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Per il Comune di Roma l’Ici non è mai morta

In principio fu l’Imu, poi arrivarono Tasi e Tari, tutte nella famiglia Iuc. Ma il Comune di Roma è rimasto all’Ici, la cara vecchia “Imposta comunale sugli immobili” che non esiste più dal 2012.

La curiosa forma di nostalgia fiscale alberga nel sito internet del Campidoglio. Dalla home page è sufficiente cliccare su “Strutture organizzative”, quindi su “Dipartimento Risorse Economiche”. A questo punto, scorrendo sulla colonna di sinistra, compare il fantasma del vecchio acronimo “ICI”. Un collegamento che traghetta i navigatori in una sezione piena di link dal sapore archeologico (“domande frequenti”, “modulistica”, “modalità di pagamento” e via elencando).  

Fin qui, tutto sommato, poco male. In fondo, perché mai qualcuno dovrebbe spulciare il sito del Comune alla ricerca dell’Ici? Magari per mettersi in pari. Ma il vero problema è la memoria storica di Google. Se si digita sul principale motore di ricerca una stringa come “Roma F24” – non esattamente la più peregrina delle richieste – il primo risultato associato al portale del Campidoglio è questo. Una vera pagina di storia. 

In prima battuta si è colti alla sprovvista da un titolo un disarmante: “PAGAMENTO ICI”. Poi, però, la lettura dell’incipit regala un brivido di rassicurazione: “Dal 15 dicembre 2003 sarà possibile pagare l’ICI anche attraverso il modello F24”. Ergo, l’articolo è online da più di 10 anni e nessuno si è mai preoccupato di aggiornarlo.

Chiunque legga informazioni di questo tipo, naturalmente, capisce subito di aver sbagliato strada, ma in un periodo di massima confusione sulle tasse legate agli immobili sarebbe forse utile evitare ulteriori depistaggi. Dopo tutto, è verosimile che la maggior parte dei romani non cerchi l’F24 con l’intenzione di pagare l’Ici.    

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