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Peugeot apre: intesa con Fca? Perchè no?

In un’intervista a Les Echos, Robert Peugeot, rappresentante della famiglia del fondatore della casa automobilistica, non esclude alleanze con Fca, anche se avverte che “bisogna attendere che i pianeti si allineino” – Intanrto le Borse, in attesa della Fed, sono ai massimi – Da gennaio la Cina ha guadagnato il 27% e a Piazza Affari le banche sono in rialzo del 17,5% da inizio anno

Peugeot apre: intesa con Fca? Perchè no?

La riunione della Fed deve ancora cominciare ma i mercati, fiduciosi in nuovo segnali espansivi in arrivo da Washington (specie sullo stop ai tagli del bilancio della banca centrale) sono già in movimento. Le Borse di tutto il mondo salgono in modo corale: l’indice MSCI World ha chiuso in rialzo le ultime sei sedute, con un guadagno superiore al 3%. Da inizio anno, l’indice di riferimento dell’azionariato mondiale sale del 12%.

Non pesa la notizia che occorrerà attendere giugno per l’incontro tra Xi e Trump (appuntamento ad Osaka dopo il G20). Anzi, la novità è vista come una garanzia che, nel prossimo futuro, non ci saranno brutte sorprese sui dazi. E non si bada più di tanto alle convulsioni del Regno Unito, più che mai incapace di decidere cosa vuole chiedere all’Unione Europea. La politica, insomma, lascia spazio all’azione delle banche centrali, decise a rilanciare la crescita.

PAUSA PER LA CINA: +27% DA GENNAIO

Stamane, dopo il lungo rally, l’Asia si concede una piccola sosta: l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen, +27% da inizio anno, perde lo 0,4%. Hong Kong -0,3%. Tokyo -0,1%, Seoul -0,1%, Mumbai -0,1%.

La prospettiva dell’adozione da parte della Fed di nuove misure espansive, a partire da uno stop al drenaggio della liquidità in atto, indebolisce il dollaro, nei confronti delle maggiori controparti: il cross dollaro rupia indiana scende sui minimi degli ultimi sette mesi a 68,5.

Si apprezza anche l’euro a 1,138 su dollaro: nel giro di una settimana, la valuta unica ha recuperato quel che aveva perso dopo l’annuncio della partenza dei mega finanziamenti da parte della Bce.

Positivi anche i mercati Usa: l’indice S&P +0,37% dista ormai solo tre punti percentuali dal record assoluto. Dow Jones +0,37%, Nasdaq +0,34%.

NEL MIRINO BOEING E FACEBOOK

A frenare il rally ci hanno pensato le disavventure di Boeing (-1,8%): il Wall Street Journal ha riferito che il Dipartimento dei Trasporti sta valutando la possibilità di aprire un’inchiesta sull’autorizzazione al volo concessa dall’autorità preposta, la Federal Aviation Administration, al B 737 Max. Il Seattle Times invece, racconta che gli ispettori della FAA, nelle loro valutazioni sulla sicurezza del velivolo, si sono fidati un po’ troppo dei rapporti forniti dalla stessa Boeing. L’amministratore delegato della società, Dennis Muilenburg, in una lettera inviata alle compagnie clienti poche ore fa, annuncia un aggiornamento al software del B 737 Max.

Ancora più contrastata la seduta per Facebook (-3,3%, -8% negli ultimi tre giorni). L’Unione Europea sta allestendo una serie di misure per regolare l’attività del social network. Gli analisti di Needham hanno tagliato il rating a hold da buy.

Le misure inflazionistiche danno forza all’oro, in risalita per il terzo giorno consecutivo, stamattina a 1.307 dollari l’oncia.

PETROLIO IN SALITA, ARABIA E RUSSIA DIVISE SUI TAGLI

Riprende quota anche il petrolio. Brent a 67,7 dollari il barile, +0,2%. Ieri il greggio del Mare del Nord ha guadagnato lo 0,7%.

Il vertice di Baku dei paesi produttori allargato alla Russia si è concluso con una richiesta di annullamento del vertice di aprile: Russia e l’Arabia Saudita non sono d’accordo su un nuovo taglio alla produzione in attesa che entrino in vigore le sanzioni contro l’Iran. Intanto la produzione della Libia è risalita a 1,1 milioni di barili al giorno.

