Il ministro iraniano del Petrolio, Bijan Namadar Zanganeh, ha respinto la proposta di congelare la produzione petrolifera dell’Iran: “Un’idea semplicemente ridicola”, ha detto, secondo quanto riportato da diversi media iraniani.
L’Arabia Saudita e la Russia – i due primi produttori mondiali di greggio – avevano proposto una settimana fa, al termine della riunione a Doha con il Qatar e il Venezuela, che tutti i paesi produttori congelassero la loro produzione ai livelli di gennaio per sostenere i prezzi del petrolio.
Ma l’Iran è appena uscito da anni di sanzioni internazionali – per colpa delle quali le sue esportazioni di greggio sono crollate da circa 2,5 milioni di barili al giorno nel 2011 agli attuali 1,1 mbg – e a gennaio aveva annunciato l’intenzione di aumentare il proprio export di 500mila barili al giorno.
Martedì il ministro saudita del petrolio Al Naimi ha scelto Houston, la sede della maggior parte dei rivali dello shale oil, per ribadire che la produzione di greggio del regno non scenderà in assenza di un accordo tra i grandi del settore.
Di conseguenza, le quotazioni del petrolio hanno subito un brusco calo: Brent -4,1% a 33,27 dollari a Londra, il Wti -4,6% in Usa.