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PIANO JUNCKER E INVESTIMENTI – Puntare sulla qualità e la sicurezza del territorio

La Commissione europea sta finalmente lanciando il piano di investimenti per permettere all’intera Europa di riprendere un cammino di sviluppo. Investimenti dunque in infrastrutture che aumentino la competitività dell’intera area dell’Unione.
Tuttavia è bene ricordare che la principale e più strategica infrastruttura per lo sviluppo è lo stesso territorio, o meglio la qualità del territorio, la cui sicurezza, fruibilità ed anche bellezza è sempre più elemento essenziale per sostenere una crescita che secondo la vulgata europea deve essere Smart, sustainable e inclusive.

Del resto il riassetto idrogeologico di un vasto territorio e la promozione di un piano pluriennale di manutenzione del territorio sarebbe l’ambito necessario per lo sviluppo di un sistema di imprese, come il nostro che ha tecnologie e capacità per dare corpo ad una green industry, che non ripeta gli errori compiuti con le energie alternative, per le quali il governo incentivò l’acquisizione senza creare le condizione per disporre di una industria in grado di rispondervi intelligentemente.
D’altra parte a chi ci ricorda che il Piano Junker abilita solo investimenti aventi un ritorno finanziario bisogna ricordare che il nostro dopoguerra venne sostenuto da piani di ricostruzione che attivarono enormi investimenti privati. Un intervento infatti a promozione della riqualificazione delle periferie urbane, di riqualificazione delle coste, di messa in sicurezza dei fiumi potrebbe essere accompagnato da uno sforzo di innovazione anche da parte dei numerosi centri finanziari, che sono riusciti a portare i rendimenti dei titoli pubblici ad un livello talmente basso da renderli inappetibili per ogni risparmiatore.

Anzi proprio questa liquidità che non trova più esito nei titoli pubblici potrebbe essere indirizzata verso il finanziamento di quelle opere che qualificando il territorio rispondono ad un bisogno dei cittadini di sicurezza ed ad un bisogno di dare corpo a quella green industry che altrimenti resterà più nelle leggende di questo Paese che nella capacità di crescita intelligente, dimostrata ad esempio dalla stessa Germania, che proprio perché non dispone di fonti energetiche proprie ha da tempo affermato una propria visione dello sviluppo, divenendo leader nelle tecnologie green, operando per trasformare l’intero sistema produttivo nella ottica di un nuovo sviluppo green.

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