Il piano Tim avanza verso la separazione verticale del business: servizi da un lato con ServiceCo, rete fissa dall’altro con NetCo. Il Cda, dopo una lunga riunione durata cinque ore mercoledì, ha dato mandato all’Ad Pietro Labriola “di svolgere ogni attività utile”in questa direzione. L’obiettivo è di ridurre l’indebitamento, valorizzando al meglio alcuni asset del gruppo ma anche di aprire il capitale a soci di minoranza in Tim Enterprise.
Ora Tim dà corpo, fornendo più dettagli al mercato, al progetto avviato in marzo che è pensato anche per realizzare il progetto di rete unica con la concorrente Open Fiber controllata al 60% da Cdp (azionista anche di Tim con il 10%) e al 40% dal Fondo Macquarie. Nel corso della giornata, Tim durante il Capital Markets Day scenderà nel dettaglio con investitori e stampa. L’attesa degli operatori, esplicitata mercoledì da Equity, è di ricevere più informazioni su debito, Capex e free cashflow delle due nuove entità per la rete e per i servizi. Altri temi saranno la negoziazione con Dazn per i contratti calcio , naturalmente. Ma era e resta centrale il tema della rete unica con OF e della sua tempistica ma soprattutto della sua valutazione.
Piano Tim: la separazione delle attività e il perimetro di NetCo e ServiceCo
La NetCo include la rete fissa, primaria e secondaria, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali (Sparkle). Se andrà in porto, Netco sarà il primo caso in Europa “di un polo di infrastrutture e tecnologie di rete in fibra a disposizione di tutto il mercato e con una presenza capillare su tutto il territorio nazionale” osserva il comunicato del gruppo. Come già fa la concorrente Open Fiber, la NetCo si concentrerà sul mercato wholesale. L’obiettivo è di accelerare la messa in opera della rete in fibra. NetCo sarà dunque una pura società infrastrutturale come per esempio Terna o Snam e beneficerà “dei ritorni tipici del settore”, precisa ancora la nota Tim.
Più articolata la ServiceCo che include le attività commerciali. TIM Enterprise, TIM Consumer e TIM Brasil. Nel dettaglio:
- Tim Enterprise. Qui rientrano le attività del settore business nonché Noovle, Olivetti e Telsy. Nell’unità rientrano anche i data center. Punta a conquistare quote di un mercato in forte crescita facendo leva su Cloud, IoT e Cybersecurity
- Tim Consumer include le attività commerciali fisso e mobile nel mercato retail dal consumatore alle piccole e medie attività. In Tim consumer rientrano gli asset della rete mobile e le piattaforme di servizio. L’Ad Labriola prevede “una riorganizzazione profonda delle sue attività, basata sulla semplificazione” quale elemento chiave per migliorare le performance.
- Tim Brasil. Il gioiello sudamericano di Tim continuerà con la strategia di “Next Generation Telco” e dopo l’acquisizione ormai completata delle attività mobili del Gruppo Oi stima “un’accelerazione della crescita dei ricavi, dell’Ebitda e della generazione di cassa, con trend solidi”.
Il Piano Tim
Tim con il nuovo piano punta a migliorare la redditività e anche ad “attrarre nuovi partner industriali e finanziari”, spingendo l’acceleratore su innovazione e transizione digitale. Ma soprattutto si vuole raggiungere “una struttura del capitale sostenibile” con il deconsolidamento della rete fissa e l’eventuale ingresso di nuovi soci di minoranza in TIM Enterprise.