A Piazza Affari in salita Saipem (+0,5%) che sta trattando i termini di una collaborazione industriale e finanziaria con alcune società statunitensi della perforazione. Eni +1%.

BCE: VERSO I TASSI NEGATIVO PER I TLTRO

In attesa della Fed si muove anche la Bce. Crescono infatti le indiscrezioni sui termini delle prossime operazioni di rifinanziamento annunciate da Mario Draghi.

I TLTRO, secondo le anticipazioni, potrebbero essere concessi a tassi negativi, ovvero, le banche sarebbero incentivate ad attingere alla liquidità fornita dalla BCE. I costi di approvvigionamento inferiori a zero potrebbero incentivare il carry trade, ovvero, l’arbitraggio tra il costo del finanziamento ed il rendimento di un investimento a basso rischio, per esempio in Btp. Ci sono poi le voci sulla volontà della Bce di alzare in modo molto graduale i tassi sul deposito, oggi al -0,4%, per scoraggiare il parcheggio della liquidità da parte delle banche.

PIAZZA AFFARI AI MASSIMI DA SETTEMBRE

Anche questo ha contribuito all’ottima performance di Piazza Affari, sostenuta dalla discesa dello spread e dalla spinta delle banche. L’indice è salito dello 0,90% a quota 21.234 punti ai massimi da settembre.

Positiva Madrid (+0,6%), poco mosso il Cac 40 di Parigi (+0,1%). Quello di Francoforte (-0,2%) è stato l’unico mercato in rosso nonostante i rialzi di Deutsche Bank (+3,6%) e Commerzbank (+6%) in scia all’annuncio del progetto di una possibile fusione tra le due, che hanno alimentato gli acquisti sul settore creditizio. Al ribasso ha contribuito il calo di Allianz -0,5% che potrebbe essere chiamata a prendersi una parte delle attività delle due banche.

LO SPEAKER DEI COMUNI FERMA LA MAY CON UNA LEGGE DEL 1604

Continua a tenere banco la telenovela della Brexit. Ieri, l’ennesimo colpo di scena: John Bercow, lo speaker dei Comuni, si è rifiutato di mettere al voto di nuovo il piano di Theresa May, già respinto due volte, rifacendosi ad un precedente del 1604. E così saltano i piani della premier, che dovrà probabilmente presentarsi domani a Bruxelles a mani vuote, senza poter chiedere un rinvio breve del divorzio. Ha perso colpi la sterlina, scivolata a 1,3183 sul dollaro. Avanza la Borsa (+1%), tra l’altro in attesa della riunione della Bank of England.

IL BTP 10 AI MINIMI DA 10 ANNI

Continua intanto la ripresa del mercato obbligazionario italiano. Il rendimento del BTP 10 anni è sceso di sette punti base a 2,42%, minimo da 10 mesi da 2,505%. Lo spread cala a 234 punti base, minimo da fine settembre.

Venerdì scorso Moody’s ha deciso di rinviare l’aggiornamento del rating e il mercato l’ha presa bene. Gli analisti americani si sono limitati a dire che stanno aggiornando il calendario, sottolineando nel comunicato: “This publication does not announce a credit rating action”. Al di là del tecnicismo, agli occhi degli operatori la decisione suona come una conferma di fatto del rating sovrano italiano a ‘Baa3′ con outlook stabile.

Più lusinghiero il giudizio sul Portogallo promosso a’BBB’ da ‘BBB-‘, con outlook che passa da ‘positivo’ a ‘stabile’.

BANCHE +17,5% DA GENNAIO, VOLA BPM

Al top di Piazza Affari l’indice delle banche, ieri +2,5%, che ha così esteso il guadagno da inizio anno a +17,5%, in netto vantaggio rispetto all’indice Eurostoxx delle banche europee (+13%) e dall’indice Eurostoxx globale (+12%).

Il titolo migliore è stato Banco Bpm con un balzo del 4,68%, seguito da Ubi (+2,75%). I principali azionisti della banca, che detengono il 22 percento del capitale, hanno presentato una lista per l’assemblea di aprile che propone Victor Massiah come ad del nuovo consiglio unico. Presidente Letizia Moratti e vicepresidente Roberto Nicastro.

Nel gestito brilla Azimut (+2,3%). Bene, tra le assicurazioni, anche UnipolSai (+1,6%) e Generali (+0,7%).

