GRECIA E PETROLIO AFFONDANO LE BORSE. PRECIPITA ENI, SOTTO TIRO INTESA E UNICREDIT
Colpite ed affondate. Il primo lunedì del 2015 si è rivelato un incubo per le Borse europee. Sotto la pressione del calo del petrolio e della sempre più aspra campagna elettorale greca, i listini hanno subito perdite brucianti. A Milano l’indice Ftse Mib arretra del 4,92% a quota 18.188.
Meglio ma non troppo gli altri mercati: Parigi -3,16%, Francoforte -2,74%, Madrid -3,34%. Anche Londra chiude in terreno negativo: -1,91%. Anche la Borsa americana è in forte calo mentre diventa rovinosa la caduta del prezzo del petrolio: l’indice Dow Jones e l’indice S&P500 sono in calo dell’1,1%.
Il greggio è al terzo giorno consecutivo di ribasso, con il future del Wti sotto i 50 dollari il barile, in calo del 3,9% e sui minimi dal 2009. In calo Exxon -2%, Chevron -2,7%, Conoco -2,4% e gli altri petroliferi. Sul listino milanese Eni cade dell’ 8,3% a 13,66 euro: Citigroup ha abbassato la raccomandazione da neutral a sell (target da 16,5 a 13 euro). Male anche Saipem -4,56% e Tenaris -4,10%.
La Borsa di Atene accusa un calo del 5,6%, leggermente superiore a quella italiana. A condizionare la seduta il saliscendi dell’euro, scivolato in mattinata ad un minimo di 1,1860 (ai livelli del 2005) per poi recuperare fino a 1,1933. Sul mercato obbligazionario si indebolisce il Btp, con un redimento dell’1,81% con uno spread nei confronti del Bund (rendimento 0,50) pari a 131 bp.
Il decennale greco è al 9,25%. Da rilevare che, sul mercato interbancario, l’Euribor è scivolato ad un rendimento dello 0,01% mentre l’Eonia è addirittura in terreno negativo (-0,09%). In forte calo le utilities: Enel -4,51%, Egp -2,41%. In calo anche Terna -2,30% e Snam -1,82%.
Pesanti perdite anche per il settore bancario: Intesa -5,95%, Unicredit -6,62%. In terreno positivo Mps +0,23%. Tra le società a maggiore capitalizzazione, solamente Luxottica è andata bene, salendo dello 0,99%. I titoli del gruppo di occhialeria, molto presente negli Usa, hanno beneficiato della debolezza dell’euro rispetto al dollaro.