I cartelli affittasi, in Italia, sono sempre più rari, ma in pochi se ne sono accorti. Tutti discutono di Imu, il frutto del peccato dell’attuale esecutivo. Ma il mercato delle locazioni, per quanto meno importante di quello delle compravendite, resta un argomento cardine sia a livello economico, sia a livello sociale. La crisi immobiliare, con i proprietari che l’anno scorso hanno pagato oltre 51 miliardi di euro in tasse sulla casa, ha affondato anche il mercato delle locazioni, crollate del 30 per cento. È per questo che il governo ha deciso di inserire in agenda il rilancio degli affitti
L’esecutivo se ne dovrebbe occupare già a fine mese, quando verrà discusso il piano casa dal Consiglio dei ministri. Costo totale dell’operazione, secondo stime citate dal Corriere della Sera, 500 milioni di euro. L’obiettivo è assicurare un’abitazione a quella fascia di popolazione che non è abbiente, ma neanche abbastanza povera da rientrare nell’assegnazione di case popolari.
Tre le proposte al momento sul tavolo, accolte in parte dalla commissione Finanze del Senato, in parte da un ordine del giorno sostenuto dal governo durante l’esame a Palazzo Madama del decreto lavoro, tutte discusse con Confedilizia.
La priorità sembra essere il ripristino della deduzione del 15 per cento, ai fini dell’Irpef per gli immobili affittati. Solo questa mossa potrebbe costare allo stato 365 milioni di euro.
La seconda proposta riguarda la cedolare secca, l’imposta unica che, se scelta, sostituisce le altre tasse. In questo caso l’operazione è molto meno gravosa per i conti pubblici – poche decine di milioni di euro – e ha già avuto successo (dalla sua introduzione nel 2011 i contratti di locazione sono aumentati significativamente), ma andrebbe rimodulata e semplificata.
Dulcis in fundo, l’Imu. La tassa sulle case in affitto per i proprietari è aumentata. La soluzione proposta è di fissare per legge al 4 per mille l’aliquota Imu per le case in locazione. Costo della manovra: 70 milioni di euro.
Il piano casa del governo, che potrà partire già in autunno, si articola su tre fronti: l’implementazione del sistema bancario, per lo sblocco dei mutui a famiglie e imprese di costruzione; il fondo per le agevolazioni alle giovani coppie e alle famiglie con redditi instabili; gli incentivi agli affitti.