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Petrolio in caduta libera, brilla l’oro, spread a 250

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Finale di settimana amaro per i listini. Soffre Wall Street colpita, oltre che dall’aumento dei tassi, dal rischio del black out della legge di bilancio, paralizzata dallo scontro sul muro con il Messico caro a Trump, inviso ai democratici: lo stop per mancanza di fondi, scatterà a mezzanotte di oggi, se al Congresso non si arriverà ad un compromesso sulla legge di spesa.

Ieri la Casa Bianca si è rifiutata di firmare il testo frutto dell’intesa raggiunta al Congresso, perché non ci sono i 5 miliardi di dollari necessari alla costruzione del muro al confine con il Messico. Reuters, a proposito del conflitto che oppone Donald Trump al Congresso e alle dimissioni del segretario alla Difesa John Mattis, non esita a parlare di caos.

Soffrono anche le altre Borse alle prese con il rischio recessione, la caduta del greggio e le minacce geopolitiche evocate da Vladimir Putin che parla di rischi nucleari dietro l’angolo. La confusione italiana, intanto, cresce nonostante il via libera di Bruxelles alla manovra.

VOLA LO YEN, NUOVI ARRESTI DI SPIE CINESI

Sono tanti, insomma, i fattori di incertezza alla vigilia del Natale, sufficienti a spiegare la ricerca di porti sicuri:
Lo yen stamane è ai massimi degli ultimi tre mesi e mezzo, a 111,4 su dollaro. Ma continua anche la marcia dell’oro, salito a 1.259,59 dollari l’oncia.

In ribasso invece i listini azionari asiatici. La Borsa di Tokyo è in calo dell’1,4%, quella di Hong Kong dello 0,3%, quella di Shanghai -1%. Ma vola Tencent (+4,3%): Pechino ha tolto il veto alla vendita di giochi elettronici.

Torna a salire di tono il confronto tra Usa e Cina. Il Dipartimento di Giustizia ha incriminato stanotte due cinesi, accusati di aver hackerato le reti informatiche e telematiche di aziende e agenzie governative di Paesi occidentali. I due sarebbero riusciti a carpire informazioni penetrando nei computer di almeno 45 compagnie dell’hi-tech e di sicurezza tecnologica in 12 paesi.

PER WALL STREET I TRE MESI PEGGIORI DAL 2008

Deboli i mercati Usa. Il Dow Jones ha perso l’1,99%%, l’S&P 500 l’1,58%. Il Nasdaq (-1,63%) è ad un passo dalla zona recessione che scatta a -20% dai massimi. 1,6%. L’indice Vix sulla volatilità è schizzato sui livelli di febbraio. Sta per chiudersi il trimestre peggiore dal 2008.

Salgono i rendimenti dei Treasury Bond al 2,748% dopo l’annuncio della Fed di due rialzi nel 2019 rispetto ai tre preventivati fino a settembre. La forbice tra il 2 anni ed il decennale si riduce a 9 punti, n dato che, per tradizione, sta ad indicare l’arrivo della recessione.

La nota lieta è arrivata da Nike: il titolo, in ribasso del 2% durante la seduta, è schizzato nel dopo Borsa del 7,3% dopo la pubblicazione dei conti.

NUOVA FRANA DEL GREGGIO. A MILANO SOFFRE SAIPEM

Non si ferma la frana del petrolio: Il greggio tipo Brent ha chiuso in calo del 5% ieri sera, stamattina tratta a 54,7 dollari il barile, sui minimi degli ultimi 17 mesi. Dall’inizio di ottobre il calo è del 37%.

Tutte giù a Piazza Affari le società del petrolio. Tenaris -3,2%, Eni -1,4%. Saipem (-3,2%) ha annunciato un altro contratto da 1,1 miliardi di dollari, per un totale di 2,45 miliardi in due giorni.

