per un bel po’, ma senza grandi idee.

Nell’attesa i capitali scelgono i titoli del debito, i cui rendimenti continuano a scendere: stamane il T bond Usa tratta al 2,531%, 9 punti sotto venerdì; il decennale tedesco è all’1,26%, 8 punti meno ad un passo dai minimi. Il decennale americano, rende 30 centesimi in meno dei Btp italiani, 10 in meno dei Bonos spagnoli.

Rallentano intanto i prezzi dl greggio: stamane il Brent è trattato a 113 dollari il barile; fermo l’oro a quota 1,310 dollari l’oncia.

E’ in questa cornice che i mercati finanziari effettuano oggi il giro di boa di metà anno, dopo un semestre straordinario, forse irripetibile sostengono i pessimisti.

A consigliare prudenza ci sono i segnali di stanchezza che stanno affiorando in Europa: l’ indice Stoxx ha chiuso in ribasso -1,7% per la prima volta dopo dieci settimane ridimensionando i guadagni dei primi sei mesi al 4% Tutte in calo le Borse del Vecchio Continente: Parigi -1,8%, Francoforte -1,7%, Londra -1%. Oggi Wall Street può però celebrare l’ennesimo record: 16 trimestri consecutivi di rialzi come non accadeva all’indice Standard & Poor’s dal 1998. Meglio della Borsa Usa (S&P e Nasdaq +4,7%) ha fatto da aprile in poi l’indice Asia Pacific +5,4%, mentre l’Msci Global, composto da un paniere di titoli di tutti i listini, segna +4,1%.

L’attenzione dei mercati è concentrata su due appuntamenti di giovedì: la riunione mensile della Bce, la prima dopo le misure espansive promosse da Mario Draghi e i dati americani sull’occupazione del settore privato.

DOMANI SCATTANO LE NUOVE ALIQUOTE SUI CAPITAL GAIN

Fanalino di coda è stata la Borsa di Milano che ha chiuso venerdì per la sesta seduta consecutiva in ribasso (indice Ftse Mib sceso dello 0,3%) . Il bilancio della settimana è un calo secco del 3% che riduce il guadagno da inizio anno a +12,4%, il miglior risultato tra i Paesi dell’Ocse.

Da inizio anno la capitalizzazione dei mercati della “periferia d’Europa” (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) è salita di 150 miliardi.

Il trend è stato influenzato dall’introduzione da domani delle nuove aliquote sugli interessi e i capital gains. Molti investitori hanno voluto chiudere le operazioni con la vecchia imposta del 20% invece che del 26%. Per i ritardatari oggi è l’ultimo giorno per approfittare della vecchia normativa: una circolare dell’Agenzia delle Entrate ha precisato che per i contratti stipulati entro la mezzanotte di oggi vale l’aliquota al 20% a prescindere dalla data di pagamento.

LO SPREAD BTP/BUND VIAGGIA VERSO I 100 BP

il 3% in meno del titolo greco, 20 centesimi in meno dei Btp italiani, 10 in meno dei Bonos spagnoli.

Il Tesoro italiano ha chiuso con successo le aste di fine mese: sono stati collocati 4 miliardi di euro di Btp a 5 anni al rendimento dell’1,35% dal precedente 1,62%. e sono stati emessi anche 2,5 miliardi di euro di Btp 2024 con rendimento al 2,81%, in calo da 3,01% della precedente asta di un decennale. Negli ultimi 30 giorni, complice la svolta della Bce, il rendimento dei decennli è sceso del 18% e quello del quinquennale del 30%.

Il costo medio della raccolta per i titoli di Stato è sceso a poco più dell’1,5% rispetto al 2,2% dello scorso anno”.

Sul secondario il rendimento del Btp 10 anni è 2,83% (-1 punto base), spread a 156.

Secondo gli esperti il rally è destinato durare: Rbs prevede la riduzione dello spread fino alla soglia dei 100 punti base.

ARRIVA LA SUPERMULTA A BNP PARIBAS

Una multa di 9 miliardi di dollari più la sospensione temporanea dalle operazioni in dollari. Questa la condanna, la più alta mai inflitta ad un istituto straniero in Usa, che Bno Paribas ha contrattato con le autorità americane per aver fatto da banca agente per diversi stati sotto embargo, a partire dal Sudan e dall’Iran.

L’annuncio ufficiale sarà dato in una conferenza stampa del dipartimento di giustizia. Da Parigi è già arrivata la conferma del ceo Jean-Laurent Bonnafe: “Subiremo una pesante condanna. Ma posso dire che spremo risollevarci: i nostri piani futuri non cambiano”.

