L’Italia si è aggiudicata un accordo con l’Algeria, nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa, per la bonifica di un ampio appezzamento di terreno e l’avvio di un progetto di agricoltura rigenerativa ad alta tecnologia. La commessa, del valore di 420 milioni di euro, è stata assegnata al gruppo Bf, Bonifiche Ferraresi, realtà nata a fine ‘800, ex partecipata pubblica quotata in Borsa, che opera a presidio di tutta la filiera agro-industriale con le sue tecniche tecnologicamente avanzate. Verranno coltivati grani e legumi che resteranno nel mercato locale.
L’accordo per la concessione dei terreni è stato firmato ad Algeri dal ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale algerino, Youcef Chorfa, dal direttore generale del Fondo per gli investimenti agricoli dell’Algeria, Souad Assaous, e da Federico Vecchioni, amministratore delegato di Bf Spa, che controlla Bf International. Alla firma era presente anche il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida.
L’accordo prevede una concessione strategica da parte del governo algerino di 36.000 ettari, che la società Bonifiche Ferraresi recupererà all’uso agricolo e creando un’intera filiera produttiva. Le attività verranno avviate già nel 2024 tramite la creazione di pozzi e una prima semina di cereali.
Bonifiche Ferrarresi: una lunga storia che nasce a fine ‘800
Bonifiche Ferraresi è una realtà antica, risalente agli ultimi decenni del 1800, quotata in Borsa dal Dopoguerra (1947). Con i suoi 7.750 ettari, è la più grande azienda agricola italiana, ma da operatore tradizionale si è poi trasformata in una realtà, più evoluta ed innovativa, in grado di offrire beni e servizi tecnologicamente avanzati agli agricoltori. Nel 2017, il suo principale azionista ha promosso un’Opas ed è nato il Gruppo B.F., tutt’ora quotato in Borsa, che ha avviato un percorso di internazionalizzazione per la promozione di un modello di filiera di qualità, replicabile, scalabile e tracciabile, e di formazione del capitale umano.
Le azioni Bf questa mattina registrano in Borsa un moderato rialzo dello 0,5% a 4,02 euro per azione, rispetto ad un massimo raggiunto a 4,05 euro, ma il titolo aveva chiuso venerdì scorso in rialzo del 2,5% a 4 euro per azione, con scambi piuttosto intensi per oltre 125 mila pezzi passati di mano.
Un progetto da 420 milioni: grani e legumi per il mercato locale
Il gruppo Bf coltiverà 36mila ettari di terra in Algeria, nella provincia centro-settentrionale di Timimoun, nel deserto del Sahara. Per il gruppo Bf questa partnership pubblico-privata rappresenta il più grande investimento fatto finora in Africa. Il progetto, del valore di 420 milioni di euro, prevede la coltivazione di grano duro e tenero per circa il 70 % della superficie, mentre la restante parte sarà coltivata a legumi. Tutte le produzioni saranno destinate al mercato locale e Bf assicura che nessun ettaro sarà utilizzato per produrre biocarburanti.
La tabella di marcia di Bf in Algeria prevede la realizzazione di una filiera integrata dal seme al prodotto finito totalmente gestita da BF Spa insieme ad alcuni dei suoi azionisti e dei suoi partner industriali, come Sis per quanto riguarda le sementi, Cai-Consorzi agrari d’Italia per i mezzi agricoli, Irritec per il sistema di irrigazione, oppure Ocrim per gli impianti di trasformazione alimentare. Il progetto parte subito, con la creazione dei pozzi e dei sistemi irrigui, in modo da poter procedere già novembre con la semina dei primi 3mila ettari di terreni. L’obiettivo è di andare a regime entro il 2028.
L’Algeria è tra i Paesi più colpiti dall’incremento delle temperature e ad oggi è ben lontana dall’obiettivo dell’autosufficienza alimentare. “Il progetto – ha detto il suo ad Vecchioni – è frutto delle capacità organizzative di Bf e di una relazione storica tra Italia ed Algeria, oggi testimoniata dalla presenza degli esponenti dei due governi nelle figure dei ministri algerini Youcef Chorfa e Laaziz Fayed, del ministro italiano Francesco Lollobrigida e del coordinatore del Piano Mattei per l’Africa, Fabrizio Saggio. Questa partnership rappresenta per BF international il più importante esempio della capacità del gruppo di replicare progetti agricoli ad alta tecnologia e sostenibilità ambientale, per una valorizzazione della terra e delle filiere alimentari”.
BF conta già su un’importante presenza sul continente africano. Sempre in Algeria, a giugno dello scorso anno si è aggiudicata una concessione per la coltivazione di un’area di circa 900 ettari di territori Sud-sahariano, anche questi a scopo alimentare. In Egitto, invece, il gruppo ha firmato una joint venture con la società locale Future of Egypt per sviluppare 15mila ettari di filiera agricola nella regione di Dabaa. In Ghana, infine, Bf International ha siglato quest’anno una partnership con la società ghanese Musahamat per la coltivazione di banane su alcune aree in concessione nella regione del fiume Volta. Nel Paese Bf era già sbarcata però nel 2019, in virtù dell’accordo di cooperazione firmato insieme alla Coldiretti e all’Eni.
Un tassello del Piano Mattei per l’Africa
L’intesa siglata è anche un altro tassello del Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa che in primo luogo mira ad aumentare l’autosufficienza alimentare del Paese della Sponda Sud del Mediterraneo, ma che a lungo termine diventa un elemento della strategia di diversificazione delle catene di approvvigionamento dell’Italia stessa. “L’Algeria ci è stata vicina garantendoci l’energia quando si è reso necessario rivedere le relazioni con la Russia, e questo un domani potrà accadere anche con il cibo” ha ricordato Lollobrigida. “L’Italia deve garantirsi nel lungo periodo catene di approvvigionamento certe e alternative”. L’Africa, ha aggiunto Lollobrigida, ha il 65% delle terre arabili del Pianeta, “ma questo progetto è quanto di più lontano esista dal neocolonialismo, perché le terre restano nel pieno possesso dell’Algeria, il cui governo detiene il 51% dell’investimento”.