Negoziati in corso fra la British Petroleum e il Governo russo. Il colosso petrolifero inglese sta trattando per cedere a Rosneft – compagnia controllata da Mosca – la sua partecipazione nella joint venture TNK-BP. Come contropartita, i britannici chiedono diversi miliardi di dollari e una quota del 12,53% nel capitale del gigante a trazione pubblica.
A riferirlo è il quotidiano economico russo Kommersant, rilanciato anche dal Financial Times, rivelando che martedì sera il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato a sorpresa l’amministratore delegato di Bp, Robert Dudley, insieme al presidente del Cda Carl-Henric Svanberg. All’incontro era presente anche l’ad di Rosneft, Igor Sechin, da tempo braccio destro di Putin in materia d’energia.
Secondo Kommersant, le due parti hanno discusso della vendita da parte di Bp del suo 50% nella ricca joint venture TNK-BP, che i russi pagherebbero per metà in contanti e per metà con azioni proprie. Rosneft sta già trattando con le banche un prestito da 10-15 miliardi di dollari per finanziare l’intesa, scrive il quotidiano. La partecipazione da cedere a Bp avrebbe un valore di mercato pari a 8,6 miliardi di dollari.
La possibile intesa con Rosneft rappresenterebbe un altro colpo di scena nella turbolenta e intricata vicenda relativa alla presenza in Russia di Bp. Nel 2011 il gruppo britannico aveva concordato con il gigante russo un’intesa storica che prevedeva uno scambio di azioni tra le due società e l’esplorazione congiunta delle vaste riserve petrolifere artiche russe. Ma l’accordo era poi fallito a causa dell’opposizione dei soci russi di TNK-BP. Rosneft si era quindi alleata con gli statunitensi di ExxonMobil per portare a termine le esplorazioni.
ommersant ricorda che, con una quota del 12,53%, Bp diventerebbe il secondo azionista di Rosneft dopo lo Stato russo.