Salto in avanti per il prezzo del greggio, che segna un rialzo del 6%, in seguito agli attacchi della coalizione guidata dall’Arabia Saudita contro i ribelli Houti in Yemen. Il future maggio sul Wti guadagna il 6,5% a 52,43 dollari, mentre quello sul Brent sale del 5,6% a 59,65 dollari.
Le speculazioni iniziate dopo le notizie arrivate dal Golfo, dunque, hanno trascinato il petrolio ai livelli massimi da poco meno di quattro settimane, permettendo alla consegna di riferimento del Wti di registrare il magggiore guadagno in cinque giorni dal febbraio del 2009: dal 19 marzo, inoltre, il contratto con scadenza a maggio si è apprezzato del 20%.
Una serie di reazioni, come detto, scatenate dall’intervento militare lanciato dall’Arabia Saudita sullo Yemen contro i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran, in un’operazione che, oltre alle forze militari, ha mobilitato numerosi Paesi alleati, come Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Sudan, Pakistan e Marocco.
L’attacco militare ha avuto forti ripercussioni sui mercati, ma, per il momento, non sul prezzo dei carburanti, che segna una lieve salita della benzina e un leggero calo del diesel, come riportato dal monitoraggio di Quotidiano Energia.
Iil prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina oscilla da 1,565 a 1,595 euro/litro (no-logo 1,541) mentre per il diesel si registrano prezzi medi che passano da 1,432 a 1,459 euro/litro (no-logo a 1,410). Per quanto riguarda, invece, la modalità servita, per la verde i prezzi medi nazionali praticati vanno da 1,625 a 1,722 euro/litro (no-logo a 1,573), il diesel da 1,488 a 1,580 euro/litro (no-logo a 1,440) e il Gpl da 0,624 a 0,657 euro/litro (no-logo a 0,613).