Non è una riffa, ma quasi. Royal Philips, la multinazionale dell’elettronica di consumo, un anno fa aveva messo in vendita il settore degli small appliances, tra i quali le macchine espresso con i marchi Saeco e Gaggia, per concentrarsi nello sviluppo delle attrezzature sanitarie, dove compete con Siemens con profitti elevati e, viste le emergenze sanitarie mondiali, con prospettive importanti. Per comprare da Philips la divisione dei piccoli apparecchi (settore in fortissima crescita in tutto il mondo) servirebbero probabilmente oltre 3 miliardi di euro, visto che il comparto valeva nel 2020 fra 2,3 e 3 miliardi. Philips avrebbe intenzione di chiudere l’operazione entro le metà del 2021: tra le società che si sono fatte avanti ci sono – secondo China Daily, Pulse, Reuters e Bloomberg – i giganti cinesi (Haier, Midea, Joyoung e Gree Electric), quelli coreani (Samsung e LG Electronics) e quelli turchi (Vestel e Arcelik).
Da notare che i rapporti tra Philips e LG risalgono al 2000, quando la società olandese venne in soccorso alle difficoltà finanziarie del chaebol coreano (sinonimo di grande conglomerato industriale, in lingua locale) con una joint venture industriale per la fornitura di schermi LCD in cambio dell’acquisto da parte di Philips del 15% del capitale della società asiatica. Secondo fonti coreane, LG è fortemente interessata all’acquisto del ramo small appliances di Philips, perché vuole spostarsi sempre di più con investimenti impegnativi nell’area del lusso con cucine, mega-frigo e cantine per vini di fascia Premium (vedi il brand Signature).
Ma quello che rende interessante l’affare è il fatto che il ramo degli small appliances, secondo GFK, nel 2020 ha registrato in tutto il mondo crescite a due e a tre cifre, con un minimo del 15 e un massimo del 110, 120%. Inoltre, nel 2021 il comparto sta crescendo a ritmi sempre molto forti, soprattutto per quanto riguarda i robot per il trattamento dei cibi (soprattutto pasta, pane e dolci) e le macchine per il caffè espresso (quello vero). Così, intorno a questo gigantesco affare si stanno muovendo banche, fondi e società di buyout di portata mondiale: JPMorgan e Goldman Sachs, ma anche Blackstone Group Inc., CVC Capital Partners e KKR & Co. Del resto, quando cinque anni fa il gruppo olandese ha venduto la divisione di componenti per illuminazione Lumileds, l’attività ha attirato l’interesse di diverse società, tra cui Apollo Global Management LLC, Bain Capital, CVC, KKR e Onex Corp.
Ma c’è un’altra ragione per cui Philips ha fretta di chiudere l’operazione, ed è che nel secondo trimestre del 2020 il business degli elettrodomestici aveva registrato un calo a due cifre delle vendite a causa del Covid-19. La società ha inoltre stimato che i costi totali di separazione dell’attività sarebbero compresi tra 120 e 140 milioni di euro. Il gigante olandese ha i suoi centri di ricerca e sviluppo in India, Hong Kong, Singapore e Italia con circa 4.700 dipendenti. Oltre a questo, ci sono fabbriche in Austria, Brasile e Cina. Philips vende il 47% dei suoi elettrodomestici in Europa, il 15% nell’area Asia Pacific, il 14% in China e il 7% in India.
In questo momento sono particolarmente appetibili i settori favoriti dalla pandemia. Il Covid 19 ha determinato infatti un’omologazione a livello mondiale dei comportamenti delle famiglie, che per la prima volta premiano piccoli elettrodomestici di alta qualità, secondo le ultimissime ricerche effettuate a livello mondiale da GFK. Il mercato globale delle macchine espresso, dove Gaggia e Saeco sono presenti, è infatti redditizio e in salita (soprattutto se si opera con un marchio italiano o di sounding italiano) con un valore di oltre 6 miliardi di dollari nel 2020 e con crescite costanti previste da qui al 2025 intorno al 3,7-5%. Il numero uno delle vendite di macchine espresso è da anni De’ Longhi, con una quota di oltre il 34%. La società ha acquisito dal fondo di investimento Center Lane Partners l’americana Capital Brands Holdings Inc, che sviluppa e vende elettrodomestici in oltre cento mercati in tutto il mondo con i marchi Nutribullet e Magic Bullet.
Il Gruppo Breville ha acquisito invece la società di macinazione del caffè con sede a Seattle, Baratza, per un valore di 60 milioni di dollari con 43 milioni di dollari pagati in contanti e gli altri 17 milioni di dollari emessi tramite azioni. Baratza progetta e commercializza macinacaffè premium per il mercato nordamericano e internazionale.