PIAZZA AFFARI AZZERA I GUADAGNI DEL SÌ UE

L’effetto “luna di miele” per l’accordo con Bruxelles sulla Manovra è già finito. I mercati guardano con preoccupazione all’iter del provvedimento, tutt’altro che pacifico, ed alle ipoteche (tra cui i paventati aumenti Iva nel 2020/21) poste sul cammino della crescita.

L’accordo ha comunque consentito un discreto progresso del mercato del debito: lo spread si è ristretto a 250 punti base (-2). Il rendimento dei Btp decennali scende a 2,73%, contro il 2,76% della vigilia.

Altra musica per il mercato azionario. Piazza Affari è stata il fanalino di coda dell’Eurozona. L’indice -1,93% a 18.576 punti ha lasciato sul campo i guadagni messi a segno nella seduta precedente sull’onda dell’euforia per il sì di Bruxelles alla Manovra.

Le vendite hanno colpito Francoforte (-1,42%), Parigi (-1,78%) e Madrid (-1,91%). Meglio Londra (-0,79%): la Bank of England ha lasciato invariato il costo del denaro in attesa di capire quale Brexit attende i britannici.
Da segnalare intanto il primo incremento dei tassi dal 2011 da parte della banca centrale svedese.

SOLO QUATTRO TITOLI IN TERRENO POSITIVO

A Milano solo quattro titoli del paniere principale hanno chiuso con il segno più: Recordati +1,54%, Ferragamo +1,1%, A2A +0,71% ed Enel +0,47%.

Al contrario, pagano dazio i titoli più seguiti dagli investitori internazionali. Finisce sotto tiro Unicredit (-5,01%), la blue chip più sacrificata. Rbc ha tagliato il target price a euro 17 da 19,5 euro.

Destino amaro anche per Intesa Sanpaolo (-3,67%), Ubi (-3,35%) e Banco Bpm (-2,59%).

VERSO LE NOZZE UNIPOLBANCA/BPER

Limita i danni Bper (-1,9%). Tornano i rumors sull’aggregazione della via Emilia. Il gruppo Unipol (-0,37%) ha selezionato Credit Suisse quale advisor finanziario per lavorare ad una possibile integrazione con Bper che, in qualità di advisor, ha selezionato Citi. Intanto l’istituto modenese ha ceduto un portafoglio di 200milioni di crediti deteriorati a MbCredit Solutions, società controllata da Mediobanca.

Precipita Banca Carige (-11,76%). Domani si terrà l’assemblea per l’aumento di capitale da 400 milioni.
Giornata turbolenta per il risparmio gestito: Banca Mediolanum perde il 4,61%, in vista dell’uscita dal Ftse Mib. Affonda anche Finecobank (-4,57%). Ancora in rosso Azimut (-2%).

Poste Italiane (-1,1%) ha fermato la selezione per un partner assicurativo nella Rc Auto.
Poco mossa Generali (-0,3%). Leonardo del Vecchio ha ulteriormente rafforzato la sua partecipazione al 4% del capitale.

Perde quasi il 4% Telecom Italia alla vigilia del cda sulla richiesta di Vivendi per una nuova assemblea.

GRANDI MANOVRE SU OVS, RIPARTE GEOX

Si sono accesi i riflettori su Ovs. Il titolo (+3% in apertura) ha accelerato al rialzo per chiudere dopo una sospensione, a 1,15 euro (+11,14%). Ad accendere la miccia sono stati gli acquisti dell’ad Stefano Beraldo e l’ingresso in scena della Tip di Giovanni Tamburi con una quota del 3%. Si profila così un’operazione tipica per la merchant bank milanese: l’acquisto di una quota di minoranza che andrà ad affiancarsi ad un manager/imprenditore (lo stesso Beraldo) e ad un club di investitori. Si vocifera poi di un interesse del fondo sovrano di Singapore Temasek.

Rimbalzo dai minimi di Geox (+8,45%): Mediobanca Securities ha alzato la raccomandazione da underperform a neutral, con prezzo obiettivo abbassato da 1,9 a 1,3 euro.

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