Dopo il rimbalzo, arriva un nuovo crollo per le Borse europee. La peggiore è Piazza Affari, che a circa un’ora dall’apertura perde oltre il 4 e mezzo percento. Male anche Francoforte (-2,75%), Parigi (-3%) e Londra (-2,5%).
In Asia, le piazze di Tokyo, Shangai, Taiwan e Hanoi sono chiuse per festività nazionali. E’ aperta invece Hong Kong, che in avvio è arrivata a perdere il 4,2% nei primi minuti di scambi, scivolando al livello più basso dal giugno 2012, per poi risalire leggermente.
A pesare sul Ftse Mib sono ancora una volta i titoli bancari, colpiti dall’ennesima raffica di sospensioni nonostante il Consiglio dei ministri abbia varato ieri sera il decreto che contiene, tra l’altro, la riforma delle Bcc e le misure per le bad bank.
In particolare, Ubi fatica a fare prezzo in apertura con un teorico -11% nonostante l’utile netto 2015 in rialzo del 33,2% (a 195,1 milioni) e il dividendo del 37,5% (a 11 centesimi per azione). Male anche le altre popolari (Banco Pop -4%, Bper -3,8%, Bpm -2,3%) nel giorno in cui il Tar del Lazio si dovrebbe pronunciare sui ricorsi contro la riforma che impone a questi istituti di trasformarsi in Spa.
Non va meglio alle big: Unicredit -2,9%, Intesa -3,2%. Ancora vendite su Mps -2,6%. Mediobanca -2,5% malgrado gli utili del primo semestre abbiano superato le attese (+23%, a 321 milioni di euro).
In fondo al listino milanese viaggiano anche Buzzi Unicem (-4,1%), Cnh Industrial (-4%) e Ferrari (-3,8%). Fca -2,2%, Finmeccanica -3%, Telecom Italia -2,7%.
Ancora un calo per il petrolio, con il prezzo del barile Wti che scivola sotto i 27 dollari e il Brent che perde 32 centesimi attestandosi a 30,52 dollari al barile. Alla Borsa di Milano ne risentono Eni (-1,9%), Saipem (-1%) e Tenaris (-1,5%), che comunque limitato i danni.
Quanto al mercato del debito, lo spread Btp-Bund risale a 150 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,68%.
Sul versante valutario, l’euro tratta a 1.1329 sul dollaro.