La multa non è lontana dagli utili dell’ultimo esercizio di Bnp (8,2 miliardi di euro) ma è assai inferiore alla pena, 16 miliardi di dollari, ventilata per le infrazioni dell’istituto che non perderà però la licenza bancaria dello Stato di New York.

MEDIASET, VENERDI’ SCOCCA L ‘ORA X PER LA SPAGNA

Chiusa in bellezza l’ultima settimana (+4,03% venerdì) Mediaset affronta la campagna di Spagna. Venerdì si saprà se l’azienda del Biscione accetterà o meno l’offerta avanzata da Telefonica per il 22% di Digital Plus, pari a 355 milioni in tutto. La partita è legata a filo doppio all’evoluzione del progetto pay tv (con la creazione di un newco in cui raggruppare le attività italiane e quelle spagnole) e alla ricerca di un partner per Premium ( o la newco), altro dossier caldo dopo l’interesse manifestato dallo sceicco Ali Bin Thamer al Thani, proprietario di Al Jazeera.

ENEL, PROVE DI SPIN-OFF IN SPAGNA

Sotto i riflettori i piani dell’ad Francesco Starace che, entro dieci giorni, dovrebbe annunciare il piano per ridurre i debiti del gruppo. Ubs ha pubblicato un report sul tema che prevede due operazioni: lo spin- off di Enersis da Endesa per portare le consociate sudamericane direttamente sotto il controllo della capogruppo. Successivamente la parziale riduzione della presenza del gruppo italiano nella holdin iberica aumentando il flottante dall’attuale 8% al 25%.

L’insieme di queste operazioni da effettuare entro il 2015 potrebbe librare risorse per 10 miliardi in cinque anni. In questo scenario l’ebitda potrebbe calare nel 2015/16 a fronte però di un utile in crescita costante intorno a 3,5 miliardi. Il debito dovrebbe assestarsi attorno 35 miliardi.

OGGI DEBUTTA IL “NUOVO” MPS, AL VIA IL PALIO DEL DOPO MANSI

Comincia oggi la nuova vita di Banca Monte Paschi dopo il felice esito dell’aumento di capitale da 5 miliardi di Banca Mps sottoscritto al 99,85% per un ammontare di oltre 4,99 miliardi che “ci permetterà – ha detto l’ad Fabrizio Viola – di restituire al Governo italiano circa 3,5 miliardi” di Monti bond.

L’intervento delle banche del consorzio di garanzia guidato dalla svizzera Ubs dovrebbe essere stato assai circoscritto, grazie ai forti acquisti compiuti dai fondi di investimento esteri e soprattutto americani. Il primo nuovo azionista a uscire allo scoperto è stato il gestore americano T.Rowe Price, con una quota pari al 2,11%, mentre per gli altri possibili investitori circola il nome di Beauport Financial, un fondo molto attivo nella gestione dei non performing loan e nell’equity.

Related Post

Ora la partita si sposta sugli equilibri della Fondazione Mps, dopo le dimissioni di Antonella Mansi a soli nove mesi dal suo arrivo a Palazzo Sansedoni. L’appuntamento è fissato per oggi, ma sembra che lo scetticismo in materia sia talmente alto che la Fondazione avrebbe già programmato un nuovo incontro per il 7 luglio e messo in conto ulteriori slittamenti. Per ora non ci sarebbero nomi sul tavolo e la partita sembra ancora tutta da giocare. Antonella Mansi, dal canto suo, si è già detta disponibile a rimanere a Palazzo Sansedoni per l’intero mese di luglio, ma non oltre.

VOLATA FINALE PER CARIGE. SPUNTA MALACALZA

Da oggi a venerdì ci sarà la possibilità di esercitare i diritti relativi all’aumento di capitale per 800 milioni di Banca Carige. Dal 7 luglio verrà messo all’asta l’eventuale inoptato. Per ora hanno già sottoscritto per la quota di competenza la Fondazione , forte del 19%, il gruppo francese Bpce e per quote minori Beniamino Gavio, Coop Liguria e le Fondazioni Cariverona e Carilucca.

Nell’asta di diritti potrebbero spuntare nuovi soci, come ha lasciato intendere il vicepresidente Alessandro Repetto. Tra i papabili la famiglia Garrone, Andrea Bonomi e, soprattutto, la famiglia Malacalza a cui potrebbe già far capo il 4% sottoscritto da Ubs.

