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Per città più green i sindaci si affidano al PNRR

I Comuni devono spendere i soldi del PNRR con i tempi di realizzazione delle opere dettati dall’Unione Europea. Come sarà la loro gestione dopo il 2026 ?

Per città più green i sindaci si affidano al  PNRR

Lo sviluppo sostenibile urbano declinato con le risorse del Piano di ripresa e resilienza. Sembra che i Comuni italiani non aspettassero altro che un governo capace di far salire e qualificare la spesa in beni e servizi per i cittadini. Per il Presidente dell’Anci e Sindaco di Bari, Antonio Decaro, le mission del PNRR nei prossimi anni porteranno i Comuni ad aumentare la spesa del 75%. Cinque anni di interventi a passo veloce per quella rivoluzione dal basso di cui beneficeranno famiglie, imprese ed artigiani.

Il confronto con governo e Regioni finora è andato bene e ruota intorno a 40 miliardi di euro aggiuntivi del Recovery plan. Il salto qualitativo dovrà, però, rafforzare una capacità di azione nelle città che spesso non si vede. Soltanto tre anni fa i Comuni rappresentavano il 25% dell’intera spesa pubblica. Nell’elenco delle cose da fare c’era di tutto e poi finiva con tanti lavori incompiuti. Oggi anche per rispettare le prescrizioni di Bruxelles, progetti e lavori vanno tenuti distinti e i cronoprogrammi controllati. Ne deve guadagnare la qualità con parchi, biblioteche, asili nido, piste ciclabili. Le energie rinnovabili hanno canali di finanziamento a parte ma vanno integrate nei progetti generali. Anche la cabina di regia voluta da Mario Draghi si sta rivelando un ottimo strumento che consente ai Sindaci di guardare con fiducia ai prossimi trasferimenti nelle casse comunali.

“Oggi – spiega Decaro – è prioritario il tema della capacità dell’amministrazione di spendere le risorse aggiuntive, quelle previste dall’attuazione del PNRR, rispetto alle attività ordinarie e al lavoro quotidiano già svolto dagli Enti locali”. La tabella di marcia, come è noto, segna il fine lavori, nelle città soprattutto, al 2026. Per aiutare le amministrazioni locali alla partecipazione ai bandi il governo ha previsto una task force di 1500 esperti. C’è un rischio, tuttavia, e riguarda la spesa corrente. Ecco, allora, i primi cittadini mettere anche le mani avanti per il futuro. Con lo stesso Decaro che dice: “quando queste opere saranno state realizzate potremmo rischiare di non riuscire ad amministrarle, a gestirne la manutenzione e a garantire i servizi erogati, tutte voci che ricadono nella spesa corrente”. Si fa strada una sorta di trattativa con il governo per capire cosa sarà necessario preparare “affinché le opere progettate possano davvero contribuire concretamente a fare dell’Italia un paese migliore”.

C’è intanto chi cerca di mettere insieme qualità urbana e cultura. Sei sindaci della rete europea Urbact si sono ritrovati a Rovereto con l’obiettivo di studiare azioni in città per ridurre le emissioni di CO2 e non solo, in occasioni di eventi culturali e sensibilizzare le persone a partecipare agli eventi in maniera sostenibile. Le scelte ecologiche non riguardano soltanto la mobilità o l’uso delle energie pulite, infatti, ma anche un modo diverso di vivere la socialità. L’Europa ci sta mettendo soldi che sarebbe inconcepibile sprecare.

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