CORRONO LEONARDO E TIM

Tra gli industriali svetta Leonardo (+2,73%) che tocca il nuovo massimo dell’anno. Il titolo ha iniziato a salire dopo la presentazione dei dati del trimestre, la settimana scorsa, la spinta propulsiva non perde forza grazie a previsioni migliori delle attese.

Le indiscrezioni sui colloqui tra Vivendi e la Cassa Depositi e Prestiti (salita al 9,8% del capitale da 8,7%) che potrebbero aprire la strada all’integrazione tra la rete dell’ex incumbent e Open Fiber hanno spinto al rialzo Telecom Italia +2.04%. Franco Bassanini, attuale presidente di Open Fiber, potrebbe diventare il nuovo presidente, lo hanno scritto alcuni giornali. Lui risponde, “ipotesi fantasiose”.

TONFO DI PRADA, IL LUSSO SOFFRE I GILET JAUNES

Seduta difficile per il settore del lusso. A Milano perdono terreno Moncler (-0,6%) e Ferragamo (-2,4%). A Parigi cede il colosso LVMH (-0,46%) dopo che sabato a Parigi, i dimostranti hanno messo a ferro a fuoco alcune aree commerciali della città tra cui la boutique Bulgari sugli Champs Elysées.

Tonfo in Oriente di un’altra grande firma del made in Italy: Prada ha chiuso ieri in ribasso del 10,6% a Hong Kong, dopo la pubblicazione dei dati del 2018. I ricavi si sono attestati a 3,14 miliardi di euro, in rialzo del 6% a perimetro costante, il consensus si aspettava 3,17 miliardi. Il margine operativo è sceso del 10% a 366 milioni. La società ha annunciato che non metterà più a saldo le sue merci alla fine della stagione.

GRANDE DEBUTTO DI HERA NEL FTSE MIB

Grande debutto nel paniere Ftse Mib di Hera (+4,70%). Brembo, in uscita dal paniere, lascia sul terreno l’1,73%.

ROBERT PEUGEOT: INTESA CON FCA? PERCHÉ NO?

“Carlos sa che può contare sul nostro appoggio: se, dopo il successo dell’operazione Opel, ci proporrà un altro dossier non saremo certo noi a fermarlo”. Così, in un’intervista a Les Echos, Robert Peugeot, che rappresenta la famiglia del fondatore nel gruppo, parla di un possibile accordo con Fiat Chrysler. Per ora, però, non c’è nulla di concreto. “Bisogna attendere che i pianeti si allineino”, aggiunge.

Spunta una minaccia sul cammino in Champions League della Juventus (-2%): l’Uefa ha deferito Cristiano Ronaldo per il gesto rivolto all’Atletico Madrid dopo il match della scorsa settimana.

SOFFRONO GIMA E SALINI

Forte calo di Salini Impregilo (-3,08%) dopo i risultati. Per contro Astaldi balza del 3,14% dopo le dichiarazioni dell’ad Pietro Salini che la fusione fra i due gruppi porterà benefici.

Si muove in modo erratico un piccolo gruppo di titoli poco liquidi, dopo i risultati, tra i quali. Gima perde l’8,3. La società ha comunicato di aspettarsi per l’esercizio in corso, circa 110 milioni di euro, molto sotto le previsioni (156 milioni). Mediobanca Securities ha ridotto la raccomandazione da neutral a underperform, con prezzo obiettivo che è sceso da 8,3 a 5,4 euro.

Ima (+3,4%) ha pubblicato i risultati del 2018 e le previsioni sul 2019. L’anno in corso dovrebbe chiudersi con ricavi pari a 1,58 miliardi di euro, in linea con le stime del consensus.

Sesa, invariata (+0,17%) a 28,95 euro nel giorno del suo debutto sull’indice FTSE Mid Cap.

Giglio Group (-2%) ha approvato i risultati 2018 e il nuovo piano industriale. Ricavi consolidati pari a 39 milioni di euro, in crescita del 27% su base annua. L’Ebitda ricorrente si dimezza a seguito degli investimenti per la realizzazione di nuove infrastrutture. Il piano industriale al 2021 prevede il raddoppio delle transazioni sulla piattaforma dell’e-commerce. Ebitda margin sopra 12%.

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