Non ci sono battute d’arresto delle attività Eni in Basilicata, segnatamente in Val d’Agri. Nessuna incertezza per le somme dovute al territorio. Lo storico protocollo d’intesa tra la multinazionale italiana e la Regione, ha segnato un altro passo avanti nello sfruttamento delle risorse, nella compatibilità degli interventi industriali e nella certezza che i “ tavoli di concertazione” funzionano. Letto in maniera più ampia, anche un messaggio a quanti pensano di poterne fare a meno, se non addirittura di abolirli in casi complessi.
In Basilicata c’è un Comitato paritetico che ieri ha certificato l’erogazione di 39 milioni di euro, per interventi di sviluppo sostenibile e tutela ambientale. Nel Comitato siedono i rappresentati di Eni e Shell – l’altro colosso attivo in Val d’Agri – e il presidente della Regione , Marcello Pittella. Tutti hanno messo la firma su un nuovo assegno a favore della comunità locale, discendente dall’accordo di venti anni fa, poi via via emendato. Non fu facile allora definire tempi, modalità e procedure di collaborazione tra chi vedeva nell’estrazione del petrolio la violazione di un territorio e chi si impegnava a dare lavoro, fare investimenti, assicurare sviluppo. Non possiamo negare che una tale mole di impegni e di operazioni non sollevi ancora oggi, periodicamente, polemiche, proteste o abbia saputo tenersi lontana da inchieste e provvedimenti giudiziari. Ma una sintesi positiva, per fortuna, si è sempre trovata.
Il modello Basilicata in molte occasioni fa anche da sfondo a valutazioni più complesse sulle politiche industriali per il Mezzogiorno. I bacini di sfruttamento delle risorse naturali, del sottosuolo, vengono inquadrati in una visione strutturale e negoziale , assente per anni, anche quando all’intervento dello Stato si è sostituito quello dell’Europa e dei Fondi comunitari. Di tali strategie se ne sta avvantaggiando l’industria della Regione, il suo indotto e Confindustria Basilicata in forza delle intese con le oil company , ha allargato il proprio orizzonte al vasto campo dell’energia, alle infrastrutture di trasporto, alla formazione professionale.
Il governatore Pittella ha commentato la riunione del Comitato, precisando che i 39 milioni Eni saranno impegnati in progetti per il risparmio e la valorizzazione dell’acqua con soluzioni innovative. Possono rappresentare un esempio di economia circolare tramite l’adozione di modello di gestione finalizzato al riutilizzo e recupero della risorsa idrica. Non ha omesso di ricordare che dei 180 milioni di euro previsti nell’accordo del 1998, 141 sono già stati erogati ed oggetto di accordi attuativi. Il periodico controllo dell’intesa mette sotto esame altri punti qualificanti come la salute, il monitoraggio ambientale, il confronto con le organizzazioni sindacali. Un modello che abbiamo visto funzionare e che ha prodotto anche un diverso rapporto della Basilicata con le strutture dell’Unione Europea quando è stato necessario definire nel merito investimenti e linee di intervento