Sarà un piano, quello di Terna, che insisterà ancora di più sugli investimenti e sulla sostenibilità, rispetto al precedente che già era molto ambizioso. Gran parte di questi investimenti, annuncia l’aggiornamento presentato dal nuovo amministratore delegato Stefano Donnarumma, sarà effettuata in Italia: 8,9 miliardi di euro da qui al 2025 (sui 9,2 totali, di cui 1,4 miliardi nel 2021), il 22% in più di quanto previsto dal precedente documento 2020-24 elaborato dal suo predecessore, Luigi Ferraris.
Di fronte alla rivoluzione energetica in corso, con il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili e visti i target europei e italiani per la decarbonizzazione, Donnarumma ha spiegato che “Terna non è solo un operatore cardine del sistema ma un facilitatore del sistema, un regista della transizione energetica“. Per questo, ha detto l’Ad nel corso della presentazione del Piano industriale 2021-25 al mercato, è necessario accelerare gli investimenti, potenziare le interconnessioni (il Thyrrenian Link con la Sardegna è in cima alla lista), digitalizzare la rete per reggere l’ondata di 30 GigaWatt incrementali di potenza rinnovabile in arrivo nei prossimi anni.
Il focus è dunque sempre più sulla sostenibilità (in base ai criteri della Tassonomia Europea in corso di definizione, sottolinea il gruppo, il 95% degli impieghi previsti da Terna sono per loro natura sostenibili) nella rete di trasmissione nazionale, “finalizzati – spiega il comunicato – all’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili e all’incremento della sicurezza e resilienza del sistema, con l’obiettivo di risolvere le congestioni di rete e potenziare le dorsali indispensabili al trasporto”. Un traguardo che sarà possibile ottenere anche grazie al rafforzamento dei collegamenti Nord-Sud e con le isole e delle interconnessioni internazionali, alcuni dei quali già realizzati quest’anno.
L’obiettivo ambientale finale è quello di consentire all’Italia, ponendo Terna in un ruolo centrale e strategico, di raggiungere gli obiettivi del Green New Deal europeo e del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), prima fra tutti la riduzione del 55% delle emissioni al 2030, per arrivare a zero emissioni al 2050. Ma non c’è solo la sostenibilità: il nuovo piano prevede infatti che gli investimenti abbiano un importante effetto moltiplicatore sia in termini di crescita del Prodotto Interno Lordo, sia di creazione di nuovi posti di lavoro. Secondo recenti studi, sostiene la nota di Terna, ogni miliardo di investimenti in infrastrutture ne genera fra due e tre in termini di PIL e circa mille nuovi posti di lavoro. E difatti è previsto che gli organici dell’azienda possano crescere del 10% già nei primi tre anni, superando le 5.000 unità.
Su questo si è espressa anche la presidente Valentina Bosetti, che ha ricordato che “gli investimenti sono disegnati per rispondere ad uno scopo di lungo periodo che è quello della decarbonizzazione. Non c’è però solo la sostenibilità ambientale, ma anche il welfare e la sicurezza del lavoro”.
Non mancheranno poi gli investimenti dedicati alla tecnologia e a progetti fuori dall’Italia. Degli 8,9 miliardi complessivi, quasi 1 miliardo sarà destinato nei prossimi 5 anni alla digitalizzazione e all’innovazione, proseguendo nelle attività di controllo da remoto delle stazioni elettriche e delle principali infrastrutture. Per quanto riguarda le attività internazionali, Terna è oggi attiva in alcuni Paesi dell’America Latina, con progetti in essere in Brasile, Perù e Uruguay. Il Piano Industriale 2021-2025 prevede di cogliere nuove opportunità, con un budget fissato a 300 milioni di euro.
Venendo agli obiettivi finanziari, i ricavi nel 2025 sono previsti in crescita a 3,04 miliardi di euro e l’EBITDA a 2,21 miliardi di euro, con una crescita media annua (CAGR) nell’arco di Piano del 4% ciascuno. Nel 2021, in particolare, è previsto che i ricavi crescano a 2,57 miliardi di euro e l’EBITDA a 1,84 miliardi di euro. Previsto in miglioramento anche l’utile netto del gruppo, che porterà a un utile per azione (EPS) di 39 centesimi di euro nel 2021 e di 49 centesimi nel 2025, con una crescita media annua nell’arco di Piano di oltre il 5%. Per quanto riguarda la politica dei dividendi, dal 2021 al 2023 si prevede una crescita media annua del dividendo per azione (DPS) pari all’8%, rispetto al dividendo alla cedola di competenza per il 2020. Per gli anni 2024 e 2025 si prevede un payout del 75%, con un dividendo minimo comunque garantito pari al dividendo di competenza dell’esercizio 2023.
“Attraverso questo Piano Industriale vogliamo rafforzare il fondamentale ruolo di Terna non solo per il sistema elettrico nazionale, ma per tutto il nostro Paese, con uno sguardo al contesto mediterraneo di cui l’Italia è il naturale hub energetico”, ha aggiunto l’Ad Stefano Donnarumma. Proprio su questo ruolo strategico dell’Italia il manager è poi tornato rispondendo alle domande dei giornalisti, e chiarendo progetti e tempistiche: per quanto riguarda il collegamento con la Tunisia, che rafforzerebbe la posizione dell’Italia come hub tra Europa e Africa, l’Ad ha detto che Terna “sta perfezionando la documentazione per ottenere la copertura finanziaria da parte dell’Ue, che arriverà entro primavera/estate 2021. L’entrata in esercizio della connessione è prevista nel 2027, ma forse anche prima”.
Un forte impulso alla centralità mediterranea dell’Italia arriverà anche dal Thyrrenian Link con la Sardegna, che sarà a regime nel 2028 secondo i piani di Terna, mentre il Sacoi 3 che collega Italia (dalla Sardegna) e Corsica sarà completato tra il 2025 e il 2026. Quasi fatta invece per il completamente dell’interconnessione Italia-Francia, “i cui lavori sono stati rallentati dal Covid ma si dovrebbe entrare in esercizio entro l’autunno del 2021”, ha garantito Donnarumma.