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Piano Impresa 4.0: solo un’impresa su 4 lo conosce

Pixabay

Solo il 26% delle imprese italiane conosce il Piano Impresa 4.0 e il 9%, pur conoscendolo, non investe comunque. Per due terzi della manifattura italiana, invece, le nuove opportunità offerte dalle tecnologie semplicemente non esistono. È quanto emerge da un’analisi di Unioncamere presentata mercoledì nel corso dell’Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio.

“La digitalizzazione vale fino a 7 punti di Pil, ma abbiamo ancora un ritardo enorme da colmare – sottolinea il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli – Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una occasione unica, ma occorre coinvolgere attivamente milioni di Pmi, di artigiani e di lavoratori autonomi”.

Le Camere di commercio ritengono fondamentale, spiega Sangalli, “che vengano forniti assistenza e supporto alle Pmi nei prossimi cruciali anni adottando il modello della statunitense SBA (Small Business Administration). Non serve creare uno strumento ex novo, ma bisogna affidare a livello territoriale questo incarico alle Camere di commercio, il referente più vicino alle micro, piccole e medie imprese sui temi cruciali per lo sviluppo del nostro Paese”.

Secondo i dati di Unioncamere e del Centro studi Guglielmo Tagliacarne, il 70% delle micro e piccole imprese che ha avviato la svolta green e digital ritiene di poter raggiungere i livelli di produttività pre-Covid già nel 2022, contro il 61% di quelle che ancora non hanno realizzato investimenti nelle nuove tecnologie.

Tra le imprese dei servizi, il settore più colpito dalla pandemia, il 61% di quelle digitalizzate ritiene di poter azzerare gli effetti dell’emergenza sanitaria entro il 2022, a fronte del 53% di quelle non digitalizzate.

Unioncamere spiega che i Punti impresa digitale (Pid) delle Camere di commercio in tre anni hanno avvicinato alle nuove tecnologie oltre 350mila imprenditori. Se la metà dei 32mila imprenditori che hanno effettuato finora i test di autovalutazione messi a disposizione dalle Camere di commercio è ancora alle prime armi, il 48% ha fatto un passo avanti significativi.

Questa accelerazione verso l’uso di strumenti 4.0 da parte delle Pmi, rileva il dossier di Unioncamere, è iniziata tre anni fa grazie agli incentivi introdotti dal governo e ai servizi offerti dai soggetti qualificati presenti sul territorio nazionale (Competence center, DIH, EDI, PID), accessibili dal sul sito Atlante i4.0, promosso da ministero dello Sviluppo economico e da Unioncamere.

Infine, la classifica regionale. Il Trentino Alto Adige è primo per livelli di digitalizzazione delle Pmi, con un punteggio di 2,31 su un massimo di 4 e contro una media nazionale di 2,03. Seguono la Lombardia con 2,16 e l’Emilia-Romagna con 2,14. In coda le regioni del Sud, in particolare Sicilia (1,84) e Calabria (1,92).

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Categories: Economia e Imprese