Petrolio in netto rialzo dopo le promesse dell’Arabia Saudita fatte in occasione del meeting dei produttori Opec e non Opec di San Pietroburgo.
Il primo produttore di greggio tra i paesi Opec ha infatti affermato la propria disponibilità a tagliare le esportazioni allo scopo di sostenere la ripresa del mercato, riequilibrando domanda e offerta.
Il ministro dell’Energia saudita Khalid Al-Falih ha infatti dichiarato che il Paese potrebbe andare avanti con la riduzione dell’output e limitare ad agosto le esportazioni di petrolio greggio a 6,6 milioni di barili al giorno, un numero inferiore di quasi un milione di barili rispetto ai livelli di un anno fa.
Il ministro saudita ha però chiesto che anche altri Paesi seguano l’esempio di Riyad, riferendosi sia alle Nazioni aderenti all’Opec che ai partner che non appartengono all’Organizzazione dei Paesi esportatori, ottenendo in questo senso un impegno da parte della Nigeria (che insieme alla Libia è al momento esentata dai tagli allo scopo di sostenere l’industria petrolifera nazionale dopo anni di crisi) a ridurre l’offerta a 1,8 milioni di barili al giorno.
“E’ uno sforzo collettivo”, ha detto Falih dopo aver parlato con i paesi che non stanno riducendo la produzione: “Non staremo seduti a guardare”, ha aggiunto.
I risultati raggiunti nel corso del meeting di San Pietroburgo sembrano aver incontrato il favore degli investitori. Pochi minuti dopo l’annuncio, il Wti è tornato sopra i 46 dollari al barile, segnando un massimo intraday pari a +1% a 46,26 dollari per poi assestarsi a 46,04 (+0.59%). Su anche il Brent, attualmente in rialzo dello 0,69% a 48,39 dollari al barile.