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Petrolio: crisi profonda, ma l’Aie vede il rimbalzo entro l’anno

L’oro nero accusa l’impatto del Coronavirus ma non solo. La diagnosi dell’Aie (Agenzia Internazionale per l’energia) è di un calo della domanda ma il recupero dei prezzi è possibile. Ecco perché

Petrolio: crisi profonda, ma l’Aie vede il rimbalzo entro l’anno

Il prezzo del petrolio affonda e strangola tutti. Ma nell’analisi di ciò che sta accadendo qualche parziale segnale consolatorio c’è. Ce lo fornisce l’Agenzia internazionale per l’energia  (Aie) nel suo ultimo report appena diffuso. Il crollo, come si sa, è drammatico, contribuisce non poco ad abbattere i mercati finanziari e si ripercuote pesantemente sui produttori che non riescono a mettersi d’accordo su un taglio anche solo momentaneo della produzione. Le attese sono comunque di un recupero piuttosto veloce già nell’arco di qualche settimana quando il Coronavirus allenterà la morsa planetaria, come prevedono o meglio sperano gli analisti e gli esperti.

IL FONDO DEL BARILE

Il picco più basso delle quotazioni petrolifere è quello di questi giorni, stima l’Aie, che prevede una risalita piuttosto rapida fino a superare, a cavallo della prossima estate, le quotazioni medie precedenti alla crisi in atto. Certo, il 2020 sarà segnato dal salasso sia dei consumi globali che dei prezzi medi di vendita marcatamente inferiori allo scorso anno, ma l’anno si chiuderà con segnali comunque confortanti e anche a medio e lungo termine i prezzi consolideranno la risalita. Il rialzo sarà però mitigato da un perdurante problema che rimarrà a lungo su campo: la sovrapproduzione, stante l’incapacità anche in prospettiva dei paesi produttori di mettersi d’accordo su una rimodulazione della produzione che possa equilibrare davvero i prezzi.

La tabella fornita dall’Aie a corredo del suo ultimo report è emblematica della fase contingente e dell’immediato futuro. Tre gli scenari disegnati: quello di riferimento, quello più pessimista per i prezzi (conseguente a un possibile fallimento o un dilatarsi della tempistica nelle strategie attese per il contenimento del virus) e quello moderatamente più ottimista. Scenari dunque al ribasso rispetto a quelli disegnati solo un mese prima. In ogni caso – ci dice l’Aie – la domanda media chiuderà il 2020 in declino, per la prima volta dal 2009, a causa della forte contrazione dei consumi petroliferi in Cina e al rallentamento mondiale dei trasporti e degli scambi. “La crisi del coronavirus – si legge nel report Aie – sta avendo un impatto su un ampio spettro di mercati dell’energia, incluso il carbone, il gas e le rinnovabili” creando il classico circolo vizioso specialmente su tutto ciò che ruota attorno all’economia e alla produzione. E così dagli oltre 101 milioni di barili al giorno consumati nel mondo nell’ultima parte dello scorso anno si è crollati ora a 96 milioni, con un tracollo che ha preso velocità già nello scorso autunno.

RISCOSSA IN VISTA

Incertezze per il futuro? Davvero molte, ma gli esperti dell’Aie azzardano una prospettiva in positivo, scontando comunque una soluzione o almeno un segnale che problemi legati al coronavirus si risolveranno già entro qualche settimana. “L’impatto del coronavirus sui mercati petroliferi potrebbe essere temporaneo” azzarda prudentemente Fatih Birol, direttore esecutivo della IEA. “Le spinte alla ripresa della domanda continuano comunque, in prospettiva, ad essere concrete” prosegue Birol, che conferma il quadro prospettico che indica tra il 2019 e il 2025 una crescita della domanda attesa ad un tasso annuo appena inferiore a 1 milione di barili al giorno. L’incremento globale sarà di 5,7 milioni di barili al giorno nel periodo, con Cina e India che contribuiranno a circa la metà della crescita attesa. Il problema rimarrà però quello dello squilibrio tra la domanda e l’offerta, che confermerà e anzi rischierà di incrementare lo scenario sovrapproduzione. Nello stesso periodo la capacità produttiva e attesa crescere per 5,9 milioni di barili al giorno tre quarti dei quali ad opera dei paesi non Opec (Stati Uniti ed altri).

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