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Petrolio ai massimi da 7 anni (Brent a 83 dollari) e Borse a due velocità

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Piazza Affari chiude l’ultima seduta della settimana con un rialzo dello 0,23%, quel tanto che basta a superare la soglia psicologica dei 26mila punti (26.051), persa e riconquistata più volte negli ultimi tempi, in un contesto di giornata incerto per i mercati finanziari, nonostante il ritorno positivo, dopo la festa, della borsa di Shanghai a seguito dei dati sul Pmi cinese e dell’allentamento delle tensioni con gli Stati Uniti.

I listini della zona euro sono quasi tutti in rosso: Francoforte -0,33%; Parigi -0,61%; Amsterdam -0,66%; Madrid -0,09%. Fuori dall’area della moneta unica Londra si apprezza dello 0,22%. Oltreoceano si muove contrastata Wall Street, dopo un avvio timidamente positivo. Torna dunque la volatilità sui listini, alla (scarsa) luce del rapporto sul lavoro Usa nel mese di settembre, che non ha chiarito le idee su quali saranno i tempi e i ritmi del tapering della Fed, che dovrebbe avviare una riduzione degli acquisti entro fine anno, forse a novembre, forse a dicembre. I posti di lavoro non agricoli creati il mese scorso sono stati 194mila, contro attese per mezzo milione. Una batosta, verrebbe da dire, che potrebbe frenare la banca centrale. Invece no. Sono stati rivisti al rialzo infatti i dati dei mesi precedenti (luglio e agosto) inoltre è calata la disoccupazione in misura superiore alle previsioni (al 4,8% contro attese di 5,1%) e sono aumentati i salari. 

Il rapporto ha quindi dapprima proiettato un’ombra positiva sui titoli di Stato, i cui rendimenti si sono mostrati in calo. Poi l’andamento è cambiato e il tasso del decennale Usa si muove ora oltre quota 1,61%. Salgono, seppur moderatamente,  anche i rendimenti nell’area della moneta unica: il tasso del Btp 10 anni cresce a +0,87% e quello del Bund di pari durata a -0,15%, con lo spread che migliora a 102 punti base (-1,09%).

Il dollaro tratta in leggero calo contro le principali valute e l’euro scambia a 1,157. L’attenzione rimane alta inoltre sui prezzi dell’energia, anche se il gas è arretrato dal livello record raggiunto due giorni fa dopo che la Russia si è resa disponibile ad aumentare le forniture all’Europa. Il petrolio è nuovamente in corsa: il Brent si apprezza dell’1,3% e viaggia oltre gli 83 dollari al barile; Il Wti sale dell’1,8% circa intorno agli 80 dollari.

Un ambito, quello dell’energia, monitorato dalle banche centrali, per i suoi riflessi sull’inflazione, e rimarcato anche oggi dalla numero uno della Bce Christine Lagarde, nel suo intervento in video al B20. “La velocità con cui l’economia sta riprendendo vigore dopo la riapertura delle attività sta generando fattori di frizione come le strozzature a livelli di fornitura che si sommano ai forti aumenti dei prezzi del gas che sono legati anche al fatto che l’energia prodotta questa estate dall’eolico è stata molto bassa”. Si tratta di fattori di natura temporanea, quindi la Bce ritiene che gli aumenti dei prezzi verranno riassorbiti con il tempo. Tuttavia, ha aggiunto Lagarde, alcuni di questi squilibri potrebbero essere di durata superiore al previsto e determinare strozzature di lungo periodo.

In questo contesto, per il presidente della banca centrale belga, Pierre Wunsch, è tempo di pensare al ritiro del sostegno monetario e fiscale offerto durante la pandemia: “Ora quello che conta è l’uscita e l’uscita sarà difficile perché si tratta di offrire meno, non di più”.

In Piazza Affari il quadro generale si traduce in un ritorno degli acquisti sui titoli petroliferi. Tra le blue chip svettano Tenaris +4,58%, Saipem +3,87%, Eni +2,33%. Quest’ultima ieri ha annunciato il via libera all’iter per l’Ipo del business che integra attività retail gas&power e quelle delle rinnovabili. Brilla ancora Interpump +2,05%,

Sono in progressi le banche, in particolare Bper +1,57% e Unicredit +1,11%. Intesa limita i guadagni allo 0,3% nonostante Barclays, nel suo report “European Banks Strategy”  confermi la sua preferenza in Italia per la banca guidata da Paolo Messina, grazie al forte Rote (che è la redditività operativa di una banca) attuale e prospettico, che rappresenta un vantaggio competitivo permettendo maggiori ritorni.

In controtendenza Mediobanca -0,68%, mentre prosegue la sfida tra i vertici e Del Vecchio che ha, come fine ultimo Generali (+0,27%). Il patron di Luxottica è ulteriormente salito nel Leone al 5,4% acquistando  un altro 0,08%. Intanto il cda di Piazzetta Cuccia ha deliberato di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 28 ottobre con le proposte formulate da Leonardo Del Vecchio di modifica dello statuto per ciò che riguarda alcune regole di governance anche se su un punto ha formulato una proposta alternativa.

Bene la galassia Agnelli con Exor +1,33%, Ferrari 0,79%, Stellantis +0,62%. In maglia nera è A2a -2,65%. Un broker, sentito da Reuters, sottolinea che: “con il calo del prezzo del gas perdono appeal le energie rinnovabili dove è molto esposta A2a con possibili contraccolpi sui margini”. Tra le utility le perdite sono pesanti anche per Hera -2,5%. Negative Stm -2,34%, Nexi -2,05%, Inwit -1,91%.

Fuori dal paniere principale Danieli si apprezza del 6,83%, in scia alle prospettive di crescita delineate dal presidente Giampietro Benedetti. Health Italia non è invece riuscita a segnare prezzo dopo la notizia di un’indagine della Guardia di Finanza sulla quotazione delle azioni. L’azienda si dice estranea ai fatti contestati.

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