Doppio ringraziamento all’Unione europea: dall’Italia “vongolara”- con la sua flotta di pescatori di vongole e le sue imprese di commercializzazione – e dai consumatori. Il motivo? L’entrata in vigore del regolamento che autorizza i pescherecci italiani a pescare e commercializzare vongole più piccole (22 millimetri ) di quanto previsto dagli standard Ue che fissano generalmente la taglia minima a 25 millimetri. In sostanza è stata accolta la richiesta di riduzione della taglia minima delle vongole pescabili in Italia evitando così il rischio di affondare una parte importante della marineria con multe e sequestri ma anche per il taglio alle esportazioni.
La deroga nasce dal fatto che gli studi scientifici hanno dimostrato che nelle acque italiane questi molluschi sono in media più piccoli, e dunque pescarne esemplari con un diametro fino a 22 millimetri non comprometterebbe la riproduzione degli stock (motivo per cui Bruxelles ha fissato una taglia minima su scala Ue).
C’è da puntualizzare, però, che il via libera non interessa tutti i tipi di vongole ma solamente la specie autoctona “chamalea gallina” conosciuta come “lupino” la cui produzione si aggira sulle 30 mila tonnellate circa, mollusco bivalve che cresce nei bassi fondali costieri sabbiosi, soprattutto in Adriatico.
Dalla Coldiretti arriva una sollecitazione, alla luce del fatto che la durata della deroga è fissata sino al 31 dicembre 2022: “Occorre intervenire per rendere definitiva la deroga e evitare stress inutili al settore e dare certezza nella programmazione delle attività. In gioco – sottolinea Coldiretti – una flotta di circa 710 imprese e oltre 1600 addetti e un indotto di altre 300 imprese di commercializzazione all’ingrosso con un altro migliaio di addetti”