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Piano Mps: ritorno all’utile nel 2022 ma resta il nodo delle alleanze

Wikimedia Commons - Herbert Frank

Mps presenta il piano strategico 2021-2025, alla luce dell’impegno assunto con la Ue e deciso già nel 2017 dal Governo di dismettere la propria partecipazione entro quest’anno e in vista di una sempre più probabile fusione con Unicredit. Alla luce di questo, il piano “non ipotizza una trasformazione radicale del modello operativo e dell’infrastruttura tecnologica della banca che comporterebbe significativi investimenti, assorbimento di capacità di implementazione ed elevati rischi di execution a fronte di benefici che si manifesterebbero solo tra alcuni anni. Si è ritenuto infatti che sia opportuno ripensare il modello operativo e l’infrastruttura tecnologica solo dopo aver avuto chiarezza sulla soluzione aggregativa”.

Nel piano Mps si è invece data la priorità alle iniziative in grado creare valore già dal 2021 e di minimizzare i rischi di execution compatibilmente con gli attuali vincoli. Tali manovre permettono di abilitare una crescita dei ricavi e dei costi sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti, in particolare:

– per il modello di business sono state identificate delle opportunità nel riposizionare l’offerta della banca sui segmenti clientela, sui prodotti e sui territori nei quali il Monte può competere con maggiore efficacia così da recuperare la market share persa negli ultimi anni e per i quali ci si attente una maggiore crescita del mercato

– per la base costi, sono state misurate per ciascuna funzione centrale e di rete le risorse liberabili con l’attuale modello operativo e infrastruttura tecnologica a seguito di importanti semplificazioni organizzative, razionalizzazione del footprint, efficientamenti dei processi e adozione di modalità di lavoro agili. A fronte delle risorse liberabili così stimate, è stato individuato il modello di gestione delle ridondanze più efficace in termini di costi e tempistiche di realizzazione dei benefici economici

– per le risorse finanziarie il piano prevede di mantenere gli indicatori di capitale e liquidità ampiamente al di sopra delle indicazioni del supervisore in ogni anno, nonostante le previsioni macroeconomiche conservative. Anche in uno scenario avverso nel quale si simula un rallentamento delle iniziative di rilancio industriale ed un incremento dei flussi di default per circa 300 milioni di euro rispetto alle attese (il che comporta il ritorno all’utile dal 2023) il capitale sarebbe sufficiente a rispettare i requisiti minimi.

Il piano strategico di Mps prevede ancora una chiusura in rosso nel 2021 per 562 milioni di euro e un ritorno all’utile per 41 milioni solo nel 2022. Dopodiché la redditività aumenterà progressivamente fino a 559 milioni di euro nel 2025, con 292 milioni di profitti nel 2023 e 454 milioni nel 2024.

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