ITALCEMENTI VERSO LA FUSIONE CON CIMENTS

Anche Italcementi -0,43% ha chiuso l’aumento di capitale da 500 milioni di euro con sottoscrizioni pari al 99,42% delle nuove azioni emesse. I diritti relativi alla quota rimasta inoptata, pari allo 0,58% dell’operazione, saranno offerti in borsa nel periodo compreso tra il prossimo 2 e 8 luglio e potranno essere utilizzati per la sottoscrizione delle azioni sulla base di un rapporto di opzione di 3 azioni ogni 7 diritti inoptati. Giovedì intanto chiuderà l’aumento di capitale di Ciments Français: il prezzo dell’opa a 79,5 euro per azione comporterà per la società bergamasca un esborso di 459 milioni, finanziato dall’operazione appena conclusa.

Se alla fine dell’opa Italcementi deterrà una partecipazione superiore al 95% del capitale sociale e dei diritti di voto di Ciments Francais, entro tre mesi dalla chiusura dell’offerta verrà avviata la proceduta di squeeze out delle residue azioni, che attribuisce all’offerente il diritto di acquisto dei titoli al prezzo unitario di 79,5 euro, pari a quello di offerta.

OGGI AL VIA L’AUMENTO DELLA ROMA

Al via oggi due nuovi aumenti di capitale.

La Roma as offrirà massime 265.046.592 azioni ordinarie nel rapporto di 2 nuovi titoli ogni azione posseduta, a un prezzo unitario di 0,377 euro. L’operazione, che terminerà il 18 luglio (i diritti relativi all’aumento di capitale saranno quotati fino all’11 luglio) consentirà al club di incassare 100 milioni.

Inizia oggi l’aumento di capitale di Class Editori. La società editoriale offrirà massime 177.611.564 azioni ordinarie nel rapporto di 169 nuovi titoli ogni 100 azioni possedute, a un prezzo unitario di 0,224 euro. L’operazione terminerà il 18 luglio, mentre i diritti relativi all’aumento di capitale saranno quotati fino all’11 luglio. L’11 giugno i soci Euroclass Multimedia Holding Sa e Paolo Panerai hanno comunicato il proprio impegno irrevocabile e non condizionato a sottoscrivere la quota di propria pertinenza dell’Aumento di Capitale, pari, rispettivamente al 46,061% e al 12,4% e anche eventuali diritti rimasti inoptati alla conclusione dell’Offerta in Borsa fino a un controvalore complessivo massimo di 35 milioni.

Il calendario della giornata finanziaria prevede anche: riunione di cda e meeting dei soci per Cir e Cofide.

Le assembleee di Cogeme SET, Crespi , Eems, Montefibre , Methorios e di PMS Group (approvazione del bilancio e modifica statuto). 

IPO/1 – FINCANTIERI DEBUTTA DOPO L’OFFERTA DIMEZZATA

Prenderà il via giovedì la navigazione in Piazza Affari di Fincantieri. La risposta degli investitori istituzionali , per la verità, è stata inferiore ad ogni attesa, cosa che ha costretto in pratica a dimezzare l’offerta sul mercato: solo 351 milioni contro I 703,9 milioni inizialmente previsti ad un prezzo unitario di 0,78 euro, al valore minimo della forchetta. Il flop è legato alla mancata risposta degli istituzionali (200 milioni) mentre il retail ha assorbito circa il 30% dell’offerta. La capitalizzazione sarà di 1,320 miliardi.

IPO /2 – ARRIVA FINECO, AL PREZZO PIU’ BASSO

La fase di stanca per le Ipo in Europa ha pesato anche su Fineco che debutterà mercoledì in Piazza Affari dopo il collocamento a 3,7 euro per azione, nella fascia basa della forchetta di prezzo indicata tra 3,5 e 4,4 euro. La capitalizzazione, calcolata sulla base del prezzo di offerta – sarà pari a 2.243 milioni.

L’impatto positivo sul common equity tier 1 del gruppo Unicredit -0,16%, calcolato sulla base di Basilea 3 a regime è stimato pari a circa 14 punti base (16 in caso di integrale esercizio dell’opzione greenshoe). Sull’istituto grava il rischio di sanzioni europee più aspre nei confronti della Russia che potrebbero colpire le attività della banca secondo quanto riferito dal consigliere Gianni Franco Papa al quotidiano tedesco Handelsblatt.

Categories: Finanza e Mercati