Il Salone del Trading Online a Piazza Affari, anche quest’anno grande successo con oltre 3.500 addetti ai lavori accreditati, diventa una buona occasione per celebrare i 10 anni dalla quotazione dei primi ETF sul mercato italiano, avvenuta nel 2002.
Dieci anni di vita, dunque, nei quali sono cresciuti passando dagli 81 contratti del primo anno agli 11.400 del 2012, eppure gli Exchange Traded Funds (è questo l’acronimo), che sono passati dal 2% di quota sui mercati del 2007 all’11% del 2011, non sono ancora del tutto conosciuti ai più.
In realtà si tratta di uno strumento semplicissimo, e di assoluta trasparenza (oggetto di una capillare regolamentazione sia dall’Ue che dall’organismo che riunisce le Consob europee): si tratta giuridicamente di normali fondi d’investimento aperti, negoziati in Borsa come delle azioni e dei quali è possibili distribuire o reinvestire i dividendi, ma che non fanno altro che replicare un indice di mercato, ampio o ristretto che sia.
La gestione passiva di questo indice, che può essere il Ftse Mib, come soltanto le Blue Chips, come un indice geografico o ancora come una materia prima (in quel caso si parla più propriamente di ETC, Exchange Traded Commodities), consiste dunque nel tenere in portafoglio tutte le componenti dell’indice che si replica (nel caso del Ftse-Mib, la media di 40 realtà): il modo ideale, dunque, per diversificare gli investimenti.
E infatti lo strumento piace e cresce: secondo i dati elaborati da Borsa Italiana proprio in occasione del decennale, il patrimonio degli ETF in Italia aggiornato ad agosto 2012 è di quasi 18 miliardi di euro, rispetto ai 500 milioni del 2003. Non solo: agli inizi, nel 2002, gli ETF erano solo 8, gli emittenti 4, e i contratti 81 per un controvalore di 3,3 milioni di euro; un decennio dopo invece la realtà parla di 11 emittenti, 798 strumenti (614 ETF, 172 ETC e 12 ETN), 11.400 contratti e 242,8 milioni di euro.
Particolarmente rilevante, anche rispetto agli altri mercati europei, è la presenza degli investitori retail, evidenziata anche dalla dimensione media dei contratti che nel 2012 si è attestata a circa 21.300 euro. I risultati non possono che aver soddisfatto il management di Borsa Italiana, che tramite Pietro Poletto, Responsabile del Mercato ETFplus, ha commentato: “Il mercato italiano degli ETF si posiziona ai primi posti a livello europeo. Il grande successo conseguito da questo strumento in Italia ha radici nella sua semplicità e flessibilità d’uso, nonché nella possibilità di negoziazione in tempo reale attraverso la piattaforma di Borsa Italiana”.
“Il mercato ETFplus – ha detto ancora Poletto – è il contesto non solo tecnologico ma anche regolamentare, nel quale la trasparenza e l’educazione dei risparmiatori rappresentano gli obiettivi primari di ogni nostra azione. La positiva risposta che abbiamo avuto da parte di investitori, emittenti ed intermediari, con cui abbiamo lavorato a stretto contatto, testimonia la validità delle scelte che Borsa Italiana ha fatto per valorizzare e far crescere il mercato in questi dieci anni”.